“A Maigret ho dato un’altra regola: non bisogna mai togliere all’essere umano, la sua dignità personale. Umiliare qualcuno è il crimine peggiore di tutti”.
Cari lettori,
è un piacere rapportarmi con voi. Oggi intendo parlarvi di un classico della letteratura poliziesca francese; questo romanzo è intitolato: “Il commissario Maigret”. Tale capolavoro proviene dalla penna di Georges Simenon. L’autore di “Maigret” nacque a Liegi, il 13 febbraio del 1903 e morì a Losanna, in Svizzera, il 4 settembre del 1989. Egli è stato un scrittore belga di lingua francese, autore di numerosi romanzi giallo-polizieschi. Simenon è considerato, dalla critica letteraria, uno degli scrittori più prolifici del XX secolo. Secondo gli esperti, egli era capace di scrivere più di ottanta pagine al giorno riguardanti i propri romanzi. La sua famiglia era di estrazione borghese. Sin da piccolo mostrò le proprie capacità narrative tanto da diventare collaboratore della “Gazette de Liegi”. Di lui si ricorda una corrispondenza amichevole col famoso regista italiano, Federico Fellini. Il suo stile di scrittura era denso. Il suo Maigret era di indole burbera e dalla corporatura massiccia. Egli era solito sorseggiare degli ottimi liquori e fumare la pipa. Simenon, attraverso questi romanzi, riuscì a modernizzare la tipologia del romanzo giallo poliziesco. Egli si allontanò dalla romanzistica “all’inglese” in quanto il suo investigatore era solito, di più, analizzare le vicende umane dei colpevoli che condurre le indagini, esclusivamente, attraverso la ricerca degli indizi materiali. Questo commissario gentiluomo possedeva uno stile investigativo differente da quello adottato dal suo noto collega inglese, Sherlock Holmes. A voi, la scelta!!
Giuseppe Scanzano.