Dal 3 al 9 novembre torna l’appuntamento promosso dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro per informare l’opinione pubblica sui risultati ottenuti nei laboratori e raccogliere fondi con iniziative sui media e sul territorio per finanziare progetti dedicati al percorso di crescita di giovani ricercatori italiani di talento.
Anche la delegazione locale ha deciso di aderire all'iniziativa. Infatti domenica 9 novembre, a partire dalle ore 9:00, l'associazione sannicandrese sarà in piazza IV Novembre per la vendita delle scatole di cioccolatini Lindt al costo di 10 Euro cadauno.
In Italia ogni giorno vengono diagnosticati 1.000 nuovi casi di cancro e circa 2.900.000 persone (quasi il 5% della popolazione) convivono con una precedente diagnosi di tumore (dati tratti da “I numeri del cancro in Italia 2014” pubblicati da AIRTUM e AIOM il 25 ottobre 2014). Dietro questi numeri ci sono storie di persone che affrontano tra paure e incertezze un’esperienza che cambia la loro vita. La ricerca, che rappresenta l’unica risposta possibile, in questi ultimi anni ha conosciuto una costante accelerazione con lo sviluppo di percorsi di prevenzione, diagnosi e cure personalizzate per molti tipi di tumore.
Il ruolo della ricerca è testimoniato dai dati di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi nel nostro Paese: 63% per le donne e 57% per gli uomini (nel 1990 era rispettivamente del 53% e 39%). Particolarmente elevata la sopravvivenza in tumori frequenti come quello del seno (87%) e della prostata (91%). Dati positivi che, tuttavia, devono tener conto che il cancro non è una, ma tante malattie differenti. Per questo è fondamentale continuare a sostenere il lavoro dei ricercatori impegnati a comprendere i meccanismi molecolari che stanno alla base dei tanti tipi di cancro con l’obiettivo di portare ai pazienti terapie innovative ed efficaci.
Oltre 5.000 ricercatori sono al lavoro finanziati da AIRC su 565 progetti e 14 grandi programmi di ricerca per trasferire le loro conoscenze dal laboratorio al letto del paziente: oggi infatti la distinzione tra ricerca di base e ricerca clinica si sta attenuando sempre di più e la multidisciplinarietà è uno strumento fondamentale per trasferire in poco tempo le conoscenze acquisite in laboratorio nelle corsie d’ospedale.