Con un po' di ritardo, la tradizionale e preannunciata analisi del voto nel Partito Democratico di San Nicandro Garganico è arrivata ieri sera, in una riunione del direttivo locale che si è protratta fino a tarda sera nella sala "Berardi" di Pozzo Bove.
Una riunione meno impietosa di quel che si potesse immaginare, sebbene ampio è stato l'accento posto, dal segretario e da tutti i quadri dirigenti, sulla pesante sconfitta subita alle elezioni amministrative, che vede, oltre che la debacle del centrosinistra, un Partito Democratico giunto presso i minimi storici, con gli scarsi 1000 voti racimolati a fatica, da una lista che c'era solo a metà.
L'analisi è comunque piuttosto chiara: la coalizione ha fallito nella sua forza quasi inesistente, e l'amministrazione uscente (nonostante il candidato sindaco Costantino Squeo abbia "tirato" più delle liste) non ha saputo parlare alla città, o forse non le ha parlato proprio nel corso dei duri ma ininterrotti 5 anni di governo.
Responsabilità ricadute sulla dirigenza del partito come sull'amministrazione stessa, tanto da richiedere l'azzeramento del comitato direttivo del PD e le dimissioni del segretario Riccardo Tricarico. Un gesto non richiesto da alcuno ma obbligatorio, nella lunghissima tradizione storica di quello che da PCI è divenuto PD, passando per i DS.
Un partito, il PD, che tuttavia continua ad essere un punto di riferimento determinante nell'abito politico locale - è quanto emerso dalla riunione - soprattutto dopo la scelta di aprire ai centristi, sicuramente in linea con le recenti dinamiche politiche nazionali, favorendo in maniera imprescindibile la vittoria di Vincenzo Monte.
Resta ora da capire in che modo evolverà il nuovo corso che, comunque, dovrà preparare la strada ad una nuova alternativa, sicuramente forte degli errori del passato e, probabilmente, in un nuovo ruolo che dovrà spiccare in una nuova coalizione, se andranno a concretizzarsi i propositi filo-centristi di Follini, Fioroni, Franceschini ma anche dello stesso Bersani, per non parlare dei primi ammiccamenti tra Angelo Cera e Paolo Campo che pensano già a Palazzo Dogana.
Nessuna idea, apparentemente, su quella che potrebbe essere la nuova leadership del partito di Pozzo Bove, tra chi ritiene di fare un passo alla volta e chi, rimarcando le responsabilità, vorrebbe da subito un rinnovamento radicale, puntando su forze giovani che, tuttavia, vanno sicuramente ricercate e, quando vi siano, messe nelle condizioni di operare e di operare davvero per il nuovo.
L'assise di ieri sera ha dunque stabilito che sarà un coordinamento ristretto a guidare il partito nei prossimi mesi, fino al congresso che dovrebbe tenersi in autunno. A reggerlo potrebbero essere due figure, una proveniente dalla tradizione, Nicandro Torella e l'altra ad incarnare l'nnovazione, Matteo Vocale, a cui si assommerebbero a latere i due consiglieri Costantino Squeo e Mario D'Ambrosio, il componente del consiglio alla ASP Zaccagnino, Tittino Zaccagnino e il referente per la Federazione provinciale Lucio Pacilli.
L'argomento più prossimo, poi, che il parito dovrà affrontare, sarà inevitabilmente la linea da adottare in consiglio comunale, nel mentre nulla si muove dal fronte Monte, né il PD sembra aspettarsi nulla. Un tema rilevante e delicato, su cui nulla è trapelato ieri, facendone slittare la discussione a dopo i Referendum. E, a proposito di referendum, il PD sannicandrese sarà impegnato già da oggi a dire i suoi 4 SI ai sannicandresi, invitandoli al voto di domenica e lunedì con manifestazioni e iniziative di piazza.
Staff sannicandro.org