Oktoberfest: il "doveroso" viaggio di Marinacci

Il consigliere provinciale giustifica la sua partecipazione

Per nulla imbarazzato dal polverone che ha suscitato il viaggio in Germania, insieme ad altri due consiglieri provinciali, per partecipare all'Oktoberfest di Monaco di Baviera. Nino Marinacci non è di quelli che si nasconde dietro ad un dito. Non gioca in difesa, ma attacca. Orgoglioso e fiero della missione tedesca, biasima quei consiglieri che hanno rinunciato - per paura di finire sui giornali - alla missione istituzionale alla Fiera di Colonia. La partecipazione all'Oktoberfest era sacrosanta e giustificatissima, afferma in conferenza stampa, affianco ad una botticella da cinque litri di birra, naturalmente tedesca. Un viaggio - si legge nell'autorizzazione concessa dal presidente del consiglio Santaniello - destinato "all'interscambio culturale con finalità turistiche e agroalimentari, con particolare riguardo alle produzioni cerealicole di settore". E di fronte alla crisi dell'agricoltura, con i problemi che hanno coinvolto uva, olive e grano, è nostro dovere - dice Marinacci - pensare alla diversificazione, anche tenendo conto che i produttori i italiani di birra importano il 96% del luppolo e dell'orzo necessari. I viaggi in Italia e all'estero sono un dovere del consigliere provinciale, ha dichiarato convinto. Buona difesa, quella di Marinacci, che però sbaglia quando critica la stampa che ha sollevato la questione. La libertà del consigliere provinciale di rappresentare gli elettori e tutelare gli interessi del territorio anche attraverso viaggi in Italia e all'estero viaggia parallela alla libertà del giornalista di raccontare chi, come, quando, dove e perchè a quei viaggi (pagati con soldi pubblici) ha partecipato.

Vincenzo D'Errico

(da Teleradioerre)

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