Il 30 gennaio una cinquantina di ragazzi stranieri sono sbarcati presso il lido di Calenella ricevendo l’immediato soccorso da parte dei cittadini di Vico del Gargano e dintorni.
L’articolo è stato descritto dalla Sig.ra Maria Grazia Tartaglione, pubblicato sul sito di Fuoriporta.info dal titolo "Una meravigliosa macchina della solidarietà", ha riscattato il nostro territorio dalle brutte notizie che di tanto in tanto tentano di oscurarlo.
Il componimento così ben esteso con tutti i suoi dettagli fa rivedere nell’immediato i corpi scarnati e infreddoliti di quei giovani ricoperti da pochi abiti bagnati e sbiancati dalla salsedine, così il loro sguardo smarrito e la tonalità del ringraziamento.
Ho provato le stesse sensazioni di quando scolaro studiando i moti rivoluzionari sostenevo l’ideale di tanti patrioti che per evitare minacce repressive erano costretti a lasciare la nostra Italia.
Un nostro Patriota ha descritto che l’angoscia del duro viaggio e la tristezza della lontananza facevano parte del disegno Divino così come ogni nostro destino.
Un tempo, il suono delle campane faceva radunare i cittadini per soccorrere e dare il sostegno alle persone in difficoltà; così ho immaginato il pronto intervento ai naufraghi da parte dei cittadini.
La popolazione del Gargano risponde sempre con energie e con opere fattive ai richiami impellenti perché è nella sua indole, senza discriminare la razza, la cultura, la religione di altri popoli più bisognosi; per questo sono fiducioso che saprà riscattarsi dai brutti momenti.
Tutti i soccorritori si possono ritenere fieri terroni del sud, forse poveri ma ricchi di umana civiltà. Sono anch’io fiero di essere nato nello Sperone; mi sono trasferito a Milano per motivi di lavoro
ma il mio cuore ha la residenza stabile presso il Promontorio.
Pochissime volte ho preso del terrone da qualche persona poco intelligente, la mia pronta risposta (ognuno è terrone di qualcuno come i padani degli svizzeri) non ha permesso loro di bissare.
Alcuni mesi fa in certi lidi dell’Italia e in quelli di Malta non è avvenuto il pronto intervento così accogliente e tempestivo come adesso, tanto da comporre "Sapore di sale sapore di Fede".
Addio Africa spaccata dall’arsura,
è la guerra che fa paura,
ti lascio per l’altra realtà
dove regna da tempo la civiltà,
dove l’acqua è corrente
e se ne spreca tanta per pulirsi il dente,
dove unta è la pietanza
e di avanzi in abbondanza.
Parto con il mio bambino
l’accompagno al sicuro destino.
Tutto ho dato a Caronte
per portarci sulle nuove sponde.
Giorni e notti a solcare l’infinito vetro
mai ci siamo voltati indietro
e quando l’onda bagna il pargoletto,
si asciuga al mio petto
e ne gusta il sapore del sale
fino a che il sonno l’assale.
Nel mentre appare il litorale
infuria il temporale;
cielo e mare fan girotondo
trascinando il bimbo a fondo
e mi ritrovo distesa sul lido
senza fiato per il grido,
tanti sguardi della civiltà
che scrutano il mio senza pietà,
quella folla mi urla attorno
additando il sentiero, quello del ritorno.
Tutto ho assaporato io,
tutta la volontà del buon Dio.
Antonio Monte da Milano