Qual è la “qualità“ della vita nella nostra città?

Questa domanda, mi sono posto leggendo e rileggendo le tante lettere aperte che vengono pubblicate su questo BLOG di informazione “ON-LINE” e Vi porgo carissimi concittadini per aprire una discussione su questo argomento importantissimo, specialmente nel periodo estivo di maggiore affluenza di visitatori estemporanei in cerca di relax. E riguarda, la "qualità" della vita percepibile attraverso i diversi servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni sul nostro territorio (ambiente di vita) e che dovrebbero consentire in tutta sicurezza un libero accesso alle strutture pubbliche, soprattutto da parte dei soggetti più deboli (anziani) e dei portatori di disabilità motoria e non solo.

Mi riferisco, altresì, alle tante lettere aperte, a firma di diversi concittadini sull’argomento, abitanti in diverse zone del centro abitato (e non solo), rivolte all’attenzione dell’attuale sindaco, P. P. Gualano, ma purtroppo rimaste senza alcuna benché minima risposta o attenzione, nonostante il richiamo ai diversi disservizi (interi quartieri al buio ed un servizio di pubblica inadeguato sotto l’aspetto normativo e gestionale del fai da te, protrattosi arbitrariamente ed illecitamente per anni) ed allo stato di assoluta "pericolosità" delle strade, in atavico grave dissesto, derivante per lo più dalla qualità dei ripristini dei lavori occasionali di allacciamento alle reti dei servizi pubblici, con grave negligenza ed incompetenza dei soggetti funzionalmente nominati con i poteri del sindaco ai controlli.

Situazioni, queste, assurde per l’evidente assenza di programmazione e gestione degli interventi quasi sempre attribuite all’urgenza di provvederVi. Ma per chi vive ed opera nel quotidiano in altre realtà amministrative diverse, possiamo dirci fortunati, se determinati incidenti non accadono quotidianamente per l’alta esposizione dei “rischi” ed i pericoli alla pubblica e privata incolumità negli ambienti (sicurezza stradale, urbana, nei posti di lavoro degli stessi dipendenti comunali, per non aggiungere altro nel gioco e nello sport). La riduzione di esposizione dei cittadini ai diversi rischi derivanti dall’ambiente sono un obbligo dell’Ente Locale, per dare concreta attuazione a quanto previsto da Leggi e Regolamenti vigenti in questi ambiti .

E ciò, va avanti sistematicamente da anni con l’esborso da parte del Comune, di notevoli somme solo parzialmente coperte da assicurazione con una franchigia di circa € 60 mila annuali, per il ristoro dei danni quasi sempre a seguito di sentenze emesse dai Tribunali (e fortunatamente non appellate nei diversi gradi di giudizio), nella perdurante assenza di adeguate ed idonee iniziative del Comune per la limitazione dei danni.

La non cultura della “sicurezza”, va ad aggiungersi a quella amministrativa sull’accesso diretto dall’esterno “ON-LINE” attraverso i motori di ricerca del WEB alle informazioni detenute, rimaste soventemente sottratte nelle forme di totale integralità, o no?

Infatti, solo ieri, la sicurezza era qualificata sotto il profilo legislativo come una variabile; oggi, invece per le mutate condizioni e per gli attribuiti grandi “ c o s t i s o c i a l i ” è divenuta proprio attraverso una crescente consapevolezza della responsabilità civile, una vera e propria esigenza per quelle amministrazioni pubbliche più responsabili ed attente al “sistema sicurezza”.

Pur avendo lo scrivente una competenza specifica e certificata sull’argomento “SICUREZZA” , non sarò a parlarVi del “sistema ambiente e sicurezza”, della sua definizione e del suo immenso campo di applicazione che vede per la imposta “garanzia” di prevenzione, l’utilizzo di risorse economiche pubbliche dello Stato e comunitarie o più semplicemente del solo buon senso nella gestione della cosa pubblica a 360°.

Ma solo della "sicurezza stradale" e delle infrastrutture e strutture pubbliche, in presenza di eventi e calamità dette straordinarie (terremoti, alluvioni, incendi, ecc.), spesso però causate in diretta dipendenza dell’azione dell’uomo sul territorio, che rappresentano un tema molto dibattuto nel nostro Paese nell’immediato ed assume spesso contorni allarmistici e di grande preoccupazione, specialmente quando sono coinvolti le vite umane ed i giovani in particolare.

Per la qualcosa risulterebbe utile anche attraverso la già istituita fondazione “M. DI SALVIA” di avviare ed ampliare principalmente nelle scuole, più campagne di sensibilizzazione sulla “sicurezza” in generale e su quella stradale nel particolare, coinvolgendo i diversi Organi di polizia già presenti sul nostro territorio e che non mancherebbero certamente, qualora sollecitati dall’opinione pubblica, di fare "informazione e formazione" attraverso il proprio qualificato contributo.

Nella nostra - chiamata - “città” , sono inoltre presenti una grande quantità di anziani di età superiore a 65 anni che hanno la patente di guida, sono in genere in buona salute e quindi piuttosto portati alla mobilità che potrebbero offrire un ulteriore contributo sociale, se coinvolti in un progetto della “sicurezza”, anche attraverso la semplice segnalazione di “pericolosità” evidenti sulle strade ed in prossimità di queste.

Interiorizzare le regole del nuovo codice della strada (o della semplice convivenza civile), diventare utenti della strada capaci di rispettare sé stessi e gli altri, confrontarsi sul tema “sicurezza” ed elaborarne i diversi traumi, sono processi psicologici complessi, profondi, che si connettono in modo significativo alla storia relazionale ed emotiva di ogni persona, ci parlano del suo mondo interpersonale, e pongono il cittadino e le associazioni di protezione civile in condizione centrale e punto di riferimento nell’ambito della prevenzione e come soggetto dotato di partecipazione attiva alla scelte sul "sistema sicurezza".

Così facendo, si aumenterebbe la propria autoconsapevolezza, e il proprio modo di rapportarsi a 360° con gli altri, e specialmente sulle strade e nell’ambiente, per migliorare la qualità della vita stessa dei cittadini ed il libero godimento delle bellezze naturali, pur notevoli e presenti sul nostro territorio dal mare ai monti, ma scarsamente pubblicizzate ed utilizzate nella prospettiva di una graduale e maggiore redditività.

E ciò, soprattutto al fine di tutelare efficacemente il diritto dei cittadini di vivere in ogni parte del territorio un ambiente sicuro, in centri costruiti nel rispetto delle normative di legge poste a presidio della “sicurezza”, a misura d’uomo, ma caratterizzati anche da comportamenti positivi di tipo “autoprotettivo”, partendo proprio dall’ambiente di vita complessivo del cittadino.

Una domanda finale si pone d’obbligo a tutti gli attuali amministratori locali: Saprete sfruttare questa grande occasione di democrazia e partecipazione all’uso dell’ambiente per aumentare il “trend” sicurezza oggi pari quasi a zero?

Spero proprio di sì!!!

Meditate gente, meditate

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