Perché l’Italia e gli italiani abbiano un legame così forte col Vecchio West, è una delle domande a cui non riesco a darmi una risposta. Me ne farò una ragione!
Mi riferisco sicuramente a Sergio Leone, che ha fatto del western il suo marchio di fabbrica, mi riferisco a Ennio Morricone, che ha tradotto in musica quelle ambientazioni, i duelli, i dialoghi…: chiunque, immaginando una scena tra pistoleri, canticchierebbe tra sé e sé una sua composizione. Mi riferisco a Bud Spencer, a Terence Hill e a tutta l’epopea Spaghetti western. La cosa curiosa è che abbiamo costruito nell’immaginario collettivo uno scenario diametralmente distante da quanto accadeva realmente a ovest del Mississippi, geograficamente parlando. Lo stesso Stephen King, ispirato dai film di Sergio Leone per la sua magum opus “La torre nera”, sottolineava la genialità del regista italiano nel saper rendere e interpretare, tramite immagini, quelle sterminate terre di frontiera dove la legge e l’ordine sociale ancora non erano arrivati e si poteva essere liberi.
Poi mi riferisco ad Emiliano Sciarra.
«Sciarra chi?» si chiederebbe qualcuno.
L’ideatore di uno dei giochi di carte di maggior successo negli ultimi venti anni, conosciuto a livello internazionale.
Bang! è un gioco di carte con ambientazione western, tanto semplice quanto geniale. Edito dalla daVinci Editrice nel 2002, fu premiato nello stesso anno come Miglior gioco italiano al Lucca Comics&Games e, due anni dopo, come Miglior gioco di carte all’Origins award negli Stati Uniti.
In un presente sempre più proiettato verso la tecnologia e l’innovazione digitale, risulta difficile pensare che esistano ancora giochi da tavolo, di carte o “smanettare” su qualcosa diversa da un pc, tablet, smartphone e similari. Ebbene sì, non solo prerogativa degli anni Ottanta e Novanta, di un passato solo da ricordare, esiste ancora oggi un mercato fiorente, se non maggiore rispetto a quegli anni, in cui l’Italia si è ricavata una posizione degna di nota, grazie alla dVGiochi e il suo Bang!, ma non solo.
Facciamo un passo indietro. Era il 1999 quando a Sciarra venne l’idea di creare un gioco che riuscisse a coinvolgere i parenti durante le feste natalizie, con l’obiettivo di essere semplice e divertente allo stesso tempo. Secondo quanto raccontato dall’autore, la prima partita in assoluto fu giocata il 6 gennaio del 2000 con alcuni parenti, durante la festa di compleanno del nonno. Pochi giorni dopo fu presentato e proposto agli amici del circolo scacchistico, in seguito, riconosciuto il potenziale, decise di proporlo a diverse case editrici.
La storia ci racconta di fughe di cervelli e talenti apprezzati solo all’estero, per Emiliano invece – e per fortuna – le cose sono andate un tantino diverse. Scartato negli USA, puntarono su Bang! solo in Italia, da una nascente daVinci Editrice che, probabilmente, senza la stoccata vincente, non avrebbe fatto il grande salto nel mondo dell’editoria ludica.
Perché tanto successo?
“Tanto semplice quanto geniale” l’ho definito poche righe più in alto. Sarà l’ambientazione, saranno i personaggi, saranno le “sparatorie”, sarà il pretesto per poter passare una buona serata tra amici o in famiglia, la vera innovazione di Bang! è la distanza tra i giocatori.
Ci sono i fuorilegge, c’è lo sceriffo e il vice, c’è il rinnegato che vuole strappare dal petto della legge la stella a sei punte. Ognuno ricopre un ruolo segreto, tranne per lo sceriffo, e non bisogna fare altro che…sparare! cercando di eliminare i componenti della fazione rivale. Per farlo abbiamo bisogno di armi, pallottole ed equipaggiamenti, per difenderci abbiamo bisogno di mancare i colpi, nasconderci dietro barili e metterci al riparo, utilizzando cavalli e qualsiasi mezzo a nostra disposizione. Più difficile a dirsi che a farsi. Tutto questo tramite un semplice mazzo di carte.
Voglio colpire Tizio che è seduto a distanza di due posti da me? Ho bisogno di un’arma che ricopra la gittata. Ho bisogno di restare in vita perché gravemente ferito? Posso bere una birra da buon pistolero o rubarmi un barile dietro cui nascondermi, sempre che non vada in frantumi.
Bang! è un trionfo del meglio che riesce a fare l’Italia, non solo per il milione e oltre di copie vendute, o per essere il gioco più copiato al mondo. Anche se fa parte di un universo distante anni luce dall’ordinarietà, quando si parla del Prodotto in Italia, del Made in Italy (però lo dicono in inglese), si parla anche di questo.
Provare per credere.