E' appena cominciato il 2013 e, di qui a brevissimo, peseranno su tutti i sannicandresi gli effetti del dissesto finanziario, con i tagli ai servizi, l'inasprimento delle aliquote sui tributi, la paralisi amministrativa di una città destinata ad almeno tre anni di grandi sacrifici.
In questo clima, appaiono fuori luogo le accuse reciproche tra l'ex sindaco e i quattro consiglieri di maggioranza che non hanno approvato il bilancio.
La maggior parte della gente, oggi, sa leggere, scrivere e capire per accorgersi che con un Piano di Rientro vero del debito e un bilancio di previsione condiviso, oggi non saremmo un comune dissestato. Inutile affaccendarsi a quel 2009 in cui il Comune fu dichiarato strutturalmente deficitario, sostanzialmente per le tre situazioni pregresse del debito Mucafer, della discarica di Vieste e del furto della Tributi Italia ai danni dei sannicandresi. L'Amministrazione di allora, che lavorava seguendo pedissequamente le imposizioni della Corte dei Conti, come attestato dalla documentazione a corredo dei bilanci, ha comunque evitato la dichiarazione di dissesto per cinque faticosi anni.
L'invito del Partito Democratico a tutte le forze politiche è di cominciare dai programmi. Gli uomini, a quanto pare, senza una pianificazione concreta e realistica del futuro, servono a poco. Il Commissario ha chiaramente detto che il comune, ormai, per sopravvivere ha bisogno di entrate straordinarie, che possono derivare solo da una progettualità ambiziosa e di ampio respiro territoriale, qualunque fosse e sulla quale, l'unità della politica locale, consentirebbe di accelerare l'opera di risanamento.
Ai cittadini di San Nicandro rimane l'invito più accorato. Quello di partecipare con rinnovato interesse alle sorti di questa terra e quindi alle sorti di se stessi, dei propri figli: anche il Nord è saturo ed è necessario cominciare a pianificare un futuro vivibile anche alle nostre latitudini. Sarà necessario scegliere, alle elezioni della prossima primavera, i propri rappresentanti non per simpatia o legami di sorta ma guardandoli in faccia, conoscendone la fedina penale ma anche quella politica: chi gestisce la vita e la morte delle amministrazioni da vent'anni a questa parte, i 'cambiacasacche' da tutti noti, è bene che stavolta e per sempre saltino il giro. E se non saranno loro a farlo, è bene che siano gli elettori a 'ringraziarli' definitivamente.
La politica degli ultimi decenni ha le sue innegabili colpe e noi ci prendiamo le nostre. Come pure chiederemo con forza, a tutti i livelli, che siano individuate le vere responsabilità del dissesto. Tuttavia, sarà anche indispensabile saper guardare avanti, per camminare verso il futuro senza inciampare, memori della storia e di ciò che essa ci suggerisce di cambiare. A cominciare dall’approccio di ognuno ai temi della politica vera. Un cittadino più attento e partecipe, questa volta, potrebbe fare finalmente la differenza, anche nell'individuare le luci che negli anni passati hanno illuminato un percorso e che vanno riaccese con rinnovata energia.
La Segreteria PD di San Nicandro Garganico