Il vice sindaco Costantino Cirelli scrive alla città

"Ma perchè i sannicandresi si odiano così tanto?"

In una domenica calda di settembre, Anna Maria, piccola grande amica, mi ha presentato a frate Antonio, nuovo francescano arrivato da poco alla chiesa “Santa Maria delle Grazie”. Le prime parole di Antonio, napoletano verace, sono state queste: “Mi hanno detto che sarei venuto in una piccola Scampia”. Per chi non lo sapesse, Scampia è il quartiere più malfamato di Napoli ed il più grande mercato dello spaccio d’Europa. Per questa affermazione mi sono un po’ risentito.

San Nicandro ha un solo grande problema, non riesce ad essere una vera comunità”: così ho risposto ad Antonio. Questo disagio io l’avevo notato già da tempo. Purtroppo, quando vivi e lavori fuori, pensi al tuo paese d’origine come al luogo dei bei ricordi di gioventù, pensi ad un paese piccolo dove tutti si conoscono e si aiutano (questo vuol dire essere una comunità!) e sei portato a dimenticare i gravi problemi che lo assediano. Ho viaggiato molto sia per svago che per lavoro e vi posso garantire che esistono molte comunità degne di questo nome.

Cosa manca invece a San Nicandro per essere tale? La maggior parte dei sannicandresi sembra attanagliata in una logica dei “doppi pensieri” dove si dice una cosa e se ne pensa un’altra, se ne promette un’altra ancora e se ne fa una diversa. I politici sannicandresi interpretano perfettamente questa “logica”. In piazza “Falcone e Borsellino” campeggia una grande scritta che dice: COMUNE = LADRI. Quella scritta, oramai, a tutti sembra normale e nessuno ci fa più caso.

Ecco il resoconto della mia esperienza di più di sei mesi di duro lavoro come Vice Sindaco ed Assessore della Città: a San Nicandro tutti fanno politica nel tempo libero e, dato che di tempo libero ce n’è poco, praticano una cattiva politica. Non ho mai visto un politico che avesse approfondito un argomento prima di apporre la sua firma su una Delibera, che sia di Giunta o di Consiglio comunale.

Ho visto, invece, Assessori molto interessati più del tecnico che di una lottizzazione comunale, buona o meno buona che fosse. Ho visto ancora politici opporsi per partito preso alla realizzazione di un centro commerciale. Ho visto combattere una guerra tra bande mentre la città stava morendo di fame.

Ho chiesto allora al Sindaco, a cui ho sempre mostrato disponibilità e abnegazione incondizionata, di allontanare questa gente. Gli ho portato le prove! Mi ha detto: “non lo posso fare!”. Mi ha fatto anche capire che “un po’ è la politica che è così”. Proprio lui che politico non è: come me, del resto, che sono solo momentaneamente in prestito alla politica.

Per come la vedo io, invece, a San Nicandro serve una rivoluzione culturale e serve un’altra politica per promuoverla. Servono giovani che prendano le distanze da un modo vecchio di fare politica e che siano davvero riformisti, prima che i Sannicandresi si rassegnino più di quanto lo sono già.

I Sannicandresi, ad oggi, sono rassegnati e votano per restituire il favore per un turno di lavoro, e che sia socialmente utile poco importa, ovvero perché sono loro stessi lavoratori dell’imprenditore-politico o perché sperano comunque di avere qualcosa dal politico di turno: una progettazione, un affidamento diretto, insomma una qualche rendita con i soldi del contribuente. Comunque vada si tratta sempre di interessi privati.

Esiste un altro modo di fare politica a San Nicandro? Ritengo che un altro modo di fare politica sia possibile. Ritengo che si possa servire la Città senza se e senza ma. Occorre coraggio! San Nicandro sarà pronta allorquando i politici accoglieranno gli imprenditori che vogliono investire, senza porre loro condizioni ed ostacoli. Finora tutto questo non è accaduto.

Gli stessi dipendenti comunali sono intrisi di questa cultura. Anche loro, ma per fortuna non tutti, si prestano a questo gioco facendosi proteggere dal politico di turno, grazie al quale riescono a forzare la mano negli appalti, nell’affidamento diretto di lavori, servizi e forniture. San Nicandro potrà diventare una Città come le altre solo quando la politica, la buona politica, darà dei “veri indirizzi” che i dipendenti dovranno seguire alla lettera.

Il politico sannicandrese, oggi, non dà indirizzi: semmai li concorda con i Responsabili di servizio. Taluni dipendenti comunali, inoltre, aiutano i politici a dare solo gli indirizzi a loro più gradevoli: gli altri indirizzi, invece, vengono omessi ed ignorati a vita dai “politici del tempo libero”. Accade perciò che vi sono diversi contratti che si rinnovano tacitamente benché la legge lo vieti. Accade che grandi servizi scaduti da mesi, come ad esempio la somministrazione di gas naturale, non vengano affidati per chissà quale ragione. Accade che la Città non si costituisca parte civile in un processo per truffa ai danni del Comune. Accade che appalti si affidino senza gare regolari e che l’Assessore competente per materia dimostra spesso di essere un incompetente. Ho scritto decine di Delibere: ogni volta sono stato giudicato, e non sempre bene.

San Nicandro può cambiare ma serve una rivoluzione e la rivoluzione si fa con i rivoluzionari: si facciano avanti i rivoluzionari ed io sarò con loro.

Costantino Cirelli già Vice Sindaco ed Assessore agli affari generali ed alla trasparenza amministrativa della Città di San Nicandro Garganico

Menu