Vita dura per gli automobilisti: multe più semplici per la P.S.

Con la sentenza n. 7949/2017 la Corte di Cassazione chiarisce la funzione della segnaletica verticale di avviso preventivo in caso di presenza di Autovelox.

Nel recente passato si è molto discusso sul fatto che la segnaletica verticale che avvisava gli utenti della strada del successivo controllo elettronico della velocità, dovesse essere posizionata nelle immediate vicinanze dell’Autovelox. Molti ricorsi proposti, sia in via amministrativa che giudiziaria, avevano come motivazione proprio l’assenza di segnaletica verticale di avviso preventivo posizionata a pochi metri dallo strumento rilevatore della velocità.

Con la richiamata sentenza la Corte di Cassazione va a chiarire, motivandola, la funzione della segnaletica verticale.

Secondo gli Ermellini infatti la distanza massima che deve intercorrere tra il segnale di avviso e l’Autovelox può arrivare addirittura a 4 Km, mentre invece non è prevista una distanza minima tra la segnalazione ed il dispositivo.

Inoltre, sempre secondo la Suprema Corte, non sussiste l’obbligo di ripetizione del cartello di segnalazione dopo le varie intersezioni stradali: pertanto l’automobilista che percorre un’arteria stradale con svariate intersezioni, nella quale era stato precedentemente posizionato un cartello di avviso, potrebbe trovarsi, ignaro, di fronte un autovelox e pagarne le conseguenze.

A rendere ancora più difficile la vita degli automobilisti, va osservato come, in alcune regioni d’Italia, si stia sperimentando un “Super Autovelox” capace di registrare più infrazioni contemporaneamente, e di rilevare la velocità del veicolo da lunghissima distanza, con piccolissimi margini di errore.

In buona sostanza la Suprema Corte, per mezzo di questa recente pronuncia, ha  ridotto quasi completamente la funzione del segnale di avviso, e, conseguentemente, la possibilità di utilizzare la segnaletica verticale come motivo per un eventuale ricorso.

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