Bisogna avere il coraggio di "fare rete"

Dopo più di un anno e mezzo di pandemia, il settore che più ha risentito della crisi è stato il comparto turistico. Ad oggi molte le misure adottate dal governo sia Europeo, che nazionale, per contrastare questa crisi “pandemica” che ha colpito questo settore

Molte anche le misure del nostro governo italiano per far fronte alla crisi nel settore turistico, basta pensare che dopo trent’anni è stato istituito il Ministero del Turismo, per rilanciare e sostenere questo settore importante per l’economia italiana.

Dal due giugno l’Italia riparte, anche la nostra regione Puglia si promuove con spot pubblicitari, quest’anno si prevede un’alta percentuale di turisti stranieri, più degli altri anni, anche la maggior parte del territorio del Gargano è ripartito, si promuove non solo con eventi nazionali (come quelli di Rodi Garganico e Vieste ecc.) ma anche piccole manifestazioni locali.

Nonostante la crisi covid si riparte….

Invece noi? Come si riparte?

Come si è preparato il nostro territorio?

Chi ha promosso la nostra offerta turistica? Fatta di bellezze storico-culturali, bellezze naturali, e di prodotti enogastronomici che forse ci invidiano. Tranne qualche evento organizzato da quelle poche associazioni locali e da qualche operatore turistico, è mancata (e manca) una preparazione alla promozione del nostro territorio e manca un piano strategico locale.

Nonostante il periodo post-covid, i paesi limitrofi sono stati pronti a rilanciare il loro territorio, con il contributo delle istituzioni locali, sicuramente attraverso incontri, tavoli di lavoro con le imprese ricettivo-alberghiere e gli operatori del settore turistico.

Quando un visitatore o un turista arriva a San Nicandro è disorientato, poco informato sul territorio, perché manca un ufficio di informazione turistica IAT, manca una rete che possa indirizzarlo a conoscere i nostri siti storico culturali e quindi il turista spesso è attirato dagli eventi e dalle attrazioni dei paesi limitrofi.

Si certo, forse qualcuno si giustificherà dicendo che la burocrazia post-covid e le nuove normative, fanno fare alle istituzioni delle scelte diverse e poco coraggiose.

Allora iniziamo a guardare ai prossimi anni con una visione nuova, per promuovere il nostro territorio sannicandrese, bisogna partire dal basso, dalla nostra “cultura dell’ospitalità” iniziamo a pensare che per promuovere un territorio, bisogna uscire dal “guscio” è necessario imparare a “fare rete” fra le istituzioni e gli operatori del settore.

L’ideale è quello di “l’Unione fa la Forza” in cui operatori del settore uniscono le loro capacità e le loro idee per far crescere insieme il proprio territorio e renderlo appetibile.

Certo senza un coinvolgimento delle amministrazioni locali, che faccia da collante al settore, e che conosca bene il proprio territorio non si può parlare di “fare rete” o sistema.

L’auspicio per il futuro prossimo è quello di guardare ad una nuova compagine amministrativa  sono certa che ci sarà, che conosca bene il suo territorio, riproponendo la sua storia artistico-culturale, riqualificando i suoi siti turistici, e promuovendo il prodotto “enogastronomico” attraverso fiere nazionali e internazionali.

Fare rete significa: Confrontarsi, si deve uscire dal proprio IO individuale per ragionare per il bene comune. Condividere, in una rete ci deve essere una comunione di interesse ed esperienze. AVERE Coraggio, se con l’intendo e l’ambizione, tanto meglio, unendo le forze e le sinergie si può arrivare dove il singolo non può.

Credo che avere una visione nuova, nuove sinergie (unione di operatori turistici), un nuovo piano strategico per il turismo, più informazione turistica (tramite infopoint) con il coinvolgimento delle associazioni di promozione turistica locale, porterebbe al nostro territorio dei benefici.

Ma per farlo, bisogna avere il coraggio di “fare rete”

 

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