L’economia e specialmente le scienze statistiche, solitamente agli occhi dei più, non hanno peso e rilevanza ai fini della comprensione, eppure, sono gli indici o i dati che spesso nascondono piccole previsioni future e/o trend che si andranno a consolidare nel tempo. Questa volta tocca alla nostra Cittadina, che, come tutto il territorio di capitanata, ha visto flessioni demografiche e di riflesso economico-sociali (nulla di nuovo, fa parte della ciclicità dei flussi di emigrazione dall’inizio ‘900 ad oggi). Un dato in controtendenza, come dicevo pocanzi, si è andato a consolidare nella nostra cittadina, questo riguarda l’incremento delle registrazioni delle partite Iva. Da una breve analisi che prende come assunto un arco temporale che va dal 01/01/2014 al 31/12/2016, consultando il servizio di Geo-referenziazione (consultabile presso il Registro delle imprese, sezione Ri.Map), si evince che nell’anno fiscale 2016, vi è stato un incremento delle registrazioni di partita Iva pari al 45% rispetto agli anni precedenti, ma la cosa ancor più significativa è che sono intestate a persone giovani, (questo anche in virtù degli sgravi fiscali introdotti nella finanziaria 2015 per le sottoscrizione di p. iva per i giovani) ovvero quasi 8su10 sono under 30 e 5su8 under 25. Questo fenomeno positivo, ha però una duplice lettura: In primis fa evincere la volontà di rilancio dell’economia locale attraverso mezzi propri (questo soprattutto in controtendenza alla mentalità sempre più disfattista dei concittadini) e in secundis che i giovani che decidono di investire nella propria Cittadina sono presenti. Questo fa ben sperare, poiché anche se carente nel supporto da parte delle istituzioni, si sta pian piano allontanando quella mentalità di nanismo imprenditoriale che attanaglia da sempre il territorio di Capitanata che ha sempre visto la mentalità e lo sviluppo imprenditoriale come un rischio e mai come opportunità concreta di crescita personale e territoriale. Un invito ultimo, personale, di un cittadino qualunque, quindi tralasciando quelle che sono le “lectio magistralis” dei dati, stime e lezioni sullo sviluppo imprenditoriale, torniamo a comprare, spendere e investire nel nostro territorio, a favorire gli acquisti (che siano servizi alla persone, beni di consumo o altro) interni. Questa potrebbe essere la chiave per un’equa redistribuzione reddituale sul territori e un invito infine ai commercianti, quale espandere le vedute di distribuzione ed di iniziare ad “imboccare” la strada della G.D.O. per far conoscere ed apprezzare i prodotti tipi che rappresentano una vera e propria ricchezza, sotto tutti i punti di vista.
Ad maiora,
Nicola Di Leo