Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa
Venerdì 24 febbraio alcuni ragazzi dell’Associazione “ I ragazzi di via d’Amelio ” presenteranno il loro manuale “Capaci di combattere la mafia”, presso l’ISS De Rogatis-Fioritto.
Loro sono dei ragazzi universitari che si mettono in gioco proponendo ai più giovani cinque consigli fondamentali e pratici per contrastare le organizzazioni criminali mafiose presenti soprattutto nella provincia di Foggia; per loro la criminalità non si combatte solo nella aule dei tribunali ma soprattutto attraverso la crescita culturale dei ragazzi, proprio perché la cultura è confronto, ricerca e voglia di innovazione.
Hanno deciso di partire tra i banchi di scuola. Oggi chi di noi si sente al sicuro? Chi di noi è indifferente nel vivere in luoghi dove costantemente si ha paura di uscire la sera? Dove saltano in aria negozi e macchine? Dove gli imprenditori sono vittime di estorsioni il famoso “pizzo”? Dinnanzi a questo scempio i sogni finiscono e l’unica soluzione soprattutto per i più giovani sembra che sia solo quella di scappare. Ma perché parlare ai giovani di questo male? Perché un ragazzo dovrebbe essere interessato a capire cosa sono le organizzazioni criminali e come operano? Fin da subito per provare a sradicare questo fenomeno? Semplicemente perché avvelena la società.
In gioco c’è il nostro futuro. Ci stanno rubando il futuro! A chi se non ai giovani vengono rubati il futuro e le occasioni che la vita dovrebbe offrire? Questo perché la criminalità li costringe al cercare altrove la via alla felicità. I ragazzi di Via d’Amelio sostengono che non siamo noi a dovercene andare. Non possiamo permettere che questo territorio, la provincia di Foggia, sia il territorio di pochi, criminali.
Affermano che il loro dovere oggi è fornire alternative. Far si che si possa scegliere. Quello che per molti è solo una tematica per loro è una grave emergenza. Borsellino infatti, affermò “parlate di mafia”. Quando nessuno credeva nell’esistenza di tale organizzazione.
Oggi sappiamo che esiste, sappiamo che dobbiamo parlarne ma dobbiamo imparare da cittadini a combatterla. Se il pensiero storico comune vuole che la criminalità organizzata intervenisse li dove lo Stato non c’era, allora, oggi lo Stato, con i suoi cittadini e le sue istituzioni deve esserci. Solo così non ci sarà più la mafia.
Giovanna La Piscopia