La Sgas (Sviluppo e gestione di attività sanitarie) Srl, società che gestisce le tre strutture rsa pubbliche San Raffaele di Troia, San Nicandro Garganico e Campi Salentina, ha comunicato l'apertura della procedura di riduzione del personale, per cessazione di attività.
All'origine, "grave inadempimento della Asl di Lecce e di Foggia"
"Motivi tecnici, organizzativi e produttivi". Così la Sgas (Sviluppo e gestione di attività sanitarie) Srl, società che gestisce le tre strutture rsa pubbliche San Raffaele di Troia, San Nicandro Garganico e Campi Salentina, ha comunicato l'apertura della procedura di riduzione del personale, per cessazione di attività. Detto in termini meno burocratesi: licenziamento.
Il pericolo era già stato paventato circa un mese fa dal consigliere comunale e provinciale del comune garganico Antonio Berardi, e dal consigliere regionale Napoleone Cera. Il motivo è ormai noto. L'adeguamento tariffario per le rsa deciso dalla Regione con la delibera 1293 del settembre 2022. La delibera, oltre a stabilire una rimodulazione della quota di partecipazione dell'utenza (passato dal 30% al 50%), ha fissato le tariffe per le rsa a 100,33 euro al giorno.
Nel caso della San Raffaele, la delibera ha procurato disagi sia ai parenti degli ospiti - che si sono visti aumentare le rette e sollecitati a pagare retroattivamente la differenza sui mesi arretrati a decorrere dal 1° luglio 2023 - ma anche alle stesse strutture gestite dalla Sgas in quanto, come fece presente lo stesso Cera, c'erano contratti vigenti che prevedevano per una parte dei posti letto una tariffa superiore (130 euro).
Con ripercussioni negative sui conti, che avrebbero di fatto potuto portare ai tagli sul personale per far fronte alla contrazione degli introiti. Detto fatto.
Lo scorso 25 marzo, attraverso una nota, la Sgas ha fatto presente "l'incertezza di poter onorare tutti gli impegni assunti con il personale, i fornitori e quant'altro necessario per l'espletamento delle attività" e la possibilità che il pagamento degli stipendi relativo al mese di marzo non venisse effettuato. Allarme che ha portato alla dichiarazione dello stato di agitazione proclamato dall'Unione Sindacale di base.
"Un comportamento che viola palesemente la prescrizione contrattuale e che vede espressamente l'obbligo della retribuzione mensile", è stato il commento in una lettera a firma degli stessi lavoratori delle rsa e del segretario generale della Uil Fpl Luigi Giorgione, inviata alla Sgas, Prefetto, Asl, Regione, e ai sindaci di Troia e San Nicandro Garganico, avente per oggetto una richiesta di incontro urgente.
Venti giorni dopo, è giunta la comunicazione dell'Amministratore unico e legale rappresentate pro tempore della società Carlo Trivelli.
La procedura di licenziamento riguarderà oltre 130 operatori full-time equivalent "divenuti strutturalmente eccedenti a seguito della preannunciata cessazione dell'attività aziendale".
Nella comunicazione inviata alle organizzazioni sindacali, oltre che agli uffici dell'Arpa e Inps, il rappresentate della Sgas motiva la decisione, addossando le colpe alle Asl di Lecce e Foggia "per grave inadempimento" ai sensi degli articoli 1453 e 1454 del codice civile, "precedute da altrettanto distinte intimazioni di adempimento del 19 marzo 2024, rimaste senza alcun esito".
Ma quali sono questi adempimenti? Nel caso della struttura di Campi Salentina, la Sgas contesta alla Asl di Lecce il rifiuto di revocare la delibera 196 del 27 febbraio 2024 "nella parte in cui prevede un assetto organizzativo della Rsa insanabilmente contrastante con l'assetto organizzativo contrattualmente previsto".
Nel caso delle due Rsa gestite nella provincia di Foggia, si fa riferimento alla mancata erogazione dei corrispettivi dovuti alle prestazioni dal 1° agosto 2023.
Nel caso della Rsa di Troia, inoltre, la Sgas evidenzia "il persistente rifiuto della stessa Asl di prendere atto che il Centro Diurno Alzheimer operante presso la struttura di cui sopra opera in base a precise disposizioni contrattuali".
Contestazione, quest'ultima, che fa riferimento proprio all'adeguamento tariffario. La quota prevista per i malati di Alzheimer è di 130,27, mentre la delibera regionale ha stabilito alle due San Raffaele venisse attribuita la quota di 100,33 a tutti i posti letto, quelli riconosciuti alle Rsa Mantenimento per anziani.
"Non si ravvisano misure idonee a evitare la programmata riduzione di personale", osserva l'Amministratore Unico, per il quale il licenziamento si rivela inevitabile anche per l'impossibilità di assorbire anche solo parzialmente gli esuberi, non esistendo altre sedi cui occupare il personale.
"Ritengo imperativo che il Consiglio Regionale della Puglia, attraverso la sua Commissione Sanità, intervenga con urgenza per affrontare questa crisi. Per questo motivo, chiedo formalmente che venga organizzata con la massima celerità una seduta per audire l'assessore alla Sanità, on. Rocco Palese, al fine di discutere la situazione e individuare soluzioni rapide ed efficaci che possano tutelare i lavoratori coinvolti e le famiglie degli ospiti delle strutture interessate", ha scritto Napoleone Cera nella richiesta di audizione urgente trasmessa in III commissione consiliare. "La gravità della situazione - ha aggiunto l'esponente di Forza Italia - richiede una risposta immediata e concreta. È fondamentale garantire che nessun lavoratore perda il proprio impiego e che nessuna famiglia debba sostenere costi insostenibili per l'assistenza ai propri cari".
Gli fa eco il consigliere regionale Giannicola De Leonardis, che parla di "un autentico dramma sociale" che bisogna a tutti i costi scongiurare e che danneggia i lavoratori, le loro famiglie, ma anche i pazienti ricoverati: "La vicenda delle Residenze Sanitarie Assistenziali è solo una delle tante dimostrazioni dei continui fallimenti in materia sanitaria del centrosinistra che da vent'anni gestisce pessimamente la Regione Puglia. Di fronte a questa ennesima emergenza - ha aggiunto il consigliere meloniano - è necessario che il presidente Emiliano, gli assessori alla Sanità e al Bilancio, nonché il direttore generale della Asl di Foggia intervengano immediatamente e con atti concreti poiché non c'è tempo da perdere per salvaguardare tanto i livelli occupazionali nelle strutture, quanto il diritto alla salute dei pazienti ricoverati".
Fonte Foggiatoday