Pari opportunità e opportunismo

In queste ultime settimane, da quando l'attuale sindaco Gualano ha composto la "Giunta-bis" incorporando nella nuova maggioranza amministrativa elementi del consiglio comunale che prima erano all'opposizione (3+2), vi è stato un tam-tam sui vari mezzi di comunicazione per il fatto che il Sindaco non ha tenuto conto delle pari opportunità circa il numero di donne presenti in Giunta. Mentre, inizialmente, erano due gli assessori di genere femminile, ora ve ne è soltanto una.

Molti hanno reclamato che il primo cittadino non ha rispettato la legge in vigore. La "Del Rio" parla di una proporzione tra i generi presenti in Giunta comunale. Analizzando varie circolari si evince che l'unico punto dove il Sindaco è tenuto a rispettare è: ogni Giunta non deve essere composta da un solo genere (maschio o femmina).

Diversi politici locali sono insorti. E' un falso problema. Secondo lo scrivente, il Sindaco in generale, con l'elezione diretta, ed eletto direttamente dal popolo, ha ampi margini di scelta purché rispetti quanto detto prima: i componenti della Giunta non devono essere di un solo genere. Questo perchè, oltre alle logiche di partito, i suoi assessori devono essere di proprio gradimento e avere la loro completa fiducia nell'attività amministrativa. Difatti, la legge dà al Sindaco la facoltà, in qualunque momento, di revocare la delega assessorile anche senza una motivazione logica.

Il vero problema non è la pari opportunità circa i componenti della Giunta. Le donne dovrebbero lottare veramente sulla composizione numerica delle liste elettorali. Ora, la legge dice: ogni genere in lista non deve superare i 2/3 del numero complessivo dei consiglieri assegnati a Comune. Si ritiene che questo è la vera discriminazione verso le donne.

Se parliamo di pari opportunità tale deve essere: ogni lista dovrebbe avere il 50 % di uomini e il 50% di donne. E soprattutto ritornare alla preferenza unica. Diversi anni addietro il popolo italiano è stato chiamato ad un referendum circa la preferenza unica. Oggi che si può mettere la preferenza ad un maschio ed a una femmina non è costituzionalmente corretto. Avviene che chi, potenzialmente, ha più preferenze individuali col gioco della doppia preferenza (un maschio ed una femmina) non viene rispettato la volontà del popolo sovrano.

Oggi, ancora una volta, si parla di pari opportunità, ma di fatto, secondo me la donna in questo contesto viene utilizzata: non è un soggetto bensì un oggetto che nelle logiche complesse dei partiti fanno e faranno eleggere personaggi non preferenze inferiori ad altri.

Tornando al numero di donne nominate da Gualano in numero inferiore, chi si sente leso può denunciare il tutto al TAR Puglia e vedere cosa accade.

Alcuni partiti che hanno cavalcato il problema dovrebbero fare una profonda riflessione. In questi due anni di Gualano, di concreto, cosa avete fatto all'opposizione? Se volevate, avete avuto il modo e i numeri per mandarlo, democraticamente, a casa. A qualcuno piace così... che duri fino al termine.

Antonio Gambuto

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