Si ritorna a parlare di debiti, a San Nicandro Garganico, dopo che, nell'ultimo Consiglio comunale, il sindaco Vincenzo Monte ha testualmente dichiarato di aver firmato il Piano di Rientro della massa debitoria e di averlo inviato direttamente alla Corte dei Conti.
Una mossa giudicata fuori dall'ordine da tutta l'opposizione, in particolare dal Partito Democratico, con il segretario Matteo Vocale che «si era partiti con il sano intento di condividerlo con tutti, il piano di rientro - accusa - Un sindaco, in questa fase, avrebbe dovuto responsabilizzare tutti, maggioranza e opposizione, unendoci attorno ad un "tavolo di salvataggio" della città. E invece? Senza la Giunta né il Consiglio, manda il piano alla Corte dei Conti. Un piano - continua Vocale - dove si evince una massa debitoria (12 mln di euro) che è la metà di quanto millantato fino ad ora dall'amministrazione: è evidente che qualcosa non torna».
Ma ciò che manda Vocale e il gruppo dirigente del PD su tutte le furie è «un passaggio sommario e davvero infelice sui pastori garganici, che - secondo Vocale - infanga la dignità di buona parte dei sannicandresi, che hanno origine da famiglie di allevatori e agricoltori». La "sdemanializzazione" dei terreni gravati da usi civici, infatti, è giustificata quasi esclusivamente dall'esame sociologico dei pastori garganici, che farebbe rilevare come "questi abbiano natura non socievole e soprattutto violenta - si legge nel capitolo del Piano - tanto da dare origine alle c.d. faide".
«Io non avrei dove mettere la faccia - insorge il segretario - a bollare sommariamente come mafiosi tanti allevatori onesti, che si trovano ad occupare alcuni di quei terreni per questioni ereditarie. Mi chiedo se il sindaco ci abbia mai parlato con qualcuno di costoro, ma non nelle riunioni di palazzo, bensì sul territorio, nelle masserie, nei pascoli, davanti alle piscine per l'abbeveraggio ostruite o crollate. Si farebbe bene - conclude Vocale - a fare della lotta alla mafia una questione di vita e non di slogan suggeriti dalla carica che si occupa e dispensati, a quanto pare, in contesti poco attinenti».
Dura l'analisi del Piano di rientro in toto, un "piano di rientro a casa", come ironicamente lo definiscono da Pozzo Bove. «Si vuole risanare il comune - dicono dal PD - con il disboscamento di 35 ettari del Bosco Spinapulci, con la lottizzazione del Papaglione, idea ultratrentennale di qualche buontempone che non vuole uscire dalla scena politica, nonostante il PUG - ricorda Vocale - che ci chiediamo che fine abbia fatto, prevedesse di non costruire nemmeno un altra casa, data la mole di quelle ormai vuote e il progressivo svuotamento del centro».
Altro passaggio quello sulla piroscissione, giudicata ironicamente una vera chicca: «Hanno detto no all'impianto di biostabilizzazione, ed ora spunta dal nulla un impianto che brucia i rifiuti, che ci domandiamo che attinenza abbia con la pianificazione regionale e con la filiera dell'ATO di Foggia: sicuramente nessuna, ma ci prenderemo tempo per approfondire».
Infine quella che si ritiene la "stangata" ai cittadini, ovvero "l'aumento al massimo consentito delle aliquote dei tributi locali, coprendo tutto il costo della gestione dei rifiuti". «La mossa peggiore in tempo di crisi - chiosa Vocale - è aumentare le tasse. Altro che governo Monti e qui non abbiamo nemmeno professoroni. Mi domando come si faccia ad aumentare il contratto di smaltimento dei rifiuti di 400mila euro e far precipitare il servizio, con la differenziata che è tornata prossima allo zero».
Comunicato stampa PD San Nicandro Garganico