Perché ha vinto la Meloni?

In questi giorni in tanti si sono posti la domanda: quali motivazioni hanno spinto gli elettori a votare per il centro-destra e, in particolare, per Giorgia Meloni?. Se ci poniamo però la domanda diversamente: perchè non hanno retto le valide argomentazioni dei partiti del centro-sinistra quali fascismo-antifascismo, collocazione dell'Italia in Europa, la gestione del PNRR, la responsabile gestione della pandemia e della guerra Russia-Ucraina con tutti i suoi riflessi negativi sull' economia, il rischio della cancellazione di alcune conquiste sociali come l'aborto, ecc., forse una spiegazione riusciamo a trovarla. Parlando con alcune persone in questi giorni, compreso qualcuno vicino di famiglia, alla mia domanda sulle motivazioni del loro voto al centro-destra, mi è stata data una risposta semplicissima; "e con chi dovevamo votare"; "si sapeva già che avrebbero vinto loro perchè il centro-sinistra era tutto diviso"; "in questi anni abbiamo provato Berlusconi, Renzi, Salvini, Conte, ora bisognava provare anche la Meloni". 

Alla mia successiva considerazione: ma ora rischiamo di finire nelle braccia di Orban, che saltano alcune conquiste civili, che la pandemia, la crisi economica, la guerra, ecc. ecc., la risposta è stata altrettanto semplicissima: "ma noi non riusciamo più a pagare le bollette"; "i prezzi dei prodotti sono tutti aumentati"; "la gente continua ad andarsene in Germania", ecc.. Cosa possiamo dedurre da quanto detto: la gente non ha espresso un voto pensando alla "grande politica" di cui si è tanto occupata la televisione e il mondo dell'informazione nei giorni scorsi ma pensando semplicemente alle proprie difficoltà quotidiane che un partito di opposizione, come quello di Giorgia Meloni, ha saputo ben calamitare. In altre parole le vele della destra si sono gonfiate in quanto sospinte da un generalizzato vento di protesta fino alla vittoria finale. Sono state soprattutto le persone più deboli, più indifese, più esasperate e sfiduciate nelle risposte della politica e delle istituzioni ai loro problemi quotidiani che hanno determinato il risultato del voto. 

E ciò, diciamolo chiaramente, è stato altrettanto favorito da un irresponsabile comportamento politico del duo Renzi-Calenda e Conte che in quasi tutti i collegi uninominali e di riflesso nel proporzionale, hanno permesso che ciò accadesse e alimentato la sfiducia in una possibile futura alleanza di governo tra le forze del centro-sinistra. Il vento è stato cosi forte che ha consentito l'elezione alla Camera e al Senato di candidati totalmente anonimi e privi di ogni competenza; è successo in occasione della vittoria dei 5 stelle e oggi del centro-destra. Qualcuno direbbe: ma chi se ne frega delle competenze, l'importante è che abbiamo vinto!!!.Il risultato elettorale ha detto anche qualche altra cosa di importante. Quelli che sono andati a votare sono stati pochi e quasi tutti i partiti hanno perso in termini di numero di voti pur mantenendo percentuali accettabili.

E il caso del PD sul quale credo di poter esprimere qualche opinione. Io credo che a Letta e al PD molti suoi elettori non gli abbiano perdonato la troppa vicinanza ai diversi governi che si sono succeduti in questo ultimo decennio senza aver mai effettivamente vinto le elezioni. Certo, per senso di responsabilità verso il Paese, in momenti molto difficili, purtroppo senza poter incidere nel concreto della vita delle persone più di tanto ma solo per evitare che le cose precipitassero. E' stato visto e giudicato come un partito di potere che ha dimenticato gli ultimi, che ha dimenticato l'esistenza di un questione salariale per la classe operaia e il ceto medio, che ha dimenticato l'esistenza di un precariato e di uno sfruttamento insopportabile soprattutto nel mondo del lavoro giovanile, che ha rinunciato ad una seria battaglia per lo sviluppo del Sud nel quale continua ad imperare mafia e sfruttamento, che ha rinunciato a considerare la SCUOLA come vero luogo di formazione e di educazione.

L'errore che potrebbe fare il PD, con la discussione congressuale in corso, è quello di dividersi nella scelta delle alleanze, tra Renzi-Calenda e Conte e di scegliere il nuovo segretario in funzione della costruzione di una prospettiva politica in un senso o nell'altro. Il PD ha necessità di costruire innanzitutto una propria strategia politica e programmatica in piena autonomia, che torni a diventare un partito di lotta e di Governo, che torni a rappresentare le persone più disagiate e sofferenti, il mondo del lavoro, il mondo ambientalista e pacifista, i diritti degli uomini e delle donne. In altre parole, una idea di società e di Paese. Le alleanze si costruiranno normalmente nella lotta quotidiana.

Leonardo Di Monte


 

Menu