L'uomo Medico, il credo politico di chiunque

 George Bernard Shaw Non si cancella il passato: su un muro di Auschwitz lessi: «Chi non conosce la storia sarà costretto a riviverla». [...] Di tutte le tirannie legalizzate nessuna è più intollerabile di quella che mette le mani su di noi e sui nostri figli, e inietta veleni nelle nostre vene o ce li butta giù per la gola. Quando la vaccinazione obbligatoria era arrivata alle sue estreme conseguenze negative e i bambini morivano di vaccinia, i dottori negavano che la vaccinazione avesse a fare qualcosa con essa e diagnosticavano il caso come sifilide contratta e comunicata ai figli dai genitori. I poveri non potevano difendersi contro queste accuse; ma finalmente una coppia citò i suoi accusatori per calunnia. La difesa disse che la vaccinia nella sua forma acuta non è distinguibile dalla sifilide, e che lo sbaglio era perciò scusabile e inevitabile. Poiché la vaccinia uccideva un bambino alla settimana (essa uccide tuttora più bambini del vaiolo), ci si può immaginare l'effetto di questa testimonianza medica su coloro che ne vennero a conoscenza. Ma per far conoscere questo e altri casi, gli oppositori della vaccinazione dovettero pubblicare uno speciale giornale e limitarsi alla diffusione che esso poteva raggiungere. I giornali, in genere, non fanno altro che ripetere la menzogna che la vaccinazione ha abolito il vaiolo e sopprimono ogni prova contraria. Ora che la vaccinazione è stata sostituita dalla inoculazione contro difterite, ci troviamo di fronte alla stessa credulità, alla stessa soppressione di notizie che annunziano che essa è stata seguita da attacchi più o meno lunghi di paralisi infantile, e alla stessa esposizione di statistiche da dilettanti, all'ombra della minaccia che, se ogni bambino non sarà inoculato, morirà di difterite dopo avere infettato tutti gli altri bambini, finché la razza umana non sarà spazzata via da un bacillo, che è stato trovato nella gola di persone che stanno benissimo. Ma nessuno parla del fatto che i figli dei genitori, che hanno avuto cura di fare "immunizzare" i loro bambini, figurano nelle statistiche più dei bambini di quei genitori che non si sono presi la briga di farli vaccinare. Anche la povertà produce interessanti statistiche che possono essere volte a vantaggio degli sfruttatori di un qualsiasi specifico. Se i gioiellieri avessero l'idea di dire che il possesso di un orologio e di una catena d'oro è l'infallibile profilattico contro il vaiolo, le loro statistiche sarebbero altrettanto convincenti di quelle fatte dai fautori della vaccinazione. L'uomo di Stato che si prenda la briga di spendere una mezza giornata per rendersi conto di tutte queste ciarlatanerie deciderà probabilmente in un primo momento che niente lo indurrà mai a imporre per legge delle cure specifiche. Egli può anzi essere tentato a dichiarare il loro uso passibile di pena. Questo fu fatto nel caso della diretta inoculazione del vaiolo, che era di moda prima che fosse sostituita dall'inoculazione del vaccino. Un abile e fantasioso dottore, di nome Jenner, dal punto di vista professionale istruito dal famoso John Hunter, credeva in maniera così entusiastica nell'inoculazione del vaiolo, che scrisse un opuscolo in cui dichiarava che tutte le facce butterate, che egli prima incontrava, erano ora quasi scomparse. Uno dei miei nonni si vantava che, per quanto fosse stato inoculato e vaccinato, aveva dopo tutto preso il vaiolo. Un giorno Jenner ricevette la visita di una donna che accudiva al bestiame. Nel corso della conversazione essa disse: «Io non posso prendere il vaiolo, perché ho già avuto il vaiolo bovino». Jenner, afferrando la nuova idea vide nella sua immaginazione tutto il mondo redento dal vaiolo con una inoculazione di vaiolo bovino. La sua visione si diffuse come un incendio. Il Parlamento votò 30.000 sterline per Jenner e nulla per la donna. Quando un bambino di una nobile famiglia morì di vaiolo benché vaccinato, Jenner cambiò idea sul vaiolo bovino e lo sostituì con il vaiolo equino; ma il pubblico e il Parlamento preferivano la vacca al cavallo e continuarono con il vaiolo bovino, considerando le inoculazioni del vaiolo come un delitto. Poiché allora l'esame batteriologico non era ancora conosciuto e, quando fu conosciuto, non si trovò nessun bacillo caratteristico né di vaiolo né di vaiolo comune, il Parlamento poté soltanto prescrivere la vaccinazione senza sapere bene cosa fosse. Ogni specie di ulcera che si poteva provocare in un vitello era ufficialmente ritenuta vaiolo e veniva propagata da braccio a braccio dei bambini. Più tardi i batteriologi dichiararono che il metodo corretto è di inoculare la stessa malattia; e tutte le moderne antitossine sono, come i rimedi omeopatici, «un pelo del cane che ti ha morso». Ma la legge si appoggia ancora alla guardiana del bestiame e «alla linfa di vitello», prodotta dall'inoculazione del vaiolo, sebbene tutto ciò sia delittuoso. L'ultimo favorito di Jenner, il cavallo, è diventato di moda per l'inoculazione contro la difterite. Ma nessun estremo limite di superstizione, persecuzione, superficialità o professionalismo venale fermerà la marcia della scienza. Per quanto grande possa essere la congiura del silenzio intorno agli errori e agli insuccessi della medicina, i dottori e i biologi che sono veramente scienziati conoscono questi fatti e non potranno acquietarsi finché non avranno trovato cos'è che non va. Quando la tubercolina di Koch, che doveva abolire la tubercolosi, produsse saltuariamente delle ulcere che imputridivano le membra del paziente, Almroht Wright, allarmato come dottore da questi fatti, e possedendo l'ardimento dell'artista filosofo, si mise al lavoro per trovare perché questo avveniva, e scoprì subito il curioso ritorno di fasi in cui la resistenza del sangue all'infezione si alterna tra la vittoria e la sconfitta. Quando venne di moda la trasfusione del sangue non ci fu detto che, mentre qualche volta essa guariva, altre volte portava alla morte, senza che nessuno ne sapesse il perché. Karl Landsteiner esaminò il problema e trovò che vi sono almeno quattro tipi differenti di sangue. Se si fa la trasfusione con il tipo sbagliato il paziente muore; se si usa il tipo giusto, il paziente è salvato. E così, nel continuo susseguirsi di prove e di errori, gli sperimentatori che hanno buona facoltà ragionativa e di indagine eliminano gli errori a uno a uno. L'uomo di Stato deve interessarsi da vicino di tutte queste faccende, altrimenti la sua testa sarà piena di errori già scontati. Questo è attualmente il problema di fronte a cui si trovano i nostri Governi. Essi considerano Jenner e Lister come le ultime luci della scienza e non sanno nulla di Almroth Wright o di Joseph Needham (la cui madre, come la mia, gli riempì la testa di musica, invece che di neodarwinismo). Passare da Lister a Weismann a Scott Haldane e al suo più noto figlio il marxista J. B. S. Haldane, è come passare dalla morte e da un passato senza speranza a un futuro vivo e carico di promesse. Posti di fronte a questo miscuglio di vera scienza sperimentale, di magia antica e di, una scienza moderna mal cucinata che cambia le sue: conclusioni di anno in anno (e che è espressa da naturalisti che conoscono i fatti fisici ma ragionano pazzamente su di essi, e da filosofi che ragionano esattamente ma che non conoscono i fatti) possiamo difficilmente criticare la legislazione igienica. Bisogna tuttavia fare delle leggi; non si può lasciare la questione al "laissez-faire". Il libero commercio del gin e della cocaina distruggerebbe un proletariato che è così miserabile da non poter affrontare la vita senza droghe. Bisogna far applicare le norme igieniche, altrimenti avremo di nuovo la peste, il colera e il vaiolo. Gli "slums" devono essere distrutti, perché sono brutti e sporchi, rimpiazzandoli con strade grandi e belle e con città giardino in base al concetto che l'igiene, come la cultura, è essenzialmente estetica. I pidocchiosi e le loro cose devono essere disinfettati, se necessario con la forza, appena hanno una nuova casa. Costruzioni belle ma mal situate devono essere rimosse, come fu fatto prima in America e come si fa ora in Russia, senza nemmeno disturbare i loro inquilini. In ogni riforma sanitaria ed estetica del genere l'uomo di Stato è al sicuro. Non vi e pericolo che egli venga affrontato da un madre infuriata e piangente che gli dica: «Voi avete ucciso il mio primo bambino con le vostre inoculazioni; prima di prendervi il secondo passerete sul mio corpo». Se in una città i capi famiglia non pensano a collegare i loro lavatoi e gabinetti con la fognatura principale, la locale autorità sanitaria verrà nelle loro case e provvederà al collegamento a loro spese, piaccia o non piaccia loro, infischiandosi della tradizione secondo cui la casa di ogni inglese è un castello; non bisogna temere che vi siano «obbiettori di coscienza», in quanto il nostro istinto estetico è così forte che l'opinione pubblica, sebbene tolleri colui che si oppone al servizio militare perché può essere un santo, non tollererà a nessuno costo un individuo sporco. Ora come l'impiegato municipale manda la sua Gestapo sanitaria in una malsana casa privata, e perseguisce l'inquilino per non aver chiamato lo stagnaro ad attrezzargli la fognatura, così egli perseguisce un genitore per non aver chiamato un dottore a curare il figlio malato o un fornaio a nutrire il figlio affamato. La gente è infatti perseguita e imprigionata per queste mancanze senza che si prendano in considerazione l'opposizione di coscienza o la libertà dell'individuo. La giustificazione di queste costrizioni e penalità è che l'uomo di Stato conosce la verità circa la nutrizione e l'igiene. In realtà egli sa molto poco sia dell'una che dell'altra, perché molto poco se ne sa ancora. Così quando i dottori annunciano di avere estirpato o grandemente ridotto la mortalità di una malattia, mentre le cifre dell'ufficio generale di statistica dimostrano che essa è mortale come mai era stata o che questa riduzione non è affatto più grande, anzi forse minore di prima, l'uomo di Stato deve valutare queste statistiche con molta diffidenza. Se si trova che una sensibile diminuzione nella mortalità e nella prevalenza di una malattia, proclamata come l'effetto di questa o quella medicina o di qualche inoculazione, fa seguito alla notificazione dei casi e all'isolamento dell'ammalato (questo accadde con il vaiolo del 1885, dopo l'insuccesso della vaccinazione), allora l'uomo di Stato può incoraggiare l'isolamento e la notificazione della malattia. Ma egli deve tenere sempre presenti le statistiche disinteressate e le loro abili ed ugualmente disinteressate interpretazioni. Egli deve corazzarsi contro le pretese dei dottori di avere il monopolio della scienza medica o una maggiore saggezza degli altri nell'esercitarla. Non deve valutare gli avvocati dal numero dei loro clienti che sono stati impiccati, i dottori dal numero di persone titolate o di casa reale che sono morte nelle loro mani, o i biologi dal numero di cani che hanno vivisezionati. Deve soprattutto opporsi alla pretesa che le ricerche mediche siano libere dagli ordinari obblighi morali verso l'umanità e che per esse si possano esercitare poteri e privilegi attualmente negati anche ai preti e ai monarchici. Deve dire inoltre ai ricercatori di laboratorio che giustificano la loro crudeltà dichiarando di sperare qualcosa da esse: «Vi sono alcune cose che non dovete sapere; se per esempio girate il rubinetto dell'acqua calda del bagno di vostra moglie per accertare quale temperatura possa sopportare il suo corpo prima di disintegrarsi, voi aggiungerete a quella conoscenza anche quella di provare ciò che si sente quando si è impiccati». Egli deve usare la legge per obbligare le ricerche scientifiche a seguire metodi umani così come il legislatore, che impose la legge sulle fabbriche, obbligò l'iniziativa industriale (o dovrei chiamarla l'arte di fare denaro?) a metodi che sono relativamente umani, e cacciò via gli oppressori che non erano capaci di prosperare se non usando quei metodi di lavoro. Pavlov avrebbe fatto un lavoro molto utile dal punto di vista scientifico se avesse trovato uno Stato abbastanza forte da assicurargli che quello che egli faceva ai suoi cani sarebbe stato fatto anche su di lui. Può essere difficile abolire l'attuale privilegio che ha un dottore di avvelenare e un chirurgo di mutilare, e, quando i risultati sono letali, di certificare che il paziente morì di morte naturale; è infatti difficile che il giudice istruttore faccia un'inchiesta per ogni morte; e la professione di medico se soggetta al rischio dell'impiccagione potrebbe finire per apparire troppo poco attraente per assicurarsi abbastanza reclute; ma potremmo rendere almeno pecuniariamente indipendenti i nostri chirurghi dalle operazioni inutili e i nostri dottori dalle malattie immaginarie, sostituendo a esse forti argomenti positivi per indurli a valutare il miglioramento delle nostre statistiche sanitarie più di ogni altra considerazione professionale. L'onore e la coscienza del dottore e il giuramento di Ippocrate salirebbero allora alla più alta dignità e sarebbero una sufficiente garanzia di buona fede e di patriottismo. [...] Il più sorprendente esempio politico di questo fatto avvenne nel diciannovesimo secolo, quando le nostre classi governanti cambiarono la loro fede nell'efficacia del battesimo in una ancor più fanatica fede nell'efficacia della vaccinazione e la resero obbligatoria per legge. Per la verità tale fede non raggiunse i suoi scopi e fu mortalmente compromessa da due epidemie di vaiolo (1871 e 1881), quando la vaccinazione e la rivaccinazione erano obbligatorie, molto tempo dopo che i suoi egualmente temuti rivali, tifo e colera, erano stati aboliti dall'igiene estetica. Le statistiche addomesticate su cui quella fede si basava furono facilmente annientate dagli oppositori della vaccinazione; ma l'obbligatorietà non fu ritirata, finché una mostruosa persecuzione, spietatamente appoggiata da magistrati ingannati, provocò una ribellione contro di essa e il Parlamento si trovò costretto, con molta riluttanza, a farne oggetto di una coscienziosa discussione. Tuttavia editorialisti e radiocommentatori continuano a ripetere come tanti pappagalli che la vaccinazione ha abolito il vaiolo, sebbene ancora adesso la vaccinia stia uccidendo più bambini del vaiolo. Mentre scrivo, i giornali stanno polemizzando pro e contro un nuovo regolamento, mirante a reprimere l'allarmante diffondersi delle malattie veneree, che seguono sempre le truppe durante la guerra. Il regolamento obbliga le persone contagiate a denunciare la loro condizione alle autorità e a presentarsi per la cura prescritta. Uno si aspetterebbe che i nostri legislatori si preoccupassero come prima cosa di controllare l'efficacia della cura. Invece no; essi si preoccupano soltanto della breccia che hanno fatto nella libertà individuale con questo obbligo. Accade ora che sorgano i più gravi dubbi se le prescritte cure non siano dannose invece che utili. All'inizio queste si ricollegarono all'arte degli alchimisti, che attribuivano proprietà magiche ai metalli e specialmente al mercurio. Il mercurio è un veleno lentamente mortale; ma esso sopprime i primi sintomi della sifilide e apparentemente la cura: diventò quindi il trattamento ufficiale per la cura della sifilide. Ma in taluni casi il paziente rimane contagiato e la malattia spunta di nuovo alcuni anni dopo, in forma più grave, chiamata sifilide secondaria e terziaria. Il mercurio diventò allora impopolare come la vaccinazione; vi fu un grande senso di sollievo quando fu annunziato che era stato trovato un infallibile sostituto nei sali di iodio. Ma anche questo veleno, che alcuni pazienti non tollerano in alcun modo, provocò una delusione; fu finalmente presentata una combinazione di medicine, chiamata Salvarsan, come il nuovo rimedio sovrano, garantito infallibile e innocuo. Tutti credettero che fosse un sostituto del mercurio; in realtà esso combinava il mercurio con l'arsenico, che è altro potentissimo veleno. Molte centinaia di esperimenti sono stati fatti per arrivare a una combinazione di questi veleni che curi veramente e sopprima la malattia; l'ultima combinazione è quella che è stata prescritta dal nuovo regolamento. Si dice che una nuova serie di preparati produca magiche guarigioni della gonorrea; ma essi lasciano i dottori perplessi, perché portano soltanto in apparenza alla completa guarigione, mentre lasciano il paziente ancora col contagio e i gonococchi (il caratteristico microbo) vivi e vegeti. George Bernard Shaw dal Cap. 24. L'UOMO MEDICO - Il credo politico di chiunque Fonte: http://www.marxists.org/italiano/reference/shaw/credo/2.htm#p24 «Ogni volta che si proponeva di dimostrare che la vaccinazione stava uccidendo più persone che il vaiolo, faceva sempre in modo, anche in presenza dell'handicap di dover trattare resoconto il ufficiale delle morti di vaccinazione come se fosse realmente vero! Ancora oggi, non vi è alcun obbligo di segnalare correttamente tali decessi, e Miss Loat sapeva che i dati della mortalità ufficiali non rappresentavano probabilmente che un decimo, forse non un centesimo, del reale numero.

Come Bernard Shaw espresse, le cifre reali, "che potrebbero essere accertate, probabilmente sconvolgerebbero Erode.» Lionel Dole, 1965, THE BLOOD POISONERS http://bit.ly/1lRmzyw http://www.whale.to/a/deathssmallpox.html P.S. "Molti confondono una cattiva gestione con il destino." Frank McKinney Hubbard Il direttore generale dell’Oms dell’epoca Halfdan Mahler definisce l’eradicazione del vaiolo come “un trionfo dell’organizzazione e della gestione sanitaria, non della medicina”. Parole pronunciate in occasione di un meeting in Kenya, al quale partecipava anche il direttore del programma di eradicazione Donald Henderson. A cui fu chiesto quale fosse la prossima malattia da sconfiggere. Henderson prese il microfono e rispose: “la CATTIVA GESTIONE della sanità”. da: http://www.epicentro.iss.it/problemi/vaiolo/Vaiolo_Storia.pdf Occorre vedere dopo aver guardato... "Il mio modo di scherzare è dire la verità. È il miglior scherzo del mondo." George Bernard Shaw

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