Regione Puglia nomina commissario ad acta per lottizzazione C1/B

Una lunga storia, dal 2001 tra ripensamenti degli interessati e ritardi del Comune

Con decreto n. 165 del 22 marzo 2016 il Presidente della Giunta regionale Michele Emiliano ha nominato l’architetto Vincenzo Lasorella commissario ad acta sul Piano di Lottizzazione della zona di espansione urbanistica C1/B comparto 3, in quanto non ancora approvato dal Comune, nonostante una sentenza del Tar Puglia che ha accolto l'istanza dei richiedenti.

Il decreto, il secondo dopo quello dello scorso gennaio (all’epoca il commissario designato rinunciò per impedimenti di natura personale) impone come per legge il pagamento di tutte le spese occorrenti, quindi compenso e rimborso spese per l’espletamento dell’incarico​, a carico del comune, per un tempo di 60 giorni, quelli necessari a definire la faccenda.

Una storia vecchia di 15 anni di cattiva amministrazione, di ripensamenti dei richiedenti, ritardi degli uffici tecnici, tergiversamenti della politica e dunque, insieme a tante altre, ancora irrisolta. Era il 2001 quando l’allora Commissario prefettizio del comune di San Nicandro Garganico, Salvatore Tropea, adottava lo schema del Piano di lottizzazione dell’insula C1/B comparti 3 e 4. Il tecnico dirigente comunale dell'epoca, quindi, predisponeva gli atti per l’approvazione definitiva, che sarebbe avvenuta solo a seguito della sottoscrizione della convenzione da parte di tutti i proprietari interessati. A causa di alcune problematiche in capo a questi ultimi, compreso il ripensamento di alcuni di essi, i restanti proprietari dovettero rivedere la documentazione e, nel corso del 2009, presentarono un nuovo piano di lottizzazione da sottoporre al Consiglio comunale.

Il consiglio comunale, con delibera n. 42 del 2010, sindaco Costantino Squeo, adottava regolarmente questo secondo Piano di lottizzazione. Successivamente, il dirigente tecnico comunale formulava delle osservazioni prima di sottoporre il piano a convenzione tra gli interessati. Gli stessi, aggiornarono e integrarono quanto richiesto, cosicché nel gennaio 2011 sottoposero nuovamente, come da iter, la questione al Consiglio comunale per l’approvazione definitiva del Piano. Il 7 e il 9 maggio del 2011 si tenne il consiglio comunale, ma entrambe le sedute andarono deserte (incombevano già le elezioni comunali) e tutto rimase congelato.

Non si diedero certo per vinti i proprietari dei terreni interessati, che tornarono a sollecitare più volte il Comune, con atti e istanze, già subito dopo le elezioni che consegnarono la città a Vincenzo Monte. Non se ne ottenne nulla, se non una riunione tra i rappresentanti dei lottizzandi, l'assessore all'urbanistica e la tecnostruttura comunale. Quest'ultima continuava a ingiungere ulteriori modifiche da effettuare al piano per l'approvazione, mentre i lottizzandi, dal canto loro, opponevano di essersi attenuti al Programma di Fabbricazione e alle vigenti leggi in materia urbanistica. Caduta nel vuoto l'ennesima richiesta, inviata direttamente al sindaco Monte nel maggio 2012, gli interessati optano per la via legale, producendo ricorso al TAR Puglia che, in circa un anno, emette sentenza di adozione del ricorso, annullando l'ultimo provvedimento di diniego da parte del comune all'approvazione della lottizzazione.

Scioglimento anticipato del consiglio comunale per le dimissioni di Monte, dichiarazione del dissesto finanziario del Comune e nuove elezioni che fanno primo cittadino Pier Paolo Gualano, presso il quale non si fanno attendere le istanze dei lottizzandi. I tecnici del comune, nell'agosto 2013, inviano una ulteriore richiesta documentale ai proprietari, che provvedono per il novembre successivo ad integrare nuovamente il tutto. Ma la richiesta di convocazione del consiglio cade ancora nel vuoto, nonostante ripetuta anche a febbraio, marzo e giugno 2014, con la contestuale richiesta di spiegazioni circa il diniego del Comune nonostante la sentenza del TAR, peraltro mai impugnata. Così, i proprietari decidono di rivolgersi direttamente alla Regione Puglia, che ha ora nominato il commissario Lasorella, per mettere fine alla vicenda entro il termine di 60 giorni.

Naturalmente, l'esito della disamina che produrrà il commissario non è certo scontato, sebbene il seppur difficile e tortuoso percorso di un provvedimento che dovrebbe essere definito nel giro di alcuni mesi, sembra essere favorevole agli istanti, che vedrebbero così legittimato un diritto che, con molta probabilità, contribuirà a valorizzare dal punto di vista urbanistico una zona periferica del centro abitato.

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