Il team archeo-speleologico Argod sbarca nel sociale e, quasi per caso, si accorge di una potenziale nuova accezione che potrebbe assumere il termine "speleoterapia". Ad oggi, con tutti i margini di incertezza imposti dal rigore scientifico, la speleoterapia è conosciuta e praticata, almeno in via sperimentale, per la cura di patologie alle vie respiratorie, con risultati più che soddisfacenti almeno nell'immediato.
Argod, tuttavia, in una delle sue numerose escursioni per cui è divenuta una delle associazioni più richieste e note del Gargano, ha potuto appurare il valore emotivo, trasferito quindi in ambito psicologico e psicoterapeutico, che ha il soffermarsi in un ipogeo per persone diversamente abili, cerebrolese e affette da diverse patologie.
«La speleoterapia - spiega Andrea Grana, direttore del gruppo - è una nuova idea progettuale incentrata sull'insieme delle emozioni che l'ambiente grotta può suscitare in chi vi acceda, nello specifico persone disabili e pazienti psichiatrici. L'idea nasce nell'estate del 2009, durante il progetto Estate Ragazzi del Comune di San Nicandro Garganico, dove erano coinvolti anche alcuni bambini diversamente abili.
Il Team ARGOD avendo notato la particolare euforia di un bambino in particolare, affetto da una sindrome rarissima in Italia (tra le varie patologie vi sono l'estrema difficoltà emozionale e comunicativa), ha inizato a prendere in seria considerazione il fatto che l'ambiente grotta possa muovere qualcosa di emozionale, di cognitivo all'interno delle persone disabili, pazienti psichiatrici, ma anche persone comuni che nella quotidianità mostrano una certa difficoltà nella loro sfera emozionale.
Nasce così la collaborazione con Angela Nardella, psicologa e psicoterapeuta e attuale assessore ai Servizi Sociali, con la quale si è arrivati ad un primo progetto che ha visto coinvolti alcuni disabili i quali, per ben due volte, si sono inoltrati in Grotta Pian della Macina, una grotta allo stato naturale, non attrezzata per il turismo generico».
Oltre al fatto che, come Argod vuole ribadire, "l'emozione è un diritto di tutti", la speleoterapia potrebbe assumere, dunque, una nuova accezione affiancando alla valenza medico-patologica anche quella psicologica e psicoterapica, mirando a modificare lo scenario della disabilità e del disagio psichiatrico.
Staff sannicandro.org