Il PD di San Nicandro Garganico - con un manifesto carico di espressioni degne di un discorso parlamentare, nel senso di aulico, ma senza il mordente necessario di chi cerca veramente una verità - informa che a livello regionale il partito attacca – pensate però, da Bari - il presidente della ex Fondazione Zaccagnino ed ex IPAB per intenderci (La denominazione ufficiale è ormai quella di ASP, Azienda per il servizio alla persona” che sfido ogni cittadino che non mastica l’italiano burocratichese a spiegarne il significato).
Il suo presidente, dicevo, il compaesano Nicandro Di Salvia, accusandolo velatamente di essere particolarmente benvoluto dal presidente Vendola e dalla sua giunta regionale. Ma di che lo accusano e del cui operato non sono contenti? Interpretando, anch’esso PD, la volontà del testatore fondativo, Vincenzo Zaccagnino, viene spiegato, parole testuali: “l’ASP Zaccagnino non è un’ASP come le altre”. E altrove, “Non ascolta attentamente il Territorio”.
La colpa quindi sarebbe dell’ex autorevole compagno comunista che intorno al 2010 è divenuto esponente del SEL. La polemica, con un garbato affondo, è diretta anche al sindaco Gualano – verso la cui amministrazione, peraltro e in particolare nel consiglio comunale, il PD si mostra piuttosto prono – il quale avrebbe la colpa di raccogliere le briciole che l’ASP da qualche anno elargisce alle povertà sannicandresi sotto forma di contributi, borse di studio e quant’altre quisquiglie (rispetto a un patrimonio che, in altri tempi ha saputo fruttare molto meglio, ad esempio dando lavoro, capite compagni, lavoro a molte, molte decine di paesani), e quando, tuttora, il Comune, pur nella sua condizione di dissesto, si permette – se abbiamo capito bene di chi sia il merito di tanta riconoscenza - di spendere una bella cifra, dedicando al testatore mirabilmente riscoperto attraverso la lettura di un libro, un bustarello di bronzo posto su un’erma d’aiola.
Ma la politica locale offre anche di peggio.