ASP Zaccagnino: Di Salvia fa il 'punto e accapo'

'Aumentare il reddito dell'Ente per l'assistenza e fornire un indotto occupazionale per la città'

A due mesi dalla nomina ufficiale a neo-presidente della ASP “Vincenzo Zaccagnino”, l’ex sindaco di San Nicandro Garganico Nicandro Di Salvia non perde tempo per uscire allo scoperto, con un incontro pubblico tenuto con i cittadini venerdì 9 luglio a Parco S. Michele in cui ha illustrato il passato, il presente e il futuro dell’Ente da lui immaginato.

Circa un centinaio le persone che hanno riempito il piazzale del parco, oltre alla gente dislocata sulle panchine dell’intera villetta. Circa un'ora e mezza di lezione scolare quella di Di Salvia, che ha inteso ripercorrere tutta la storia della ex Fondazione Zaccagnino fino ai giorni nostri.

«Ritengo che una persona che occupa un posto di pubblica responsabilità – ha esordito Di Salvia – abbia il dovere di incontrare i cittadini, di esporre le proprie considerazioni, di divulgare i propri programmi. Io sento questa nomina come una grande responsabilità che è venuta sulle mie spalle».

Quindi, un lungo excursus sulla storia della famiglia Zaccagnino fino ad arrivare alla costituzione della fondazione, con un susseguirsi di giudizi sull’operato delle passate gestioni evidenziando i ben noti problemi dei cinquant’anni di disonorevole storia dell’Ente che, nella sostanza, non ha mai garantito appieno l’attuazione del testamento del benefattore.

«Per la Fondazione Zaccagnino – ha inveito l’ex sindaco – ci sono stati processi, arresti, persone andate in galera perché si sono impadronite dei beni della Fondazione: solo malversazione e ruberie». L’unica eccezione, secondo Di Salvia, è rappresentata dalla presidenza del giudice Monaco di Foggia «che con una grande operazione politica (la vendita del complesso di portone Perrone, ndr) fece ripianare un debito di 3 miliardi di euro con il Banco di Napoli, scongiurando la vendita all’asta dei beni della Fondazione. Dopo – ha continuato il presidente – non è stato fatto niente da nessuno».

Giudizio positivo, inoltre, anche sui cinque anni del commissariamento Di Bari, dal quale Di Salvia ha ricevuto la staffetta del posto da sempre più ambito negli ambienti politici sannicandresi dopo la carica di sindaco. Una gestione oculata, secondo Di Salvia che ha ringraziato pubblicamente il commissario Michele Di Bari, tesa a salvaguardare la consistenza patrimoniale dell’Ente e a garantire un minimo di introiti annuali.

«Ora la situazione è cambiata – ha poi continuato Di Salvia – c’è  un presidente nominato dalla Giunta regionale, un CdA insediato il 20 maggio e quindi opera da poco. Cosa abbiamo trovato? La situazione è questa: persone veramente eccezionali che ci lavorano e lo dico con sincerità – e nomina i funzionari Viggiani, D’Errico e il ragioniere Piero Guerrieri. Nessuna menzione, invece, per i componenti del Consiglio di Amministrazione in seno al quale, peraltro, le acque non sarebbero affatto tranquille.

«Una fondazione sotto la naftalina – continua il neopresidente – non c’è internet, non c’è un telefono che funziona né un fax e mi sono trovato a fare il presidente della fondazione da solo ad affrontare problemi partendo da zero. Solo armati della nostra determinazione: io ho un pregio sono una persona determinata» e, continuando con un flashback «Mi conoscete da quando ero sindaco e ricorderete il salto di qualità che San Nicandro fece sul piano della civiltà».

Di Salvia, nell’illustrare la situazione da lui rilevata, ha poi proseguito quantificando lo stato dell’arte: «La situazione finanziaria dell’ente, non è negativa, l’ente non ha debiti: tuttavia abbiamo un grande patrimonio che produce un piccolo reddito. Una grande quantità di terreni anche buoni ma per un reddito irrisorio: annualmente la fondazione introita al netto delle spese circa 800mila euro l’anno, che se noi togliamo tutte le spese (stipendi, luce, riscaldamenti, etc.) per i bambini rimane nulla, circa 40-50 mila euro, una percentuale inaccettabile».

Quindi, l’atteso riferimento ai programmi della sua presidenza e alle idee su come cambiare il destino (da alcuni definito ‘maledetto’) della ASP Zaccagnino: «Bisogna fare degli accordi con cooperative di braccianti o studieremo come fare, anche con una s.p.a. che abbia natura privatistica e che possa operare sul mercato in maniera imprenditoriale. Non possiamo continuare così, non possiamo continuare a mettere grano, con un prezzo che continua a scendere. Ancora stiamo studiando con esperti e chiederemo lumi a persone che riescano a darci dei suggerimenti: dobbiamo diversificare la nostra attività economica, non possiamo essere solo agricoltori e ci consente lo statuto di diversificarci».

Un patrimonio immobiliare, quello della ASP Zaccagnino, che in poche centinaia di metri di raggio conta circa 5mila metri quadri di caseggiati, in un parco di oltre 90 ettari di ulivi secolari. Ed è su questo che Di Salvia punta, sfornando per l’ennesima volta un’idea detta e fotocopiata da chiunque abbia parlato di Fondazione negli ultimi vent’anni: una grande azienda agrituristica, che sfrutti il luogo salutare e, segnatamente, le acque del fiume Caldoli ampiamente riconosciute di ottime proprietà termali. Un’idea anche su come sfruttare parte dei terreni: affittare lotti di dieci ettari a giovani imprenditori agricoli uniti in cooperativa e utilizzare i terreni scarsamente produttivi per la produzione di energia solare.

La strada che di Di Salvia ha intenzione di intraprendere sembra precisa e definita: «aumentare il reddito dell’Ente per utilizzarlo nell’assistenza ai minori, i minori poveri, i minori disabili, i minori che hanno fragilità di vario tipo, i minori disagiati: abbiamo bisogno di mezzi finanziari per raggiungere il fine che Vincenzo Zaccagnino ha voluto che si raggiungesse quando decise di destinare tutti i suoi beni alla comunità sannicandrese». Ma il neopresidente vuole riproporre, questa volta attuandola, la duplice ricetta che da sempre ha sopportato il giogo di intere campagne elettorali: favorire i fini statutari dell’Ente e, nel contempo, garantire un indotto occupazionale che secondo Di Salvia sarà utile per decine e decine di giovani.

E ancora, una breve carrellata sugli atti posti in essere in due mesi di attività: «siamo andati proprio in questa direzione, la costruzione delle strutture per l’assistenza ai minori. Abbiamo preso atto di un progetto per la struttura di una casa alloggio per minori disagiati, progetto finanziato per 325mila euro dalla Fondazione e per 925mila euro dalla Regione Puglia, a cui l’abbiamo inviato ed è prossimo all’appalto».

Non poteva mancare, tra le progettualità, il riferimento agli immobili, ormai in rovina, di corso Garibaldi, che Di Salvia ha definito “monumento alla vergogna della politica sannicandrese”. «Io non ci passo più né passerò più per corso Garibaldi – ha garantito – finché non vedrò una ditta che metta a posto i locali di corso Garibaldi. Abbiamo fatto una prima deliberazione molto importante, una deliberazione che nessun consiglio di amministrazione ha fatto: recuperare i locali di corso Garibaldi per la costruzione di un centro diurno per minori disabili e normodotati, una struttura di grande valore sociale, dove ci sarà bisogno di decine e decine di persone tra operatori e specialisti».

Di Salvia ha poi proseguito con un messaggio alla politica locale: «Noi come Fondazione Zaccagnino siamo sempre molto disponibili e aperti: venissero i partiti a rappresentarci delle soluzioni e a darci delle indicazioni. Noi siamo disponibili ad ascoltare tutti, partiti di destra, di centro e di sinistra.

Una cosa non permetterò – ha poi avvertito con tono perentorio – che i partiti mettano le mani nella gestione dell’ente. No! I partiti devono solo dettare progetti e indirizzi, anche perché la legge regionale, che ritengo sia un grande passo in avanti, parla in maniera chiara: in un’azienda pubblica di servizi alla persona il CdA ha un potere solo di indirizzo. La gestione dell’Ente è praticamente delegata al direttore generale e a tutto l’apparato burocratico dell’Ente: io non posso, come presidente, occuparmi della gestione, non voglio occuparmi della gestione: è una cosa che non mi deve riguardare affatto e se non riguarda me come presidente, non deve riguardare nessun partito».

Fuori la politica dalla Fondazione, insomma, è il messaggio chiaro di Di Salvia, che si presta a letture molto controverse da parte degli esponenti della politica locale, soprattutto quando a pronunciarlo è chi ha fatto la politica della città negli ultimi vent’anni ed è attuale punto di riferimento del partito di Vendola (SEL) a San Nicandro.

Sono seguiti poi alcuni interventi del pubblico, tra cui una ragazza che chiedeva lumi sulle accuse mosse dal MPA su un tabellone, circa le indennità, giudicate da Di Salvia insufficienti persino a garantire il carburante per raggiungere S. Nazario. «Sono contento di fare il presidente gratis – ha rimarcato più volte – perché la politica è servizio alla città. Già quando ero sindaco rinunciai allo stipendio della scuola per dedicarmi a tempo pieno al comune».

Infine l’intervento dell’ex assessore della giunta Squeo Antonio Carbonella che ha criticato fortemente la scelta di destinare i locali di corso Garibaldi a centro socio riabilitativo. Secondo Carbonella, infatti, si andrà a creare un doppione, perché l’Amministrazione comunale ha già ottenuto un finanziamento regionale per una struttura del genere sul complesso in zona Due Pini. Per corso Garibaldi, invece, l’Amministrazione Squeo aveva raggiunto un accordo con la Fondazione, tramite il commissario Di Bari, per la progettazione del “Dopo di Noi”, struttura di assistenza per disabili che hanno difficoltà di essere assistiti dai genitori anziani.

«Non voglio prendere in giro i genitori dei disabili come è stato fatto fino ad ora – ha dichiarato Di Salvia contestando Carbonella che rilevava il testamento come scritto in un’epoca in cui non vi era l’attuale sensibilità per i disabili – perché lo Statuto dell’Ente parla chiaro: si rivolge solo ai minori».

Di qui, l'accusa al sindaco Squeo colpevole, secondo Di Salvia, di non aver apportato modifiche allo Statuto nel 2008, quando la Regione inviò la bozza al comune per l’approvazione. Né l'Amministrazione Squeo, che pure si è spesa sulla Fondazione in campagna elettorale, contribuendo a far finanziare alcuni progetti, gode della minima menzione da parte del Presidente Di Salvia.

Veleni che tardano ad assopirsi dunque e che, alla luce delle imminenti amministrative del 2011, sembrano buttare nuova benzina, dopo la delusione manifestata qualche mese fa dal PD locale proprio sulla nomina di Di Salvia,  circa la possibilità che il centrosinistra sannicandrese torni a marciare compatto.

da Staff di sannicandro.org

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