Come per tanti di voi, anche nella mia vita ci sono momenti particolari che conservo chiaramente nello scrigno della mia memoria e che costituiscono motivo di soddisfazione per gli esiti positivi che hanno determinato.
Nell’editoria sannicandrese sono stato più volte indicato da Enzo Lordi, fra gli autori locali più apprezzati per il suo stile sobrio, preciso, elegante, sia quando si occupa delle nostre tradizioni e della nostra cultura, che da sempre coltivo e incoraggio, sia quando mi include, come speaker radiofonico e giornalista, fra i personaggi che si sono distinti per varie ragioni nella collettività sannicandrese.
Recentemente, anche Giuseppe De Cato lo ha fatto nel suo libro “Viaggio tra giornali e giornalisti garganici”, che rappresenta un’antologia unica nell’intento di percorrere un “viaggio” alla scoperta del giornalismo garganico, un album ricco di indagini approfondite che restituiscono alla nostra “Montagna del Sole” la meritata identità di terra ricca di uomini, che le hanno dato lustro per le tradizioni e la cultura racchiusi in molti secoli di storia, spesso adombrata da considerazioni “poco benevole se non addirittura sospette”.
Giuseppe D’Addetta, Michele Vocino, Mario Raffaele Zaccagnino, Domenico Fioritto, Giuseppe Fioritto, Saverio Grana, Enzo Lordi, Don Aristide D’Alessandro, Silvio Petrucci, Alfredo Petrucci rivivono in questa passerella di autorevoli firme del giornalismo garganico, accanto a Giuseppe Cassieri, Pasquale Soccio, Costantino Vetritto, Filippo Fiorentino, illustri scrittori garganici, legati e riconoscenti alla loro terra d’origine, mentre Giuseppe Galasso, Giuseppe Basile, Matteo Gioiosa, Raffaele Colucci e il sottoscritto rappresentano, come lo stesso De Cato afferma (anch’egli figura onoratamente in questo elenco) importanti tasselli nella costruzione di quella “cultura osservante”, sannicandrese e garganica al tempo stesso, essendo i “primi operatori dell’informazione” locale che ancora svolgono attivamente e costantemente questo ruolo fondamentale, allo scopo di renderla più matura che in passato e degna di custodire un patrimonio di memoria basata su “valori intellettuali, etici e spirituali”, l’eredità di un popolo e un bene comune non dissociabili nella sua storia.
Un sincero ringraziamento e l’espressione più ossequiosa di amicizia e stima a Giuseppe De Cato per aver implicitamente ricostruito – per quanto mi riguarda – oltre quarant’anni della mia vita come collaboratore di bollettini parrocchiali, pubblicazioni mensili, quindicinali, periodici e, soprattutto, come “l’altra voce (anche intesa nel senso radiofonico e televisivo locale) della “cultura osservante” sannicandrese, di cui sono fiero di far parte, accanto a lui che ha il pregio di farlo con competenza, modestia, riservatezza e grande amore per quella “sannicandresità” - sostenuta da Enzo Lordi – che ci accomuna. E spero, ancora per molto, in futuro, nell’unico interesse di salvaguardare e trasmettere questo valore fondamentale nella nostra storia locale e garganica.