Corre l'obbligo, personale ed istituzionale, di dedicare un po' di righe alla implementazione - non è mai troppo tardi - della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani (RSU) che, da qualche giorno, sta infarcendo di un positivo "subbuglio" la città di San Nicandro Garganico.
Ed è opportuno farlo da questo pregevole organo di informazione locale, giacché, almeno sulle cose oggettive, la mission della stampa e di chi vuol fare informazione, soprattutto alle nostre latitudini non può non essere quella di svegliare le coscienze sui problemi e sulle loro soluzioni.
Si tratta, questa volta, del terzo tentativo di differenziazione del rifiuto a San Nicandro, dopo che nel 2010 la città aveva consegnato un bel 16%, che evitò il commissariamento da parte dell'Assessorato Regionale all'Ambiente nel 2011 e che ci ha strappato dall'ecotassa fino ad oggi. Una percentuale presto tornata a zero, per l'assenza di politiche attente a considerare questo problema come una vera e propria emergenza, qual è.
Veniamo ad oggi. Ogni nuovo inizio, si sa, è duro, scomodo, tedioso, non foss'altro perché la tranquillità della vita quotidiana si stabilisce su abitudini. Che, quando cambiate o sovvertite, generano un fastidio, finché anche quel cambiamento non si assetti come abitudine, appunto.
Dunque, a cosa serve questa benedetta differenziata? E' anzitutto un gesto di alta civiltà, che con un po' di sacrificio in più (iniziale, si diceva, poi diviene abitudine), permette di eliminare i cassonetti urbani, spesso posizionati in luoghi davvero inopportuni (si pensi a quelli sotto le finestre o, peggio, a quello affianco alla colonna murattiana del castello), favorisce il loro riciclo diminuendo notevolmente i volumi delle discariche (l'obiettivo è di farle sparire), incute un approccio nuovo di ognuno di noi verso i rifiuti, che psicologicamente ci porta anche a non sporcare i luoghi pubblici. E', questa, la civiltà che ammiriamo in tutti i posti "migliori di noi", dove tutto è partito dalla presa di coscienza dei cittadini. Tutto ciò genera poi un indotto, che è anche economico e che nel giro di pochi anni potrebbe avere effetti notevoli (al ribasso, si intende) sulle rate TARES di noi contribuenti.
Stupisce, invece, come, attesa la nostra usuale, quotidiana faciloneria e superficialità, andiamo a cercare il pelo nell'uovo proprio per contrastare quel "sovvertimento di abitudini" che, ad esempio, la differenziata implica, con domande e dubbi che, spesso, non riguardano affatto il nostro dovere di cittadini: occorre un atteggiamento più positivo. Come si dice: la differenziata va "presa di petto"!
Ci ritroveremo in casa ben 5 contenitori, di diverso colore, utili appunto a "differenziare" i rifiuti. Il primo pensiero che viene a tutti: dove li metto? Cinque collocazioni, tra casa, balconi, terrazzo, garage si trovano: è statisticamente provato. Più fortunato chi ha il giardino, molto meno chi vive su un bilocale al piano terra. Si tenga presente, allora, che i contenitori servono principalmente per la consegna: si può dunque ritenere opportuno di usare in casa buste o sacchetti (meno ingombranti), soprattutto per materiali "flessibili" (carta e plastica ad esempio), e svuotarli nei contenitori poco prima della consegna, il giorno indicato dal calendario.
I contenitori, di norma, restano proprietà della ditta che smaltisce i rifiuti: noi ne siamo solo consegnatari. Fare i furbi per procurarsi un "secchio" per la campagna, potrebbe costarci aumenti sulla bolletta, se non è accertato il furto. Quando si rompono, la ditta li sostituisce. Se provocano incidenti, ne risponde la ditta, sempre che siano stati esposti correttamente e nei giorni prestabiliti.
Sono solo alcuni dei dubbi sollevati in questi giorni, pare. Ci si chiede anche dell'umido, che sarà ritirato tre volte a settimana e delle relative esalazioni: occorre trovare un luogo possibilmente esterno per il mastello dedicato (marrone). Tuttavia, in caso di conferimenti necessari ed urgenti, solitamente si opta per le isole ecologiche, che dovrebbero essere comunque dislocate in pochi punti cruciali della città
Poi, le solite perplessità: sicuro che la ditta differenzi davvero? Il personale non è poco? Come faranno rispettare le regole? Ecco, queste sono domande-alibi per sottrarsi al proprio dovere di cittadino che, tra l'altro, è anche di denunciare eventuali irregolarità, come già accaduto in passato.
Infine, il dilemma maggiore: dove buttare cosa. Nelle more che la ditta e il Comune ci stampino il materiale informativo e ci consegnino il calendarietto 2014 (sarebbe utilissimo) con i conferimenti giorno per giorno, da appendere in cucina, c'è un numero verde (sul volantino consegnato insieme ai mastelli), oppure basta una ricerca su internet o, per i più tecnologici, esiste addirittura una App per iPhone e Android, "Dizionario dei Rifiuti": basta digitare la tipologia (ad esempio: lampadina) per ricevere l'indicazione di conferimento. E per gli anziani? La ditta - e il Comune dovrà sollecitarla in tutte le mancanze o malfunzionamenti - farebbe bene a predisporre del materiale dedicato. Nel frattempo, non sia da alibi anche questa mancanza: aiutiamoli noi, i nostri anziani, soprattutto se dobbiamo "ringraziare" per la paghetta settimanale o, meglio, per la pensione.
Quelle appena descritte, sono solo alcune indicazioni basilari per fare, semplicemente, il nostro dovere di cittadini virtuosi. Che, nel caso dei rifiuti, non è solo quello di differenziare: occorre differenziare (i rifiuti), invogliare (i pigri), denunciare (le irregolarità). E' ragionevole ritenere che, con un po' di impegno da parte di tutti (come già dimostrato in passato), si parlerà della nostra città nel giro di pochi mesi. Nel frattempo occorre tanta pazienza: appena il servizio va a regime, solitamente si implementano altri strumenti operativi per rendere il tutto più consono agli obiettivi.
Per le mancanze della ditta e del Comune, invece, ci incaricheremo di provvedere nelle sedi istituzionali, tuttavia con tutta la comprensione del caso: c'è chi parla di rifiuti e di differenziata da decenni, e chi ancora oggi non sa bene dove andare a parare, nonostante si trovi a gestirli. Ma, come si dice, non è mai troppo tardi...
Buona "differenziata" dei rifiuti e buona "differenza" dal passato!