La poesia di Filomena Ciavarella si basa su una certezza assolutamente consapevole: la vita ha un senso solo perché c’è la Morte, e il suo “Volto nascosto”. Ma, in realtà, è una poesia fervida e ardente, germinativa e catartica, surreale: la Rivelazione del Segreto e del Mistero. Una Preghiera, un Sogno, una Musica Divina, la ricerca di una Forma, di Forme o della Forma: un percorso di passi e passaggi attraverso lo spirito dell’Invisibile. Una dimensione filosofica e ontologico-religiosa, che pone in relazione il Nulla con l’Essere, la Terra e il Cielo, il Visibile e il Non-Visibile, la Realtà e la Visione., il De-stino della Verità e la Verità del De-stino. E ancora: il Tempo e lo Spazio, e viceversa, il Nuovo e l’Antico, il Moderno e il Classico, il Finito e l’Infinito, il Naturale e il Soprannaturale, la Materia e lo Spirito, il Corpus e la Psiche, il Fisico e il Metafisico, “la Parole” e “la Langue”, la Grammatica e la Sintassi. La Poetessa ha di fronte il Nulla e Apparenti Antinomie: ma è da qui che inventa crea plasma la sua Poiesis, la sua Azione Espressiva che perciò si fonda su un oxymoron permanente: Amore è quindi è il Principio Universale delle Cose, l’Aiòn della Vita-Morte. La Poetessa è Scrittrice di versi Terrestri e Celesti, Visioni Divine e Nobili, di Mito-MorteRinascita. Amore come Filo Invisibile, ma Esistente-Vissuto che sostiene e guida gli umani. La sua Voce vuole morire, come quella di Leopardi e di Nietzsche, frammentata e spezzata, ma che ha la necessità di essere visitata da Amore, dalla sua densa Invisibilità. Queste poesie sono espressive del Nulla Lucente, del Dono per la Morte: poesie visionarie che “vedono” ciò che non si può vedere, la Presenza nell’Assenza, il concreto e activo Progetto del MisticoMistero e la sua Luce, il Reale dell’Apparire. Ciavarella sente e sa di vedere l’Eternità e l’Infinità dell’Istante, l’unico Tempo, che sta, è stante, stabile e stabilito. La sua Poesia guarda la Sacralità che è dentro e fuori di noi, nelle Cose e nella Realtà, negli Eventi, nel Destino dell’Essere, ma sopra tutto nella Persone Morte che lasciano non solo un semplice ri-cordo, ma una Re-liquia, un lascito sacro. La parola poetica è quindi eidetica e luminosamente visionaria, come la Forma che la fa nascere scorrere ed esprimersi: una Visione che sorge da una Energia Vitale Lucente che si raccoglie e poi si espande in proiezioni onirico-mistiche e in figurazioni metaforiche e metafisiche ideali, che “vedono” l’Apparire del Reale con gli occhi, conoscitivi e trascendenti, della Mente e dell’Anima. “Le porte della percezione” sono aperte e infinite, come ci suggerisce Blake, uno dei più significativi Compagnons de route, di Filomena Ciavarella, insieme a Novalis e Hölderlin, Baudelaire, Rimbaud e Lautréamont, Dickinson e Thomas.
Filomena Ciavarella è nata nel 1965 a San Nicandro Garganico in Puglia. Insegna filosofia e storia presso l’IISS “De Rogatis Fioritto” della sua città. Ha pubblicato la sua prima silloge poetica nel 1988: “Pensieri” Cultura Duemila Editrice. Nel 2017 pubblica con Interno Poesia “Tra terra e cielo”. Con la stessa casa editrice ha curato e tradotto con i suoi allievi le “Elegie al Futuro poeta” di Nguyen Chi Trung - 2018. Ha partecipato nell’ottobre 2019 al Festival internazionale di poesia a Olhao in Portogallo, dove nei “Cadernos A Sul” sono state pubblicate alcune sue poesie. Ha curato la prefazione del poemetto “Venti” di Nguyen Chi Trung, pubblicato in Portogallo. Ha tradotto poesie di Emily Dickinson, Dylan Thomas, Sylvia Plath e John Butler Yeats. È membro del Movimento internazionale delle culture e delle arti Ciesart di Barcellona.