Parte la levata di scudi dopo la diffusione della notizia secondo cui, il decreto Mise n. 176 del 22 dicembre scorso, con permesso n. B.R274.EL, autorizza la società Petroceltic Italia Srl a condurre prospezioni per la ricerca di idrocarburi nello specchio di mare tra Vasto (Ch) e le Isole Tremiti, a circa venti miglia a nord dell'arcipelago diomedeo.
Un pericolo ben individuato già nel 2011 a Termoli, con la grande manifestazione di tutte le associazioni NoTriv di Puglia, Molise e Abbruzzo, alla presenza di amministratori locali, provinciali e regionali e con testimonial d'eccezione il compianto Lucio Dalla. Ma i tentativi dei governi succedutisi da allora sono stati almeno due e non hanno affatto tenuto conto della protesta. Quello attuale è solo l'ultimo, che sta creando non poche grane, in termini di consensi, al governo Renzi presso le popolazioni che si affacciano all'Adriatico, dal Veneto alla Puglia.
Nelle ultime ore, prima l'intervento del sindaco delle Isole Tremiti, Antonio Fentini, che raggiunto telefonicamente da Teleradioerre ha dichiarato: "Che volete che vi dica, ci sentiamo letteralmente presi in giro da un Governo che prima dice si ai referendum e dopo un mese concede le autorizzazioni ad una multinazionale del petrolio a trivellare a poche miglia dall'Area Marina Protetta delle Tremiti. Tutto questo è assurdo - continua Fentini - e se poi consideriamo che la Petrolceltic verserà allo Stato appena 1900 euro l'anno, la cosa è ancora più ridicola. Se questi soldi - aggiunge ironicamente il sindaco - servono a risanare il bilancio dello Stato, ben venga. Qui alle Tremiti non ci arrendiamo facilmente, e personalmente confido molto nel nostro presidente Michele Emiliano, che è uno tosto e si farà rispettare".
E mentre Fentini annuncia una grande manifestazione a livello interregionale, è proprio il presidente della Puglia Michele Emiliano che lancia i primi strali, anche in riferimento alla bocciatura di cinque quesiti referendari sui sei proposti dalle regioni in merito alle trivellazioni: "Trivellare il nostro mare è una vergogna ed una follia. Trivellare al largo delle Tremiti o di Pantelleria, o nel Golfo di Taranto, poi, griderebbe vendetta se la notizia di oggi fosse confermata dal Governo. Non può essere che la volontà di ben dieci Regioni di tutelare il loro mare sia sbeffeggiata". Così il presidente Emiliano, che continua in una nota ufficiale: "L'emendamento natalizio del Governo non può essere un trucco per ammansire le Regioni italiane, ed in particolare quelle del Sud, per poi trivellare ovunque come se niente fosse una volta superata l'emergenza della reazione dell'opinione pubblica. Resta il fatto che almeno un quesito dei sei sarà sottoposto a referendum. Quest'ultimo è sopravvissuto a questo emendamento natalizio alle norme dello Sblocca Italia. L'emendamento è stato formulato e approvato senza neppure uno straccio di dichiarazione politica di pentimento da parte del Governo e della sua maggioranza sulla intenzione di dare impulso alle ricerche petrolifere nei nostri mari. Così come è incredibile che il Governo non abbia pubblicamente spiegato la decisione di rilasciare le autorizzazioni al largo delle Tremiti. Le Regioni proponenti i referendum - conclude il presidente della Puglia - non devono fare passi indietro. Dovranno elevare subito conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato davanti alla Corte Costituzionale per alcune norme dell'emendamento natalizio che hanno scippato al popolo italiano la possibilità di esprimersi in sede referendaria sul punto di restituire o meno alla Conferenza delle Regioni il potere di decidere se e dove sia possibile trivellare a fini di ricerca petrolifera. Si dovrà inoltre iniziare subito la campagna referendaria valutando tutte le altre iniziative necessarie alla tutela del nostro mare".