Sentenza 'garage d'oro', i condannati sospesi da pubblici uffici

Il provvedimento avrà la durata della pena. Escluso il carcere grazie all'indulto

La notizia è ormai ufficiale: ieri pomeriggio alle 15,00 la Corte di Cassazione ha emesso il dispositivo con il quale conferma integralmente la sentenza di primo grado del Tribunale di Lucera (e la conseguente sentenza di Appello) sull'affaire 'garage d'oro', condannando definitivamente l'ex sindaco Nicandro Marinacci (2 anni), l’ex vice-sindaco Nicola Ciavarrella (1 anno e 5 mesi), gli ex assessori Roberto Augello, Antonio De Rogatis, Mario Marinacci e Michelina Stuccilli (1 anno e 4 mesi) e l’allora segretario comunale Antonietta Santodirocco (2 anni e 3 mesi).

Esecutivo per tutti il provvedimento accessorio di interdizione dai pubblici uffici, per un tempo pari alla durata della pena che, invece, è estinta in effetto dell'indulto del 2006 (il reato fu commesso infatti nel 2004). Ancora da celebrarsi la sentenza di Cassazione per Giovanni D'Emma, all'epoca assessore ai Lavori pubblici, che aveva chiesto la sospensione condizionale della pena, scelta che comunque gli eviterebbe il provvedimento accessorio dell'interdizione.

La vicenda. Era il 2004 quando la giunta Marinacci destinò 23.000 euro di denaro pubblico per lavori di adeguamento di un garage privato, al fine di adibirlo al Servizio veterinario della ASL. Il locale, di proprietà di Gianluca Cervone, all'epoca consigliere comunale, fu dichiarato essere di proprietà di un congiunto di questi.

Nel novembre 2005 giungono agli interessati gli avvisi di garanzia, accusati dell'abuso "per avere cercato di procurare intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale al consigliere comunale utilizzando 23.000 euro del comune per pagare una serie di lavori edili di trasformazione e miglioramento nel locale-garage di sua proprietà, da questi concesso in locazione alla Asl Fg per l’allestimento della sede del servizio veterinario". L’ex segretario comunale Antonietta Santodirocco, in qualità di pubblico ufficiale e di dirigente che avvallò l'operazione, fu accusata dalla Procura anche di falso ideologico e di aver "indotto in errore con false dichiarazioni (inganno) il direttore generale della Asl, con più azioni commesse in esecuzione del medesimo disegno criminoso".

La sentenza di primo grado del Tribunale di Lucera rigettò la difesa degli imputati condannandoli per falso. Stesso giudizio quello della Corte di Appello, che confermò la condanna di primo grado, mentree gli imputati ricorrevano in Cassazione. Nel frattempo, Marinacci veniva sospeso per misura cautelare dalla carica di consigliere provinciale. La vicenda trovò sponda poi nella scorsa campagna elettorale per le amministrative, circa l'opportunità di candidare gli interessati, Nino Marinacci in primis, che nelle vesti di candidato sindaco, in uno degli ultimi comizi, rispondendo alle accuse degli avversari che gridavano al voto anticipato in caso di sua elezione, aveva testualmente dichiarato «li sfido ad un confronto su un palco con i loro migliori avvocati, per dire basta a questa schifosissima bugia».

Attesa da molti, soprattutto in ambito politico, come panacea all'"incubo" Marinacci, la sentenza avrà effetto non appena la condanna sarà notificata al Prefetto che, successivamente, formulerà la richiesta di decadenza dagli incarichi politici e la sospensione per gli interessati che lavorano in amministrazioni pubbliche (Augello, De Rogatis, Stuccilli). I condannati, inoltre, sono soggetti al pagamento delle spese processuali e del danno di immagine al Comune di San Nicandro Garganico (che si era costituito parte lesa nel processo) per un ammontare di 25.000 euro divisi in relazione alla pena di ognuno e già saldati dopo la sentenza di Appello.

Staff sannicandro.org

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