La città si appresta a vivere una nuova campagna elettorale che vedrà contrapposte forze politiche differenti con slogan e visioni del territorio.
Fare una campagna elettorale nel 2021 dovrebbe essere diverso rispetto al passato, ma nei piccoli comuni le dinamiche di voto restano incardinate ad un antico sistema che difficilmente viene scalfito dal tempo e dal modus operandi degli elettori.
A San Nicandro, come in molti piccoli centri del Sud Italia, vige ancora la politica del “Clan”. Ovvero gli elettori scelgono il proprio candidato non in base alle competenze/conoscenze specifiche dello stesso, ma solo in virtù dell’appartenenza ad un nucleo famigliare. Pertanto vediamo che i candidati consiglieri con famiglie numerose o con una platea di elettori “affiliati” per i più svariati motivi riescono ad ottenere un gran risultato elettorale e, ovviamente, a sedersi in consiglio comunale. Questo tipo di “sistema” ha portato negli anni ad eleggere consiglieri non propriamente pronti, che hanno perseguito solo i piccoli interessi di parte (la lottizzazione di un’area perché all’interno di quella particella cadeva la vigna di zizì e così via), senza tener conto del bene comune. Pertanto la figura del Consigliere Comunale è stata svilita al punto di occupare il mero ruolo di “alzamano” durante l’assise. Nella maggior parte dei casi i Consiglieri non hanno portato nessun apporto fattivo alla vita politica sannicandrese, supportando scelte calate dall’alto o peggio.
La logica del “Clan” non ha portato nessun beneficio alla Città poiché ha estirpato le competenze relegandole a virtù secondarie nella vita pubblica.
Questa logica si ripercuote drasticamente nella vita sociale della città che si è ritrovata senza idee e senza competenze, lasciando ai tecnici comunali il cerino in mano dell’iniziativa politica (cosa che non compete alla tecnostruttura). Fare politica significa studiare, avere basi giuridiche-tecniche-economiche-amministrative ma anche tecnologiche, zootecniche o agrarie. Significa aggiornarsi e dedicare tempo (e in alcuni casi anche soldi) alla vita pubblica tralasciando i propri affetti e le proprie passioni.
Oggi, con una campagna elettorale alle porte, ci sarebbe bisogno di uno sforzo importante da parte dei cittadini sannicandresi: quello di uscire dalla dinamica del “Clan” e scegliere i propri rappresentanti in base ai loro curriculum e ai loro background culturale. Dire un no ad uno zio/cugino/fratello del cognato/compare dei genitori significa fare un atto d’amore nei confronti della città. Avere un assise competente con consiglieri che conoscono la differenza dei vari atti amministrativi significa non dare alibi alla tecnostruttura e alla nuova giunta. D’altronde, la politica del “Clan” ha portato la nostra città al declino… cercare strade alternative è l’unico modo per uscire dall’impasse.