Anche la politica è morta

Si è concluso a San Nicandro un film horror dal titolo “Si salvi chi può”. Tutti indipendenti, senza partito, pur di salvarsi e continuare ad esistere all’ombra della “gonnella” di un sindaco garante della gestione di un loro “pezzo di potere”. E’ prevalso il timore di cadere nell’anonimato e il terrore individuale di alcuni consiglieri di non poter più vivere l’illusione di sentirsi appartenenti ad uno status sociale privilegiato rispetto al cittadino comune. Il sindaco è il primo responsabile di questa situazione di degrado. La creazione di una slitta con la scritta “si salvi chi può”, con i pochi “cani sciolti” disponibili a trainarla, è stata una strategia studiata e ricercata come unica soluzione per poter ancora affiancare al proprio cognome il “titolo” di sindaco. Ha finto di dimettersi, si è sottratto a qualsiasi confronto politico pubblico, ha lasciato intendere di essere disponibile ad aperture politiche verso i rappresentanti dell’opposizione ed ha saputo ben interpretare il ruolo di “vittima” di giochi altrui di potere ingannando la buona fede di tanti cittadini, compreso quella del sottoscritto. Su quella slitta alcuni consiglieri si sono rifiutati di salire. Hanno preferito, furbescamente o intelligentemente, rimanere alla finestra nella convinzione di salvarsi da un probabile e a breve capovolgimento della stessa e di ripresentarsi con maggiore credibilità alle prossime elezioni. E’ la nuova maggioranza “del si salvi chi può” sia per coloro che sono saliti sulla slitta del potere e sia per coloro che hanno preferito aspettare sulla riva del fiume in attesa che passi “il cadavere”. In questo quadro di degradante spettacolo, mai vissuto nella storia politica locale, in tanti stanno dimenticando o tentano di sfuggire da alcuni essenziali aspetti politici:

1) Il centrodestra ha dimostrato il suo totale fallimento nella gestione del Comune; il tentativo di alcuni di sottrarsi alle proprie responsabilità con dichiarazioni di indipendenza o con “appoggi esterni” alla nuova maggioranza è il “segno” della paura della loro “fine” politica;

2) Il tentativo di tenere un Comune in “agonia” solo per l’ordinaria amministrazione è una pura follia politica, da irresponsabili e irrispettosi di una elementare regola democratica: chi non è capace va a casa e chiama i cittadini al voto;

3) Assessori e consiglieri indipendenti e senza partiti quale rapporto potranno instaurare con Regione, Provincia (con eccezione di Zuccaro), Comunità Montana, Asl, ecc. per rivendicare e ottenere interventi a favore di San Nicandro?. L’acquisto del castello con l’intervento della Regione deve pure far riflettere qualcuno!. Qualcuno ha il dovere di rispondere ad una semplice domanda: quale credibilità politica e istituzionale può avere San Nicandro nello scenario istituzionale generale. Si dica la verità: San Nicandro (e questa considerazione umiliante mi è stata rilevata a livello personale non più di 4-5 mesi fa) FA SOLTANTO RIDERE ad ogni livello;

4) L’assenza di un minimo programma concreto e credibile e la stessa qualità degli amministratori (per inesperienza) quale contributo reale potranno apportare in una realtà che muore giorno dopo giorno e con mille problemi?.

A me dispiace parlare con questa franchezza da Ancona ma noto, da diversi anni, che anche la politica è morta a San Nicandro e, purtroppo, ciò che rimane sono solo le lotte di potere fra persone a livello individuale e di gruppi. Se scontro ci deve essere che avvenga sui problemi, sul modo di affrontarli e risolverli!. A cosa serve attaccare il PD, per esempio, da parte di Augello, nuovo coordinatore di Fdi, se solo qualche anno fa era alleato alle elezioni comunali con il centrosinistra?; a cosa serve “urlare” agli inciuci per denigrare politicamente l’avversario e tentare di coprire le proprie responsabilità?. Purtroppo, anche il PD ha ingenuamente sbagliato: invece di pretendere un dibattito pubblico e la convocazione urgente del Consiglio Comunale per indurre il sindaco ad illustrare le ragioni della crisi e ascoltare le possibili soluzioni per il suo superamento, ha preferito partecipare ad incontri tra rappresentati consiliari senza accorgersi che il sindaco utilizzava quelle aperture per “intimidire” la sua maggioranza con lo scioglimento anticipato del consiglio.

Io spero di aver dato solo un contributo per eventuali riflessioni. Penso che il sindaco, a questo punto della situazione, debba solo dimettersi davvero e definitivamente e consentire che San Nicandro vada al rinnovo del consiglio comunale il più presto possibile.

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