La leggenda sul nome e sulle origini di San Nicandro
Il nostro antenato popolo viveva sul Monte Devio, spesso veniva assalito dai nemici che lo saccheggiavano e rapinavano le più belle ragazze. Col passare degli anni, gli abitanti di Monte Devio decisero di trasferirsi in un posto più tranquillo, nel canale “ LO TURCHIO”.
Qui formarono un piccolo villaggio, ma i nemici, slavi, turchi e saraceni li trovarono e li assalirono nuovamente. Il popolo cambiò ancora zona e decisero di trasferirsi su un piccolo monte chiamato “ Terra Vecchia”, dove costruirono un villaggio circondato da un grande muro. La popolazione si scelse un capo e lo nominarono PRINCIPE. Il Principe si rivelò, però, scellerato e tiranno.
La popolazione cominciò a soffrire, alcuni si riunirono formando una banda di Briganti per combattere le leggi disumane del Principe. Uno dei capi dei Briganti fu condannato a morte, anche se i soldati del Principe non riuscivano a catturarlo. Intanto, il villaggio continuava ad essere saccheggiato dai turchi, slavi e saraceni. Il capo dei briganti decise di fare una proposta al Principe: se cancelli la condanna a morte contro di me, i nemici li affronto io.
Il Principe accettò e il Brigante e i suoi fedeli uomini riuscirono a circondare e vincere i nemici. Finalmente dopo tanti secoli, i nostri antenati, se ne erano liberati per sempre. Il Brigante, come promesso, venne assolto dalla sua condanna e divenne il liberatore del paese. Gli abitanti lo chiamarono “uomo guerriero”, che a quel tempo NIC che significava uomo e ANDRO che significava guerriero.
Un'altra leggenda
Caduta Troia verso l’anno 1100 A.C. , Diomede con alcuni compagni approdò alle Tremiti. Durante il viaggio un guerriero greco di nome Aner, cadde in mare nella contrada Torre Maletta a 10 km da San Nicandro. Il naufrago fu raccolto e curato dai nativi di Montedelio o Montedevio, una piccola cittadina che sorgeva sulla collina omonima.
Durante la degenza sperava sempre di ritornare in patria, ma, si innamorò della bella figlia del capo della comunità e la sposò.
Aner diventò il successore del suocero, era forte e giusto ed educò la gente secondo i principi di giustizia del suo paese di origine: istruì i giovani nell’arte della guerra, risvegliò l’amore per la patria.
Spesso gli abitanti di Uria assalivano, depredavano e saccheggiavano la città senza che gli abitanti si difendessero. Ma all’ennesimo saccheggio trovarono un’accanita resistenza da parte dei soldati del nuovo capo di Montedelio e gli urani furono uccisi.
Aner, uomo saggio mandò quattro ambasciatori ad Uria per invitare gli abitanti ad allearsi.
Da Aner il paese prese il nome di Nicandro cioè “UOMO VITTORIOSO” o “UOMO DELLA VITTORIA”.
Dopo alcuni secoli, gli abitanti si spostarono nell’entroterra alla ricerca di un posto più sicuro dalle numerose incursioni del mare, fermandosi sul promontorio della “Terravecchia" Fondando il borgo originario.