Non ti ho mai vista così. Brutta, sporca, degradata. I cani randagi, i tombini rubati, le buche nelle strade e quell’unico semaforo spento per settimane sono solo la punta dell'iceberg.
Un triste ritratto di una città alla deriva, un contesto sempre più sfilacciato, afflitto, dominato dalla microcriminalità e dal quasi completo abbandono “a sé stesso”.
In qualche modo, quella che era una piccola grande città ha imparato a vivere in una sorta di adesione quasi passiva a tante formule tradizionali, poco originali, errate, e la mia gente è diventata quasi incapace di reagire, di guardare oltre l’abisso. “E cama fa”, mi sono sentito dire più di una volta, ultimamente.
Una rappresentazione quasi grottesca a cui non avrei mai voluto assistere e che, purtroppo, appare nitida ai miei occhi, oggi. La mia città è diventata un teatro a cielo aperto, in cui si recitano, ormai, solo copioni tragici, un microcosmo fatto di totale avversione ai principi di legalità e senso civico, una comunità dominata dalla legge delle armi, dalla tracotanza e dall'illegalità, spesso troppo poco combattute, dalla politica, ma anche dall’omertà della mia gente.
Se è vero che siamo caratterizzati da una strana ed inspiegabile alchimia italica che ci vede capaci di tirar fuori il meglio di noi solo nei momenti di “catastrofe” - come forti depressioni economiche o periodi di carenze di risorse - spero che la mia gente sia in grado di ritrovare la via d’uscita dal tunnel nero in cui è entrata.
Per il presente ed il futuro. Per noi, più o meno giovani, e per le prossime generazioni, quelli più piccoli di me, a cui mi rivolgo, con un invito: riscoprire l’interesse per la politica, per il sociale, per le sorti della nostra amata città - e non solo in periodi di campagna elettorale.
Un giovane che si interessa alle sorti della propria città lo fa per dare il suo modesto contributo e non per manie di protagonismo. Spesso, noi giovani siamo considerati come dei veri ”out-sider”, ma, se siamo abbastanza forti e determinati, supereremo tutti i preconcetti che vedono l’impegno nel sociale e nella politica come un insieme di misfatti che non hanno nulla a che fare con il principio del bene comune.
Se dai diamanti non nasce niente e dal letame nascono i fiori, un giorno, gli annali ricorderanno la nostra cittadina non solo per i crimini. Sapremo riscrivere la nostra storia, tramite la nostra forza, ponendo il nostro passato come filtro e ricordo remoto di un tempo che non ci apparterrà più.
Sarà un po’ come un catalogo di destini nuovi che potranno darsi a noi uomini e donne... che ancora ci credono.
Il nostro futuro è in noi. Auguri, piccola grande città.