Si susseguono a pioggia note e comunicati da parte del mondo associazionistico e politico della Capitanata e della Puglia, in merito al progetto "Elsa 2 " della Petroceltic S.p.A. intenzionata a sondare i fondali del mare prospiciente l'Abruzzo e il Gargano.
L'ultimo comunicato, che riportiamo di seguito, è quello del giovane team archeo-speleologico ARGOD di San Nicandro Garganico, che si occupa della promozione delle bellezze del Gargano.
"Il Gruppo Archeo-Speleologico A.R.G.O.D., che da un paio di anni si occupa della valorizzazione e della promozione del territorio garganico, convogliando in se giovani energie che amano il proprio territorio - si legge nel comunicato a firma del presidente Giovanni Barrella - ha appreso con preoccupazione la notizia del parere favorevole, da parte del competente Ufficio del Ministero dell’Ambiente, circa il progetto “Elsa2” con cui la “Petroceltic S.p.A.” intende attuare ricerche per individuare la presenza di idrocarburi nella zona di mare denominata “d489 B.R.-EL”.
Le forti perplessità, che in questi giorni trovano quanto mai in accordo larghissime frange della società civile nonché buona parte del mondo politico locale inteso nella sua più ampia trasversalità, si fondano sulla assurdità di conciliare uno sviluppo del territorio improntato, contemporaneamente, sulla salvaguardia ambientale, che tenta sempre più di conferire e preservare al Gargano quegli aspetti di natura incontaminata che sono il fiore all’occhiello del moderno turismo, e sullo sfruttamento di presunti giacimenti petroliferi, in un’era che guarda con fiducia alle fonti di energia rinnovabili.
Noi abbiamo la certezza che valga la pena piuttosto bonificare il nostro territorio e il nostro mare, per aumentare sempre più le sue potenzialità naturalistiche: il guadagno di un eventuale sfruttamento di giacimenti petroliferi, oltre che minimo rispetto alle potenzialità già offerte per vocazione dal Gargano, sarebbe fin troppo effimero.
Del progetto “Elsa 2”, peraltro, non ci preoccupa soltanto l’ispezione a noi più vicina, ma anche le eventuali perforazioni nel prospiciente mare abruzzese. Ci capita spesso di perlustrare la costa settentrionale del Gargano rilevandola costantemente invasa, oltre che da rifiuti di ogni genere, da rilevanti addensamenti di materiale bituminoso (cosiddetto ‘catrame’), di cui molte scogliere, ormai, sono intrise. Si tratta di apporti detritici riferibili con certezza all’attività pelagica, le cui correnti permanenti nell’Adriatico occidentale, hanno una direzione NW-SE.
Ci domandiamo, dunque, fino a che punto le ricerche siano “sicure”, come la stessa Società garantisce; dubitiamo che il progetto tenga conto delle peculiarità geo-bio-marine dell’Adriatico centrale dove, la presenza dell’arcipelago diomedeo, conferisce una natura del tutto diversa a quella fascia marina. Ci chiediamo, inoltre, se una eventuale continuità di perforazioni possa alterare lo stato geofisico di una regione che, oltre ad essere sismicamente individuata come di categoria 2 (l’area del Fortore, invece, è di categoria 1, ad altissimo livello sismogenetico) vede in questa fase storica un susseguirsi cadenzato di lievi scosse telluriche estremamente superficiali. Né si dimentichi, infine, la triste vicenda dei sette capodogli spiaggiati, le cui circostanze di morte non sono tuttora condivise e chiare.
Invitiamo, pertanto, tutte le forze civiche e politiche a fare fronte comune non per fare la guerra ad un progetto che può avere anche caratteri di legittimità, ma per far capire a tutti, a chiare lettere, qual è lo sviluppo che noi vogliamo per il Gargano e per il nostro mare affinché, oggi come in futuro, passi dalla mente di ognuno il solo pensiero di intervenire dall’alto senza tener conto delle idee chiare e conclamate con cui la nostra gente immagina un futuro migliore per il suo territorio e per se".
(Foto: piattaforma della Petroceltic a largo di Vasto (CH) da www.rifondazionevasto.com)