All'età di 88 anni è scomparso Don Ciccio Masselli, per anni vicepresidente del Foggia Calcio e noto imprenditore marmifero di Apricena. Lascia la moglie Costantina (con cui era sposato da un trentennio) e i figli Tommaso e Domenico e il nipotino Francesco con cui passava lunghe giornate e gli raccontava del "suo" Foggia. i funerali questo pomeriggio alle ore 17 presso la Chiesa del Rosario di Apricena. Masselli oltre ad essere un grande tifoso dei rossoneri, sotto la presidenza di Antonio Fesce, era anche un grande intenditore di calcio. "La sua vita è vissuta tra la sua azienda e il Foggia - racconta la signora Costantina Mascolo -. Erano altri tempi: molti tifosi, allora in braccio ai propri papà, hanno avuto la fortuna di coltivare quella passione e di diventare i papà dei tifosi di oggi. Fino all'ultimo ha mantenuto alta l’attenzione verso la squadra del suo cuore, trasmessa poi ai figli." Erano gli anni di allenatori come Maestrelli, Toneatto, Puricelli e calciatori come Pirazzini, Colla, Del Neri, Valente, Pavone, Saltutti, Braglia, Scala, Trentini, Memo, Iorio. "Spesso si sentiva con alcuni di loro, anche in questi ultimi anni - ricorda il figlio Domenico -, ha seguito fino all'ultimo giorno della sua vita le sorti della "sua squadra". Carattere deciso e cuore grande, la passione per il calcio brillava nei suoi occhi. Anche quando si metteva nel suo angolo in disparte, in tribuna, a seguire la partita silenzioso. Mai un atteggiamento sopra le righe, Don Ciccio Masselli, ha sempre interpretato il calcio soprattutto come un divertimento per i giovani. Un consiglio, ai suoi ragazzi, non mancava mai. Sono tante le dimostrazioni di affetto che sono arrivate alla famiglia subito dopo la notizia e altrettanti gli aneddoti che, simpaticamente, le persone che l’hanno conosciuto hanno voluto condividere con i suoi figli. "Noi, suoi calciatori - ricorda Gianni Piarazzini, bandiera di quel Foggia -, vogliamo ricordarlo seduto sulla sua panchina a guardare gli allenamenti ed incitarci. Perchè Don Ciccio era questo, un simbolo di passione, attaccamento e convinzione nei confronti delle decine di migliaia di giovani che, in tanti anni, hanno vestito la maglia rossonera. Un esempio che ha tracciato una strada che abbiamo tutti voluto seguire, trasformando quelle scommesse nella famiglia che oggi siamo e che lui tanto amava."
Antonio Villani (La Gazzetta del Mezzogiorno)