Si è riunito lo scorso 21 gennaio, presso i nuovi locali del circolo "E. Berliguer", il primo direttivo del Partito Democratico sotto la guida del nuovo segretario Matteo Vocale, dopo circa un mese dalla celebrazione del Congresso cittadino.
Tra i vari argomenti discussi non poteva certo mancare la vicenda dell'ASP Zaccagnino, per cui il segretario ha ribadito la sostanza della non condivisione del percorso che ha portato all'ultima nomina, ma con la speranza di mettere la parola fine alla faccenda in attesa di un celere ed incisivo operato da parte del nuovo CdA.
«Sono portato a domandarmi - ha commentato il neo segretario riguardo la debitoria del Comune - come mai il sindaco Monte, preferisca sprecarsi in una puerile "guerra dei tabelloni" a botta e risposta, in cui continua a lamentarsi della situazione economica, piuttosto che prendere in seria considerazione la ormai nota "lettera dei dirigenti" e dire alla città quali sono le sue intenzioni.
Il sindaco e la sua squadra hanno più volte dichiarato, in campagna elettorale, di sapere bene a cosa andavano incontro. La scorsa amministrazione aveva un'idea chiara, con misure certe e pressoché immediate per consentire entrate 'salvavita' nelle casse dell'Ente – ha continuato Vocale riferendosi all’impianto di biostabilizzazione - Ebbene quelle misure sono state, seppure in tutta legittimità, definitivamente azzerate dall'attuale Amministrazione. Tuttavia l'alternativa non si è ancora vista: oggi, con l'urgenza che mai avremmo voluto implorare, il sindaco ha il dovere di dire qual è la sua ricetta, la sua, per usargli un termine familiare, terapia per guarire il moribondo comune di San Nicandro: la criticità e il ritardo sono sotto gli occhi di tutti.
E' bene che il sindaco Monte, ad ogni modo - conclude infine il segretario - tenga presente un assunto fondamentale, su cui saremo intransigenti: il destino e l'improrogabile risanamento del Comune di San Nicandro è stato affidato dai cittadini alla Politica e la politica deve condurlo, con lo stesso coraggio con cui si sono abbandonate strade che a nostro avviso erano giuste, percorse fin quasi alla meta. Di tecnici e commissari, credo siano più che sufficienti quelli del governo nazionale».
Piero Vocale