La civiltà contadina non conosceva il linguaggio raffinato di belle parole derivate dal greco e dal latino, non abbinava alle frasi modi e tempi di verbi ben coniugati, non conosceva l’Utile e il Pil; bensì, conosceva l’utilità di ogni azione scaturita dallo spirito di sacrificio che produceva beneficio alla società.
Era rispettosa verso la natura, verso gli animali, verso il prossimo, verso il Signore, anche quando i temporali devastavano i raccolti e le pestilenze decimavano le mandrie, sapeva rispettare i disegni divini e ricominciava con umiltà implorando il sostegno per fare tutto e meglio. La stretta di mano serviva a concludere importanti contratti, l’onore, sostituiva le attuali norme giuridiche, si produceva per mangiare, si mangiava per vivere e non vivere per mangiare.
Riporto un episodio attuale che farà forse riflettere.
Un contadino, a 67 anni di età, ha ricevuto la comunicazione da parte dell’INPS di percepire la pensione di vecchiaia. Un altro avviso di sussidio lo ha ricevuto dalla Germania.
Raduna la famiglia in campagna per manifestare la gioia della notizia per i relativi importi: euro 48,00 mensili per sette anni lavorati in Germania e euro 508,00 per gli anni lavori in campagna.
Il primo dei tre figli, impiegato presso un Istituto assicurativo disturba l’entusiasmo del padre con questa frase: “soltanto questi pochissimi spiccioli?” Io con 37 ore settimanali anche se non dovessi fare più carriera, la pensione ammonterà a euro 2200,00 mensile.
Faccio notare che l’ex Presidente della società, tra salario, T.F.R. e buona uscita per un solo anno di servizio, ha percepito una somma complessiva che trasformata, è pari a 48.000,00 euro giornalieri.
Il secondogenito, impiegato presso un Istituto bancario assicura che lui prenderà a pensione maturata un importo superiore del fratello; così anche l’ultimo, dal calcolo approssimativo, essendo un avvocato, la cassa degli avvocati elargisce già per le pensioni minime, euro 3500,00 mensile.
Papà quanto tempo hai lavorato per prendere così poco?
Cari figliuoli, sono stato assunto a otto anni in qualità di pastorello, presso una masseria lontana dal paese e, fino a ventiquattro anni ho cercato di apprendere al meglio tutti i mestieri, disinteressandomi completamente del salario e del normativo.
Il fratello di vostra madre mi ha convinto di emigrare in Germania perché si guadagnava tanto.
Ho trascorso otto anni lavorando sodo in una città caotica dove i rumori e la confusione hanno stravolto il mio essere. Non appena ho realizzato la scorta utile per acquistare un podere, sono ritornato nel mio Gargano, evadendo dalla civiltà industriale priva di principi e di valori.
Col tempo ho realizzato ciò che avevo appreso durante il periodo di apprendistato: una mandria di bestie, una vigna, un uliveto, un orticello e un pollaio.
Prima dell’alba avevo già svolto parte del lavoro: governando le bestie, togliendo il letame dalla stalla, mungendo e accendendo il fuoco per lavorare il formaggio e poi accompagnavo le bestie al pascolo, subito dopo mi recavo nei campi per espletare volta per volta i lavori attinenti alla stagione: letamare, arare, zappare, seminare, tenere i campi puliti dalle erbacce, potare, innestare, accudire la vigna e gli ulivi, raccogliere i frutti, fare la riserva di fieno, di paglia e di biada per gli animali, completare la scorta per il fabbisogno della famiglia e nei ritagli di tempo lavoravo il legno per confezionare oggetti utili alla campagna, sistemavo la recinzione delle bestie e confezionavo con i ramoscelli di vimini sporte e contenitori per il formaggio e per la ricotta.
Il camino acceso della sera teneva sempre caldo il mio entusiasmo, anche quando i temporali distruggevano i raccolti o la pestilenza decimava la mandria. La carica di ricominciare e migliorare la qualità delle prestazioni, ha rappresentato la componente essenziale del mio essere.
Ho cercato di interpretare le regole della natura di come e quando fosse meglio innestare le piante imparando che non va fatto quando soffia il vento, seminare i prodotti composti da foglie, da radici e da frutti, in relazione alle costellazioni e alle fasi lunari, seminare al sole oppure all’ombra i prodotti a secondo le loro caratteristiche, fare accoppiare le bestie con i maschi di altre mandrie in modo da incrociare la razza per farla diventare più sana e più resistente alle malattie.
Ho appreso che la rugiada del mattino fornisce più energia vitale, che l’odore della stalla brucia le radici del vizio e la stanchezza è un ottimo sonnifero. Non ho mai pensato al denaro, alla pensione, oppure ottenere l’utile con meno lavoro.
Mi sono sempre impegnato di tenere in vita animali anche se meno produttivi, lo stesso metodo ho adottato per i prodotti della terra. Sapete quando lavoro richiedono i cereali? Se avessi fatto dei calcoli sul guadagno, la nuova generazione avrebbe ignorato l’esistenza delle fave, dei ceci ecc. ecc.
Mi sono impegnato nella vita di produrre l’utilità necessaria alla famiglia, alla società, a voi. Il vostro benessere impostato sul successo e sui soldi vi tiene lontani da quello reale. Il moderno benessere ha avuto l’abilità di sostituire i bisogni primari con quelli inutili.
Vi ha costruito il recinto (bar), punto d’incontro dove non si parla altro che di calcio e di politica, dove il panino fa da cena, da pranzo e da colazione, dove dietro il bancone c’è il diavolo che v’invita al vizio e vi incita a tentare la fortuna con i gratta e vinci, senza fare alcun sacrificio, vi sa tenere lontani dalla campagna, dalle stelle, dal sole, dalla luna, dagli sguardi familiari e dalla stessa compagna. Vi fate abbagliare dalla televisione e dai fannulloni, da coloro che sanno esprimersi con frasi logiche perfezionate di filosofia atte a vendere bugie.
Per benessere s’intende prendere la pastiglia per addormentarsi, per digerire, per espellere i bisogni fisiologici, per la depressione, per abbassare la pressione?
Avete appena iniziato a lavorare e già pensate alla pensione. Non sapete quando è brutto.
L’ultimo giorno di Lavoro
Osservo
animali e cose
con tanto affetto
ciò che definivo prigione
ne soffro il distacco
lo confesso
oggi amo il lavoro
più di me stesso.
Potessi
rappresentar l’assurdo
mutar
il dì questo
con quello assunto
lesto e meglio
riprenderei il fardello
ritornar giovane
è bello.
Antonio Monte da Milano