Molti si domandano se avesse agito d'impulso, come suo solito, o se piuttosto si sia trattato di una strategia per uscire con una posizione favorevole dall'impasse creatasi nei rapporti con il sindaco Ciavarella e alcuni consiglieri di maggioranza. Antonio Berardi (che le dimissioni non le ha mai protocollate) non si dimetterà più. L'annuncio, ancora una volta sul suo profilo facebook, suona quasi di riscossa.
"Vi ringrazio uno per uno per la solidarietà e la vicinanza che avete espresso nei miei confronti", esordisce l'assessore riferendosi agli attestati di stima ricevuti nelle ultime ore dal suo elettorato e non solo, "viste le tante richieste da parte vostra di non mollare e rimanere al mio posto - continua Berardi - vi dico che rimarrò al mio posto".
Poi parte con l'arringa contro i detrattori: "mi dispiace interrompere i festeggiamenti di qualcuno, ma se questo qualcuno vorrà festeggiare si dovrà prendere le sue responsabilità mettendoci la sua faccia e spiegando a tutti le motivazioni che lo hanno spinto a mettersi contro di me". Il riferimento potrebbe essere ai suoi due consiglieri in quota Lega (Sassano e Stanisci) ma anche allo stesso sindaco, nonché ad altri consiglieri di maggioranza o colleghi assessori a cui il carattere irruento e totalizzante di Berardi non è mai andato a genio.
"Io cercherò di andare avanti con spirito di abnegazione e amore per la nostra città, - prosegue il nel post facebook - augurandomi di non essere più additato e calunniato da chi non ha alcun interesse per lo sviluppo del nostro territorio". Infine i ringraziamenti ai supporters, in particolare ai "vertici del mio partito che mi hanno sostenuto e continuano a farlo nonostante le tante difficoltà. Un ringraziamento particolare - conclude Berardi - al segretario provinciale (della Lega, ndr) Daniele Cusmai". Che non è escluso abbia tentato di sedare gli animi nelle scorse ore, sia per evitare che (dopo Lesina) la Lega sia vista in provincia come la guastafeste con un potenziale effetto domino su altri comuni, sia perché, a dirla tutta, elettoralmente Berardi vale più di Sassano e Stanisci insieme, almeno stando ai numeri delle amministrative del 2018.
Ma il problema sembra tutt'altro che risolto. La contromossa di Berardi ha tappato il sospiro di sollievo a più di uno in maggioranza e il clima è sempre più rovente. Il destino di Berardi sembra comunque segnato, e lui stesso ne è consapevole al punto da poter passare ora, con questo dietrofront, per vittima del sistema con tutti i crismi. A meno di nuovi colpi di scena, senza un gruppo consiliare che lo sostenga e dopo gli accesi diverbi avuti con il sindaco Ciavarella, sarà difficile se non improbabile per il primo cittadino tenerlo in giunta.
Sui rapporti ormai incrinati non solo con il sindaco, peserebbe particolarmente il mancato finanziamento, per quasi 250mila euro, di un progetto di valorizzazione di Piazza del Popolo (una tranche del quale, per altri 40mila euro, doveva servire per la sistemazione della strada di Bosco Spinapulci), interamente finanziato dalla Regione e a cui Berardi teneva moltissimo. Secondo Berardi, sindaco e quasi tutti gli assessori (ad eccezione di Ritoli) non avrebbero firmato soltanto per mettergli i bastoni tra le ruote. Ma sindaco e altri sono di tutt'altro avviso: il progetto mancava di numerosi pareri tecnici, per cui la pecca di Berardi sarebbe quella di non aver espletato l'iter in modo corretto. Accusa non nuova per l'assessore leghista, che nei mesi scorsi si è visto recapitare un avviso di garanzia per l'affaire rotonda di via Torre Mileto, dove uno spartitraffico fu demolito senza impegni di spesa né alcun atto amministrativo.
Certo, Ciavarella dovrà comunque scegliere se perdere, tra i mugugni, i numerosi supporters di Berardi e crearsi un nuovo nemico dichiarato. Oppure tenersi obtorto collo il leader della Lega in squadra, così da lasciare le cose come sono e deviare su altre direzioni gli sfoghi futuri di una situazione che comunque, al momento, non tiene.
(Foto Nazario Cruciano)