A proposito della chiusura di Corso Garibaldi

Da Lunedì 13 a sabato 18 e poi da lunedì 20 a sabato 25 ottobre corrente, dalle 7:30 alle 17:00 di tutti quei giorni Corso Garibaldi rimarrà chiuso al traffico veicolare.

Il provvedimento è stato adottato dal comune su richiesta dalla ditta appaltatrice dei lavori di ristrutturazione di Palazzo Zaccagnino di proprietà della ex Fondazione Zaccagnino.

Dopo una ventina d’anni di sconcio ambientale perpetrato quel semirudere edilizio, degradato via via, in bella mostra lungo la passeggiata terminale del corso, e un lustro trascorso tra lenzuolate di annunci reboanti di destinazione e inizio lavori di riattamento svolti a estremo rilento, “scoppiano” in questi giorni i lavori per ristrutturare l’avito palazzo che fu proprietà del dott. Vincenzo Zaccagnino, fino alle soglie della sua dipartita da questo mondo.

La ditta che quei lavori mostra di voler riprendere con lena e con amplificata ampiezza, ha chiesto di occupare maggiore spazio pubblico, spazio che gli è stato concesso “ad abbundantiam”.

A leggere la notizia si legge che la ditta sia comunque obbligata a facilitare l’accesso e l’uscita ai veicoli dei residenti presso le loro rimesse e le sedi di attività lavorative poste all’interno dell’area chiusa al traffico generale, garantire il passaggio dei mezzi di soccorso e di emergenza e adottare idonei accorgimenti atti a garantire la sicurezza al passaggio dei pedoni. 

Gli asfalti, le pavimentazioni ed ogni altro elemento di arredo urbano eventualmente danneggiato, dovranno essere tempestivamente ripristinati a cura e spese dell’impresa esecutrice che rimane, sia penalmente e che civilmente, responsabile per eventuali danni cagionati a persone e/o cose. Tutte belle cose come previste sulla carta. Speriamo bene.

Ma è cominciata male.

Il primo giorno di chiusura abbiamo notato che per tutta la mattinata il traffico veicolare ha subito difficoltosi e inutili attardamenti, suscitando commenti, talvolta pesanti, poiché i conducenti provenienti da Corso Umberto I e determinati massimamente a raggiungere la parte Nord-Occidentale del paese attraverso il breve corso, si trovavano improvvisamente un vistoso apparato transennante, senza alcun altro segnale appropriato, subito dopo il Largo Enzo Fioritto.

Vietato proseguire quindi!  Per intuito si capiva che l’unica via da potersi percorrere era quella d lu Làrjh d P’zz’vôv peraltro incorniciato fittamente da auto in sosta. Cioè, per potersi dirigere nella sopraccennata parte del paese, occorreva fare inversione di marcia e reimboccare a destra il tratto libero di Corso Garibaldi, per girare poi a sinistra verso la Via Madonna del Carmine (Ex Via Plebiscito) e, attraverso le vie Matteotti e Brunelleschi, orientarsi su Via Gramsci verso quella parte del paese che si aveva in animo di raggiungere fin da quando si stava percorrendo Corso Umberto.

Se ne andavano circa dieci minuti. Abbiamo così sentito improperi all’indirizzo di chi ha permesso tanto fastidio, in particolare verso la ditta appaltatrice. Bloccando una delle tre direttrici longitudinali che possiede il paese si provoca una situazione di traffico veramente poco sostenibile, anche in periodo di non affollamento estivo.

Ma a nessuno è demandato il compito di assicurarsi della segnaletica stradale in caso di blocco viario così importante? Di chi sono le responsabilità? A tutti i conducenti passati per quell’esperienza è parso lapalissiano come un segnale di preavvertenza della “chiusura al traffico di Corso Garibaldi”, posto fin dal suo inizio, avrebbe evitato ai conducenti di avventurarsi nelle penose e coloratissime valutazione dei responsabili che qualcuno forse se li sarà anche andati a cercare.

Pare proprio che certe ordinanze siano fatte con gli stessi effetti di quelle leggi che portano l’Italia allo sfinimento. Intanto di apposita presegnalazione, nemmeno l’ombra. Anzi il problema del “pesante” blocco al traffico concesso dal comune su Corso Garibaldi non esisterebbe praticamente più.

La ditta che svolge i lavori, infatti, fin dal primo pomeriggio si è limitata ad occupare con un grosso veicolo il marciapiedi e una porzione della careggiata stradale, consentendo l’ordinario flusso del traffico. L’ordinanza comunale sta facendo la figura di una grida manzoniana.

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