Si riunirà oggi alle 16:30, in diretta streaming sula canale Youtube e sulla pagina Facebook di sannicandro.org, il consiglio comunale di San Nicandro Garganico, che riproporrà tutti i punti rinviati lo scorso 19 marzo, quando della maggioranza si presentarono solo in quattro. Ad eccezione di due accapi: quello sulla pubblica illuminazione non compare, in quanto bocciato nella scorsa seduta; mentre al primo punto vi è la proposta di intitolazione dell'aula consiliare al defunto sindaco Costantino Ciavarella.
Proprio in ossequio alla memoria del primo cittadino prematuramente scomparso, pare siano tutti d'accordo affinché la seduta si svolga oggi, in prima convocazione. Sebbene la legge assegni un minimo di dieci anni dal decesso per procedere all'intitolazione a persone di luoghi e spazi pubblici, il massimo consesso comunale ha voluto comunque andare avanti in questo senso, proponendo al Prefetto, a cui spetta l'ultima parola, di chiamare d'ora innanzi l'ex salone appartenuto a Vincenzo Zaccagnino, "Aula Ciavarella". Una sorta di pietra miliare, che per molti è la conclusione rituale della purtroppo breve "epoca" Ciavarella.
E infatti, i riflettori sono puntati su cosa potrebbe accadere dopo il primo accapo, a cui dovrebbero (e non è solo un condizionale) partecipare tutti. Sul consiglio odierno, infatti, pendono ben sette firme dei consiglieri di minoranza (D'Antuono, D'Ambrosio e Tardio per il PD, Lorena Di Salvia e Tancredi per FI, Tiscia e Gualano per Un Cuore SNG). Ne bastano altre due per mettere fine alla consiliatura.
Molti addetti ai lavori parlano delle opzioni possibili. Da un lato Fratelli d'Italia, che ha diramato nei giorni scorsi un comunicato che lascia pochi dubbi: presa di distanze dalla maggioranza, la sintesi. Ma anche dissapori al vetriolo, come quelli nei confronti della Lega. Resta da capire se i due consiglieri meloniani, Stefanìa e Frattollino, saranno consequenziali a quanto sottoscritto insieme al coordinatore di sezione Roberto Augello. Considerato anche che un'ala di FdI, come quella che fa capo all'assessore Nico Vigilante, è di tutt'altro avviso: andare avanti e non mollare.
Dubbi sul presidente del consiglio, il "can che abbaia ma non morde" dice qualcuno. Loris De Luca è stato fautore, nelle settimane e mesi scorsi, di numerosi confronti anche velenosi all'interno della maggioranza. Ha anche dichiarato, come nell'ultimo consiglio, di non essere della stessa linea della maggioranza su molti punti e metodi. Ma, di fatto, né la minacciata dichiarazione di fuoriuscita dalla coalizione, né altre azioni che ne chiariscano davvero le posizioni, si sono sinora mai materializzate. E la garanzia della sua firma a seguito dei sette consiglieri di minoranza, data nei corridoi, sembra essersi dissolta di fronte alla realtà.
Ben inteso che il gruppo della vicesindaca Cataluddi, ovvero i consiglieri indipendenti Mascione e Accadia, e quello della Lega di Stanisci con la nomina del marito Cervone ad assessore - mentre Sassano è non pervenuto - non hanno nessuna intenzione di mollare una briciola, resta la compagine che faceva capo all'ex UDC, ovvero i consiglieri Antonio Zuccaro e Maura Di Salvia, quei "moderati" ed "eredi" politici di Ciavarella che forse sono i destinatari di un passaggio del comunicato fatto da PD e M5S: nessuna compatibilità futura con chi oggi amministra in maggioranza, scrivevano due mesi fa (con l'avallo di almeno due liste civiche che si presenteranno con loro), tranne con quel "gruppo di moderati con cui da sempre vi è stato un dialogo".
Di fatto, proprio il primo accapo, sembra porre formalmente una cesura: quella che divide la fase Ciavarella dal dopo. Che sembra essere tutt'altro, dove i cittadini percepiscono null'altro che la confusione a discapito della chiarezza, l'interesse privato sopra quello generale e una litigiosità che, oltre ad essere sintomo evidentissimo dell'assenza dell'unico garante, non potrà portare nulla in termini di programmazione.