Il dodici dicembre 2011, a due anni dalla scomparsa, si è celebrata una Santa Messa in suffragio dell’indimenticabile Gino Bortone, nella chiesa del Carmine di San Nicandro Garganico affollata di amici, familiari, parenti, conoscenti, semplici cittadini.
Tutti ci siamo stretti commossi, attorno al papà, alla moglie, ai figli, al fratello Pietro e alla sorella Incoronata. Era veramente un ragazzo d’oro Gino, io lo conoscevo bene essendo stato mio allievo, nella scuola media, assiduo, studioso, educato. Identico rispetto che mi mostrava sempre, fino a poche sere fa, prima del maledetto e tragico incidente, gioviale e sorridente mi incontrava, per salutarci e parlare da vecchi amici, lo stesso rispetto che aveva per tutti cittadini. Fatto straordinario, anzi unico, non vi era distinzione tra alleati e avversari politici, tutti lo stimavano per la sua affabilità e disponibilità al colloquio.
Gino, lo sappiamo, era impegnato in politica, consigliere comunale prima ed assessore poi, sempre legato ai valori del socialismo, anima ed emblema del PSI, era un punto di riferimento, al servizio della nostra comunità. Dio sa quanto poteva fare come amministratore in questo periodo politico a San Nicandro, denso di incognite e di difficoltà.
Stimatissimo e benvoluto sul lavoro, era infermiere professionale, dimostrava rara sensibilità e disponibilità umana innata nel reparto di cardiologia dell’ospedale di San Severo, aveva sempre una parola di conforto per i malati e i degenti. Studiava ancora per conseguire una laurea per migliorare se stesso e la famiglia.
Gino Botone rispecchiava un ideale di umanità positiva, basata sull’etica, fiduciosa nelle proprie capacità, sensibile e attenta ai valori, ai sentimenti e ai rapporti interpersonali. Certamente ha lasciato un vuoto incolmabile.