Da una parte il "no" all'impianto complesso RSU, dall'altra la convinzione che sia l'unica strada attualmente percorribile per risolvere l'annoso problema dei rifiuti. A San Nicandro Garganico l'impianto di biostabilizzazione fortemente voluto dal governo Squeo, ma bocciato dalla giunta Monte, spacca in due l'opinione pubblica.
A sollevare i toni della discussione ci ha pensato il ricorso al Tar della Regione Puglia contro le delibere di Consiglio Comunale adottate per annullare la realizzazione dell'impianto complesso in località Gavitella. O meglio ancora la notizia che il Tribunale Amministrativo Regionale non ha applicato la sospensiva alla delibera di annullamento dell'impianto di biostabilizzazione.
Nel marasma generale e in uno scenario politico-amministrativo-sociale alquanto complesso, Matteo Vocale, segretario del Partito Democratico, ribadisce il suo "Sì" all'impianto e invita il fronte dei "No" a trovare, comunque, una soluzione alternativa credibile e immediata.
Segretario, qual è il motivo principale che dovrebbe spingere gli amministratori di una città come San Nicandro a dotarsi di un impianto di biostabilizzazione?
La scelta dell'impianto di biostabilizzazione, da parte della precedente amministrazione, fu innanzitutto una scelta di generosità e di responsabilità politica, nel senso che la città che aveva meno i conti a posto sul tema rifiuti in tutto il bacino - San Nicandro appunto, a causa della cattiva gestione nelle amministrazioni precedenti era diventata la cenerentola del comprensorio - si era messa in prima fila per risolvere il problema. In questo, San Nicandro avrebbe assunto un ruolo di centralità e non solo sul tema dei rifiuti.
Qual è invece, se pensi ci sia, il motivo che dovrebbe spingere gli amministratori a lasciar perdere?
Gli attuali amministratori sarebbero stati legittimati a dire "NO" nel momento in cui avevano già una soluzione alternativa. Tuttora non vedo nulla, buio assoluto, con l'aggravante che abbiamo perso tempo e denaro.
L'amministrazione Monte sembra non volerne sapere. Al contrario di chi, invece, ne è stato promotore. Sostanzialmente qual è la differenza che emerge tra i due punti di vista?
La differenza abissale che emerge tra chi c'era prima e chi c'è oggi è l'assoluta mancanza, da parte degli attuali amministratori, di un'idea politica di gestione dei rifiuti come risorsa: ripeto, oggi non ho visto alternative credibili che rimpiazzassero l'idea dell'impianto, solo un "no" cieco e cinico: con credo che possiamo pensare di mangiarli i nostri rifiuti! Né pensare a 16 impianti, dati i costi di costruzione e gestione che, a quel punto, diventerebbero "favolosi", nel senso più ironico del termine.
C'è anche un comitato antidiscarica costituito da quei cittadini che si dicono contrari a tale ipotesi per via de rischi che potrebbe comportare la messa in opera dell'impianto. Dico bene?
Penso che il "comitato civile antidiscarica" non abbia ottenuto i risultati sperati. Le due manifestazioni fatte negli anni scorsi non hanno avuto la partecipazione necessaria.
L'aspetto politico in che misura incide su decisioni del genere?
Diciamo che la mia idea è che l'argomento sia stato presentato male all'inizio da chi lo ha proposto, per cui la discussione è stata politicizzata totalmente confondendo i cittadini o, al massimo, dividendone quei pochi interessati in un penoso tifo da stadio.
Personalmente, da nuovo e giovane segretario del PD, sulla vicenda che idea si è fatto?
Personalmente non avrei un motivo per lasciar perdere: diciamo che al momento il PD del dopo elezioni non è stato interpellato da me sul tema per esprimere il suo punto di vista eventualmente nuovo, anche perché sarebbe una discussione fine a se stessa. Per cui oggi parliamo di opinioni personali.
Un referendum non sarebbe il modo più democratico attraverso il quale proporre progetti di questo tipo?
In questo contesto, come si può pensare ad un referendum dove il cittadino esprima la sua idea serenamente? come si può pensare che il responso sia vero ed oggettivo?
L'alternativa al problema rifiuti, se non è l'impianto di biostabilizzazione, quale potrebbe essere?
Alternative? Lo ripeto per la terza volta: deve darle chi dice no e, se saranno credibili, vede ed immediate, noi saremo lì ad applaudire e a dire "siete stati più bravi di noi".
Come immagina il futuro senza impianto, che qualcuno ha definito mega discarica?
Immagino senza difficoltà un futuro per San Nicandro senza l'impianto, semplicemente perché altrove, dove sanno mettere al centro la Politica anche sul tema dei rifiuti, credo sapranno raccogliere la perla che noi abbiamo disprezzato. Spero solo che il tempo e il denaro persi inutilmente non siano a scapito dei cittadini, anzi: il PD si impegnerà con tutte le sue forze per salvare la faccia di una città rimessa all'angolo da pochi gestori del potere cittadino.
E come lo immagina con?
Un futuro con l'impianto è un futuro di civiltà, di continui controlli del territorio, di gestione virtuosa e di acculturamento (per certi versi forzato) dei cittadini sul tema rifiuti e sulla raccolta differenziata, di alcuni posti di lavoro in più. Una città al centro del bacino e del Gargano, con enormi sgravi sui costi e qualche sana boccata d'aria su un bilancio al collasso. Un futuro che dimostri come sia possibile coniugare turismo, agricoltura e gestione virtuosa della "risorsa" rifiuti, come accade in tutta Europa e in molte zone del nord Italia che ho conosciuto: esempi che solo i ciechi mentalmente non possono vedere.
Fonte: FoggiaToday