La domenica dell’avvocato 58
NASCITA DI UNA FOCE
Dopo il fallimento del suo ambizioso progetto DARK TOURISM (e soprattutto, dopo il deludente e complice silenzio del GOVERNO DI LESINA) il MARITO DI LIDIA ha cominciato ad interessarsi alla storia del villaggio marino. Per scoprire che ha una storia ipersecolare. Il canale, così lo definiscono le mappe nautiche, che porta il nome del villaggio fu realizzato in epoca borbonica da un’equipe di liberi pescatori del Lago di Lesina e di Terranova con il concorso esterno di alcuni subacquei provenienti dall’entroterra. Per tutti loro allevare anguille saraghi sogliole locali cefali rombi e passere di lago costituiva la principale fonte di sostentamento e si trattavano bene. Ma a causa delle forti piogge che si verificarono subito dopo l’Unità di Italia e, soprattutto, a causa delle numerosissime sorgenti di fresche e dolci acque che sgorgano dai fondali del mitico lago, si originarono esondazioni e straripamenti numerosi assai verso il Mare Adriatico. Di tal ché i preziosi e vitali allevamenti, anche di cozze, venivano puntualmente trascinati al largo delle coste dell’Adriatico meridionale con conseguente perdita di tutto il prodotto ittico e grave peggioramento dei redditi pro capite già magri per conto loro. Ed ecco che, un intraprendente e anonimo pescatore, riesce a convincere tutti gli altri a realizzare, zappe e vanghe alla mano, il canale che ancora oggi possiamo ammirare: la foce Skiapparo. In tal modo approfittando del principio di Archimede dei vasi comunicanti, il lago e il mare si livellarono reciprocamente e mai più vi fu perdita ittica. Ma al Re Borbone, in quel di Napoli, giunse notizia della temeraria iniziativa dei pescatori locali. E in men che non si dica inviò le sue temutissime milizie armate sul posto e tutti i pescatori-scavatori furono hic et nunc tratti in arresto. LIDIA ma perché si chiama proprio Skiapparo IL MARITO DI LIDIA. Questo non c’è scritto. continua https://ladomenicadellavvocato.wordpress.com/