Siamo alle solite. Ma non tanto perché la Petroceltic è ritornata con tanto di "licet" da parte dei ministri Clini e Ornaghi per fare le sue benedette prospezioni geosismiche a 13 miglia a Nord del Gargano, nei dintorni delle Isole Tremiti. Non ci vedo tanta notizia qui: c'era da aspettarselo all'ombra del mal sofferto Governo delle banche e delle multinazionali.
Il problema vero, grave e persistente, è che a San Nicandro Garganico il recinto dell'anticultura e del campanilismo cieco sembra diventato un muro, così alto e spesso da non farci scorgere che il nostro naso (forse). Nemmeno il nostro mare vediamo più.
Insomma: hanno annunciato che verranno con le trivelle davanti alla nostra faccia, poco dietro "gli impianti", dove in tanti andiamo ad ormeggiare con tanto di gommoni e canne da pesca, sulla rotta che da Tremiti va verso Pianosa. Verranno a scorazzare con le loro piattaforme davanti alla Torre, si, quella che tutti fotografano, tutti vogliono "salvare", tutti vogliono aprire ed "adottare" o, se si preferisce, all'orizzonte di Calarossa, dove tutti vogliono "sviluppare", "valorizzare".
Si è mossa la Comunità del Parco del Gargano, la Provincia di Foggia, il Consiglio regionale e il governatore Vendola in persona, con una missiva dell'ultima ora che finalmente batte il pugno duro sul tavolo delle banche e delle multinazionali, si sono sollevati tutti i deputati foggiani e pugliesi, da destra a sinistra, i comuni rivieraschi che tanto invidiamo stanno alzando la loro voce nei tavoli istituzionali.
Tutto questo accade fuori da quel muro, entro cui San Nicandro dorme. E' segno dei tempi, senz'altro. Tempi duri e brutti, presenti e in divenire. Ma mi sia concesso di sapere dove sono, almeno, i comitati ambientalisti dell'ultima ora. Mi si dica le associazioni che "vogliono bene al territorio" dove sono, nel mentre in tutto il Gargano il beneamato "associazionismo attivo" sembra ritrovare le forze e la volontà di riprendere un discorso importante, indispensabile proprio su questo pericolo incombente.
Non voglio inveire sull'assenza del mio sindaco, questa mattina, tra i sindaci del Gargano alla Comunità del Parco, in vece di un suo (legittimo) rappresentante, no. Il problema resta una città che, nei casi più illuminati, riesce a guardare a stento se il marciapiede davanti casa è intero. Chissà che, fregandocene sempre meno di quanto è più distante dalla nostra pellaccia, non ci allontaniamo anche da quel muro ed esso, per incuria, possa finalmente crollare.
Matteo Vocale