Un immondezzaio a cielo aperto

Più che una segnalazione, una constatazione, un grido di rabbia, il problema dell'immondizia sta diventando un “grido di dolore”. Purtroppo, la nostra città, col tempo sta diventando un “immondezzaio” a cielo aperto.

Non è difficile, oggi, trovare cumuli di “munnezza” in svariate aree di San Nicandro: le zone poco frequentate, come gli ingressi alla città, danno ormai il triste benvenuto a tutti, sannicandresi e non, con piccoli cumuli di rifiuti di ogni tipo gettati, qua e là, ai bordi delle strade.

E non è, allo stesso modo, difficile, trovare rifiuti qua e là anche in zone frequentate: nella Villa comunale, oltre le ringhiere che la delimitano (bottiglie e bicchieri di vetro e plastica e non solo), nel Centro storico (sacchetti di immondizia accumulati ai bordi della strada), sulla strada per il mare – la SP41 – (sul ciglio della strada) e persino davanti ai cancelli della sede del deposito dei mezzi della Teknoservice, la ditta appaltatrice, si possono trovare cumuli di “munnezza” di ogni tipo.

Con l'estate e, dunque, con una maggiore affluenza di gente nei mesi di luglio e agosto, la città si è ulteriormente riempita di immondizia, in ogni angolo.

Ma la comunità sannicandrese merita tutto questo?

La raccolta differenziata e il “porta a porta” sono, oggi, efficaci? Di chi è la colpa di questi disagi? Dell'amministrazione che non riesce a risolvere il problema? Della ditta appaltatrice che non offre un servizio adeguato? Dei cittadini che non rispettano il proprio territorio?

Sicuramente, la città - in toto - non merita assolutamente sporcizia, immondizia e rifiuti vari in ogni angolo, ma un maggior numero di bidoni o piccoli contenitori per i rifiuti, soprattutto nelle aree maggiormente frequentate. Strano ma vero, la raccolta differenziata doveva “regolare” la gestione dei rifiuti in città, ma sin dai primi giorni del porta a porta, con la conseguente rimozione dei vecchi bidoni, ci siamo ritrovati una città sempre meno pulita: a cominciare dai cani randagi che, spesso, ribaltano le pattumelle in cerca di cibo o stazionano presso le aree ecologiche frugando davanti (o dentro) i bidoni, a finire ad alcuni utenti che, ancora tuttora, preferiscono buttare di tutto in ogni angolo remoto della città.

È anche vero che la stragrande maggioranza dei cittadini si è prodigata nell'effettuare – al meglio – la raccolta differenziata, sin da quando essa è stata introdotta, ormai quasi due anni fa. A parte qualche “incertezza” iniziale, la comunità ha fatto del proprio meglio per cercare di selezionare i rifiuti, preservando l'ambiente e cercando di evitare il tanto temuto rincaro sulle tasse, che però è, puntualmente, “caduto” sulle nostre teste come una spada di Damocle - a causa delle accise dilatate al massimo anche sui rifiuti urbani, in seguito al dissesto economico dell'Ente.

Nonostante un certo impegno da parte della cittadinanza, la “differenziata”, a quasi due anni dalla sua introduzione, non è mai decollata.

Ad oggi, stando ai dati ufficiali pubblicati sul sito dell'Assessorato all'Ecologia della Regione Puglia (nella Sezione “RSU per Comune”, San Nicandro Garganico), la percentuale di raccolta differenziata del nostro comune è di poco superiore al 40% (i dati sono aggiornati solo fino a Maggio 2015, la percentuale media dei primi 5 mesi dell'anno è del 44% circa, dati molto più bassi rispetto al 47-48%, registrato a fine 2014, che facevano ben sperare).

Perché, dunque la differenziata non va e i dati sono in calo?

Probabilmente - e qui il condizionale è d'obbligo - non facciamo tutti del nostro meglio per preservare il nostro ambiente, iniziando dalle "cicche" di sigarette finendo ai rifiuti che produciamo in casa.

Probabilmente, è stata fatta poca alfabetizzazione: la differenziata non è stata “comunicata” ed “insegnata” ai sannicandresi a tempo debito e una parte della cittadinanza non ha ancora imparato a selezionare i rifiuti accuratamente.

Oppure, probabilmente, molti cittadini sono stanchi di continuare a farla: abbiamo le accise al massimo, un servizio, spesso, non adeguato ai costi in bolletta e una città sporca.

E, probabilmente, si fa prima a mettere tutto in sacchetto ed abbandonarlo in periferia, o in strada, quando nessuno ci vede, scegliendo il modo più semplice e “comodo”...

Le mie sono solo supposizioni, giuste o sbagliate che siano. Ma i dati ci dicono che stiamo rapidamente scendendo verso il 40% (a maggio 2015, infatti, la percentuale di raccolta differenziata è scesa al 42%), mentre avremmo dovuto (e speravamo di) superare il 50% di differenziata ad inizio 2015. Se solo “l'equazione” Differenziata/Teknoservice/Comune fosse stata risolta.

La situazione va, quindi, inquadrata in un discorso più “ampio” e i cittadini cominciano a porsi delle domande: se le accise sugli R.S.U. sono, oggi, al massimo e le nostre bollette sono ancora più “salate” rispetto a 2 anni fa, quando la raccolta differenziata non era ancora stata introdotta, ha senso continuare a farla?

L'introduzione “frettolosa” da parte dell'Amministrazione, e la non sempre adeguata gestione del servizio da parte della Teknoservice, uniti a un po' di “scelleratezza” da parte di alcuni cittadini sannicandresi, hanno - sfortunatamente - reso San Nicandro il paese meno pulito del “vicinato”. E basta passare una serata ad Apricena, Cagnano, Lesina, Rodi per farsi un'idea.

L'altro giorno in redazione discutevamo sul problema, ormai quasi irrisolvibile, “Differenziata/Teknoservice/Comune” e ci chiedevamo se esso fosse effettivamente legato alla gestione dell'ordine e del decoro da parte della Teknoservice e cosa potrebbe (e dovrebbe) fare l'amministrazione per tutelarsi e “mettere in riga” l'azienda.

Il comune, quindi, potrebbe risollevare la questione con la ditta appaltatrice (e quanto meno guadagnarci in termini economici). Basterebbe far rispettare il contratto, applicando, se necessario, le eventuali sanzioni in caso di inadempienza. Vi elenchiamo alcune delle sanzioni previste nei confronti della ditta appaltatrice, come da contratto:

150 euro di multa per ogni mancata pesatura dei rifiuti.
500 euro di multa per ogni mancato svuotamento dei cassonetti dislocati fuori dal centro urbano.
2500 euro di multa per la mancata esecuzione di un servizio di porta a porta previsto in un determinato giorno.
50 euro di multa per ogni utenza non servita dalla raccolta domiciliare.
150 euro di multa al giorno e per ogni mezzo che non è a perfetta tenuta per la frazione organica per evitare la dispersione di liquidi per le strade comunali.
1000 euro di multa per ogni mancato servizio di pulizia stradale o eseguito parzialmente o eseguito male.
500 euro di multa al giorno per ogni strada non pulita manualmente dietro segnalazione del comune.
10 euro di multa al giorno per ogni cestino porta rifiuti non svuotato dopo la segnalazione del comune.
100 euro di multa per ogni ora di ritardato inizio del servizio di raccolta porta a porta (inizia alle ore 6.00).
100 euro di multa per ogni ora di ritardata conclusione del servizio di raccolta porta a porta (termina alle ore 12.00).
15 euro di multa al giorno per ogni addetto privo di divisa regolamentare.
15 euro di multa al giorno per ogni addetto privo di targhetta di riconoscimento.

E ancora altre penali (300 euro di multa) su quanto previsto dal contratto, come: Rimozione e trasporto di rifiuti abbandonati e pulizia delle aree oggetto di discariche abusive, Automezzi dotati di scritta “Comune di San Nicandro Garganico - Servizio di igiene urbana".

E per finire: da 500 a 5000 euro di multa in presenza di evidente peggioramento della qualità dei servizi.

Quotidianamente, sui nostri canali (pagina Facebook in primis) si legge di gente che lamenta disservizi, che segnala cumuli di immondizia ovunque, che non ne può più della situazione, per alcuni quasi “d'emergenza”. Considerate, dunque, le sanzioni/clausole contrattuali elencate sopra, perché il comune non interviene e prende in mano la situazione, sanzionando, ove e se necessario, la ditta in caso di inadempienza?

Non sarebbe meglio darsi una mossa e stare un po' con “il fiato addosso” alla Teknoservice?

Un anno fa, l'11 agosto 2014, nel Consiglio comunale si parlava di problemi e gestione della Teknoservice e veniva presentato il nuovo Assessore all'ambiente, Carmine Rago. Quel giornò si parlò di disagi, mala gestione, incompatibilità tra ente e ditta appaltatrice, cittadini infuriati. Cosa è stato fatto, a distanza di un anno? O meglio, cosa è cambiato?

Al nuovo Assessore spetterebbe, oggi, prendere delle decisioni importanti per il bene della città su questo spinoso argomento: il disagio c'era e c'è. Le decisioni, la consapevolezza, le direttive per evitare tali disagi ci sono?

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