Un «incontro» casuale nel corso di una delle tante esplorazioni in grotta dei due giovani archeo-speleologi Andrea Grana e Giovanni Barrella del team archeo-speleologico Argod di San Nicandro Garganico, con una particolarissima chiocciolina trasparente potrebbe aver innescato una scoperta importante, quella di una nuova specie animale, come confermerebbero i rilievi e gli studi successivi eseguiti dall’Università di Siena e dall’esperto in molluschi, docente di biologia animale, Folco Giusti.
Si tratterebbe dunque, di un mollusco «fortemente depigmentato» che ha sviluppato in cattività delle caratteristiche peculiari per adattarsi all’ambiente che lo ospita, probabilmente da molto tempo. «La specie ha rivelato un’anatomia dei genitali fortemente corrispondente al gruppo dei draparnaudi - riporta la relazione degli esperti dell’Università di Siena - Ma la particolarità della “nostra” popolazione, cioè di quella individuata nella grotta di San Nicandro consiste nella depigmentazione delle carni inusuale, in una specie che normalmente, anche quando si rinviene in grotta, conserva carni ben pigmentate blu-ardesia.
I casi in cui Oxychilus di grotta sono così depigmentati sono quasi sempre peculiari, adattate e differenziate in loco, forse in rapporto proprio al loro vivere in grotta da moltissimo tempo, come ad esempio è stato riscontrato nelle grotte delle Alpi Apuane». E lo studio del particolare mollusco procede con ulteriori indagini di tipo molecolare sulla particolare chiocciolina scoperta quasi per caso nel 2008 dai due giovani speleologi sannicandresi, nel corso di un’indagine esplorativa in una delle tante grotte del territorio sannicandrese, poi condivisa con l’entomologo del gruppo Leonardo Melchionda ed in seguito, accertata la sua estrema peculiarità rispetto a tutte le specie conosciute, sottoposta al vaglio del prof. Giusti e degli esperti dell’università senese che ne hanno confermato la straordinarietà.
«La nostra piccola chiocciolina garganica – commenta il direttore scientifico del team Argod, Andrea Grana - sembra essere un raro esempio, in Italia, di Draparnaudi bianco traslucida, che potrebbe rivelarsi una specie adattatasi in loco. In tal caso, le implicazioni scientifiche, in ambito biologico e biospeleologico, avrebbero ampia risonanza su scala nazionale ed internazionale».
La scoperta è avvenuta nel 2008, durante un’indagine esplorativa dei due speleologici in un delle tantissime grotte del territorio sannicandrese, nel corso della quale Barrella e Grana si sono imbattuti in questo particolare esemplare di mollusco. Per gli esperti la depigmentazionene delle carni comportava una qualche forma di adattamento e le successive analisi confermarono che l’esemplare risultava difficilmente collocabile in specie già conosciute.
(Anna Lucia Sticozzi per La Gazzetta del Mezzogiorno)