La giostra della vita

    «Esco un minuto, prendo una boccata d’aria» disse ancora seduto sul divano. Stentava ad alzarsi perché ipnotizzato; la sua mente era altrove, viaggiava in una spirale di emozioni alla vista di quella creatura, così dolce e impotente di fronte alla vita che gli aveva appena spalancato le porte dell’esistenza.

    Antonio giaceva lì, nel sonno più aggraziato, quello che solo un bambino può permettersi. Il sopore che non puoi apprezzare se prima non cresci e lo ammiri su qualcun altro. È una ruota che gira, ed è un peccato: il tesoro che hai, riesci ad apprezzarlo solo quando l’hai perduto.

    Si recò fuori, col corpo si intende, perché lo spirito era ancora lì, sul divano, affianco ai sogni di Antonio. La vista del parco era stupenda quella sera, non affollato, ma pieno d’energia. Mentre lo sguardo spaziava sempre più distratto, un turbinio di ricordi si affollarono nei suoi pensieri senza sosta. 

    “Eppure sono certo che, anche se non parli, comprendi e recepisci tutto in qualche modo.” Quella che probabilmente è la nostra età più bella, non ci è permesso di ricordarla: che bella fregatura!

    Immagini in dissolvenza, questi sono i primi ricordi che hai da piccolo. Per quanto ti sforzi di serbar memoria, sembra quasi che sia sempre esistito e, chissà, forse è proprio così. È vero, con altre forme, altre sembianze, ma l’anima, lei è infinita.

    Rientrò, poiché la brezza autunnale pizzicava alla gola. 

    «È bellissimo, vero?» chiese allo zio.

    «Un tempo anche noi eravamo così – sussurrò al bambino quasi potesse ascoltarlo –, poi crescerai, giocherai. Avrai momenti belli e altri meno belli. Vivrai attimi speciali che solo tu potrai capire e goderne in quel momento, come lo sono stati i nostri. Crescendo a tua volta li ricorderai con un bel sorriso, raccontandoli ai tuoi amici, o magari a tuo figlio. I tuoi momenti saranno magici e lo saranno solo per te.

    «Ti auguro di avere un amico speciale come lo è stato tuo zio per me. Ti auguro di avere una spalla forte su cui reggerti e di essere a tua volta spalla per chi ne avrà bisogno. Ti auguro di non essere perfetto, non me ne volere, affinché tu possa affrontare mille lezioni. Ti auguro però di superarle tutte e con il massimo dei voti.

    «Dovrai capire che ogni giorno sarai diverso e tutto ciò che sei stato prima, non svanisce. Solo, mostrerai un altro volto, che è il compimento di quello che lo ha preceduto e attende maggior compimento di ogni giorno che verrà.

    «Buonanotte piccolo!»

    «Andiamo?» disse zio Nicola. «Ci attende Breaking bad, ma prima passiamo dal distributore, dobbiamo fare rifornimento».

    Una giornata appena conclusa da una parte e una che stava per iniziare altrove, nelle ore che più preferiscono gli adulti.

    È una ruota. È tutto una ruota che gira.

Menu