Navi dei veleni: richiamate le Istituzioni

Il Comitato del Mare invoca di nuovo il loro intervento

Con una lettera aperta inviata ai sindaci di tutti i comuni garganici, al presidente della Provincia di Foggia e al presidente del Parco Nazionale del Gargano, il Comitato per la tutela del mare del Gargano, chiede a gran voce l’intervento delle istituzioni sulla questione navi dei veleni, “affinché venga istituito un tavolo di confronto sulla tematica con la Regione Puglia e vengano messe in atto, in maniera concertata e concordata, gli impegni presi, a nome della Regione, dall’Assessore Guglielmo Minervini” che riguardano principalmente: la rimozione delle navi Eden V e Panayiota, tuttora arenate a Lesina e a Pianosa; lo stanziamento di fondi ai fini di un’indagine epimediologica sullo stato di salute delle popolazioni locali e la convocazione di una conferenza di servizi della Regione Puglia con le istituzioni locali, al fine di affrontare e risolvere le delicate questioni riguardanti il mare del Gargano, compresa l’eventuale bonifica. Impegni, questi, presi dall’assessore regionale a margine del convegno “Le navi affondate al largo del Gargano. Quali risposte istituzionali a tutela della salute dei garganici?”, svoltosi a San Nicandro Garganico il 28 ottobre scorso al quale gli stessi rappresentanti delle istituzioni destinatari della lettera aperta (fatta eccezione per l’assessore regionale, il sindaco di San Nicandro Costantino Squeo e il sindaco di San Marco in LamisMichelangelo Lombardi) , seppur invitati, non hanno partecipato.

Un silenzio assordante circonda da sempre queste tematiche che pur dovrebbero assumere un ruolo centrale e prioritario nell’agenda politica degli amministratori, soprattutto locali.

Tematiche sicuramente scomode, di difficile soluzione, ma che proprio per questo motivo necessitano di sinergie tra gli enti territoriali, a difesa della legalità e della salute pubblica. Il convengo di ottobre aveva preso spunto da un’inchiesta giornalistica di Gianni Lannes su container e navi affondate al largo del Gargano delle quali proprio la Panayiota e la Eden V, arenatesi con modalità e circostanze sospette, rappresentano una testimonianza visibile a tutti, incarnando, anzi, con la loro desolante presenza da più di venti anni sulle spiagge di luoghi anche rilevanti dal punto di vista turistico, una sorta di “monumenti” all’indifferenza delle istituzioni.

Ed infatti, proprio l’assenza e il silenzio delle istituzioni (sindaci dei vari comuni, presidenti di parco e provincia, ministero) ha preoccupato i numerosissimi cittadini di ogni paese garganico intervenuti in quella sede, spingendo i rappresentanti di alcune fra le associazioni organizzatrici del convegno a dar poi vita al comitato per la tutela del mare, proprio per assumere un ruolo di stimolo e propositivo sui temi della salvaguardia del territorio e dell’ambiente marino e costiero.

“L’assenza e il silenzio delle istituzioni invitate a dare risposte concrete riguardo a tematiche rilevanti e relative alla salute pubblica, alla tutela ambientale, alle possibilità di sviluppo sostenibile del territorio garganico, fatta eccezione per l’assessore regionale Guglielmo Minervini che ha accettato il confronto, del sindaco di San Marco in Lamis presente in sala e del sindaco di San Nicandro Garganico che ha ospitato l’incontro – prosegue la lettera del comitato alle istituzioni - ha suscitato il malcontento e la preoccupazione del folto pubblico presente e dei numerosissimi rappresentanti della cittadinanza attiva, della cultura, della società civile accorsi al convegno. Qualche giorno dopo l’incontro, l’inchiesta del giornalista RAI, Angelo Saso (trasmessa da Rainews 24) ha aggravato le preoccupazioni di un Gargano il cui futuro viene vissuto con ansia, incertezza e precarietà, a dimostrazione che gli aspetti critici di un territorio devono essere affrontati con tempestività e risolutezza dalle classi politiche e istituzionali, che necessariamente devono, su questioni di rilevanza pubblica, dimostrarsi all’altezza degli alti e nobili compiti ai quali sono preposte".

(Anna Lucia Sticozzi da La Gazzetta del Mezzogiorno)
 

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