Si svolgono oggi anche a San Nicandro Garganico i festeggiamenti religiosi in onore di S. Antonio abate, l'eremita vissuto per 105 anni tra il II e il IV secolo e ritenuto il fondatore del monachesimo cristiano. La sua figura fu da esempio preclaro per tutti i monaci fondatori di ordini cattolici e il suo culto divenne popolare in tutto il mondo, specie nel Medioevo, per essere invocato contro le malattie del corpo e dello spirito, contro il demonio e le eresie (specie quella Ariana, insieme a S. Atanasio, suo discepolo). In particolare, a lui e poi ai suoi monaci accorrevano folle per la cura dell'ergotismo, che successivamente prese il nome popolare di "fuoco di Sant'Antonio" (chiamato clinicamente herpes zoster): è il motivo per cui il santo viene rappresentato spesso con il fuoco e con il maiale, animale divenutogli sacro poiché dal suo grasso i monaci ricavavano unguenti per la cura del male.
Il culto di Sant'Antuono, come veniva chiamato in vernacolo in tutto il Regno di Napoli, è molto antico anche a San Nicandro, dove risale proprio al Medioevo: ben due figure del santo sono affrescate nei due cicli pittorici presenti all'interno della chiesa romanica di S. Maria di Devia, risalenti il primo al XII, il secondo al XIV secolo. Sin dai documenti più antichi, inoltre, è attestata la presenza di un altare a lui dedicato nella chiesa di S. Giorgio in Terravecchia, la più antica aula cristiana della cittadina, dove ancor oggi si venera un'antica statua in legno e cartapesta. Negli anni '20 del Settecento, invece, la Confraternita della Pietà e Morte ne instaurò il culto anche nella chiesa della Pietà appena costruita, con un grazioso altare barocco in pietra leccese entro cui si venera ancora oggi un pregevole simulacro ligneo.
Nei tre giorni scorsi, nelle due rispettive chiese sannicandresi, ha avuto inizio il triduo in onore del santo. Oggi invece si celebreranno le messe alle 8 e alle 18:30. Dalle 7:00 di questa mattina è acceso il fuoco in piazza Fioritto, davanti alla chiesa della Pietà, mentre a s. Giorgio in Terravecchia quest'anno verrà acceso soltanto nel pomeriggio per un lutto che ha colpito la congrega di S. Maria di Costantinopoli. Sempre alla chiesa di s. Giorgio, dopo la messa avrà luogo l'antico rito di benedizione degli animali.
Con la festa di Sant'Antuono a San Nicandro si aprivano le danze del Carnevale sannicandrese, un tempo conosciutissimo in tutta la provincia, da cui il detto popolare "Sant'Antón' màsc'cur' e són'". E' il primo dei santi legati ai riti del fuoco, tradizione probabilmente mutuata dal paganesimo nel sincretismo che fece grande la religione cristiana: una volta erano numerosissimi i fuochi che la gente accendeva ai crocicchi delle strade per festeggiare la imminente fine dell'inverno, da cui l'altro detto "Sant'Antón' allònga n'ora" (cioè il giorno, le ore di luce si sono già allungate di un'ora) e scaldarsi al fuoco benedetto, del quale ognuno portava a casa, devotamente, un tizzone per benedire il focolare domestico.
(Foto Raffaele Sassano e Nazario Cruciano)