A Rosario

All’alba di un’altra settimana che ancor non rimargina la ferita della tua assenza, mi chiedo come sarà il prossimo Consiglio, quali mancanze, quali fulgidi sguardi ma soprattutto quali e quanti sorrisi ci farai mancare, mi farai mancare. La sterilità politica ci offriva, quotidianamente, dilettanti separazioni, crepe e
fratture sempre coagulate dalla tua umiltà, raro valore che sempre effondevi tra il rigido grigiore che l’azione amministrativa offre.

Bello è stato condividere la tavola, serate luculliane, spensieratezza, ancor più bello è stato condividere la campagna elettorale, con te fresca e genuina tra un familiare caffè ed un sempre sicuro, fresco abbraccio. Prematura, troppo, la tua assenza. Alcuna comparazione con gli affetti più intimi.
Una privazione futura non facilmente valicabile tra tutto il reticolato di curve politiche, fatui abbracci e gratuita invidia, ampi disvalori che sempre arginavi. Il contatto telefonico, inatteso il tuo nome, le granitiche gambe nel sospingermi tra i primi banchi, l’accarezzare il gelido marmo quasi a condividere ciò
che stavi provando.

La presente per l’impegno verso la città, per il colloquio con i più umili, per la speranza offerta, ma soprattutto per i disarmanti sorrisi, per me motivo di crescita.

Con la solita amicizia
Pierpaolo Mascione

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