Cara redazione, scrivo per denunciare una inefficienza grave, una spiacevole situazione nella quale mi sono trovata coinvolta e che mi ha dato conferma di quanta poca serietà ci sia in molte circostanze.
Vorrei sfruttare i vostri mezzi di comunicazione affinché tutti sappiano.
Non vivo a San Nicandro da molti anni, ma come accade per molti emigrati, spesso torno per trascorrere le festività con amici e parenti.
E' il giorno della vigilia, in tarda mattinata io e mio marito decidiamo di fare una passeggiata a Torre Mileto con il nostro cane; siamo quasi a destinazione quando vediamo una cagnolina correre a bordo strada e poi attraversare, abbiamo davanti un vecchio camion di colore rosso che inizialmente rallenta, ma immediatamente dopo riprende la sua normale corsa. Temo il peggio, ma i miei pensieri non hanno il tempo di materializzarsi nella mia testa che arriva lo straziante guaito della poverina.
Vediamo il camion allontanarsi come se nulla fosse successo, mio marito si accanisce sul clacson, solo così riusciamo a fargli capire che DEVE fermarsi, che ha l'obbligo di soccorrere la povera bestiola; scende un anziano signore sulla settantina che sbraita e urla frasi che non capisco, nel frattempo mi accorgo che la cagnetta è viva, quindi chiedo se conosce un veterinario, ma continua ad urlare, arrabbiato. Intanto diversi passanti in macchina rallentano per guardare, per semplice curiosità, per vedere cosa sia successo, alcuni si fermano senza scendere dall'auto, agitata chiedo a tutti se conoscono un veterinario da poter contattare, ma si dileguano senza dare una risposta. La sola risposta che leggo sui loro volti è: "è un cane, non merita una perdita di tempo, che muoia pure!".
Non so che fare, a chi rivolgermi, l'unico contatto che ho sul mio cellulare e che potrebbe essere utile è quello di uno dei volontari del canile di Apricena, chiamo chiedendo di far venire qualcuno sul posto, la cagnolina è agonizzante, non smette di piangere. Dal canile si occupano di contattare la ASL veterinaria per intervenire, non posso fare molto, mi faccio aiutare a spostare il cane dalla strada al marciapiede, intanto il signore che l'ha investito va via... Ora siamo sole, io e lei, dobbiamo attendere l'arrivo del veterinario, l'unica cosa "utile" che io possa fare è rincuorarla, sono le 10.50, mi accovaccio di fianco a lei e comincio ad accarezzarla, ogni tanto la mano scende sul petto per sentire se il suo cuore batte ancora, è messa molto male, si lamenta sempre meno, non ne ha più le forze. Passa un tempo infinito, durante il quale chiamo e richiamo il referente del canile con cui avevo parlato; sono le 11.40, quasi un'ora e noi stiamo ancora aspettando. Si tratta di un servizio di emergenza veterinaria, EMERGENZA, l'intervento non dovrebbe essere immediato?
Decido di farmi dare il numero di cellulare del Veterinario che deve intervenire, l'iter è troppo lungo, voglio parlare direttamente con lui e spiegargli la gravità della situazione.
Chiamo, ma lui non ne sa nulla, non è stato avvertito da chi di dovere. Riesco a provare solo indignazione e sconforto, oltre a un'enorme pena per quella cagnolina moribonda. Perché non hanno fatto partire la chiamata? Perché diamine non hanno avvisato il veterinario? In poco tempo il dottore arriva sul posto, ma in quegli ultimi minuti ho visto la cagnetta spegnersi, a nulla sono servite le mie carezze di conforto, a nulla è servito non averla lasciata sola, a nulla poteva servire qualunque gesto o azione contro una negligenza che andrebbe pagata. Perché probabilmente la tempestività avrebbe potuto salvarle la vita.
Non mi resta che augurare buone feste a chi non ha fatto il suo dovere, a chi è riuscito a ridere e divertirsi in questo giorno di festa, magari davanti ad un buon bicchiere di vino; io non riesco a togliermi dagli occhi l'immagine di quella cagnolina agonizzante, l'immagine dei suoi occhi che imploravano aiuto e lo straziante suono dei suoi guaiti. E buon Natale anche al suo proprietario (si, perché non si trattava di un randagio), che l'ha lasciata incustodita, forse per prepararsi a festeggiare, pur sapendo che il pericolo è sempre dietro l'angolo.
Daniela