Un comizio valanga, come al suo solito, quello di Nicandro Marinacci, che ieri sera, in una piazza Domenico Fioritto gremita di curiosi e sostenitori, ha inteso rispondere per le righe all'appello di Costantino Squeo a votare il candidato sindaco Vincenzo Monte al ballottaggio di domenica prossima.
«Si sono venduti ai zompafossi e a quelli che li hanno lasciati all'ultimo momento» il concetto base del comizio, dove il candidato sindaco ha passato in rassegna, come ormai di rito, tutti i personaggi più o meno noti che compongono le coalizioni di centro e di centrosinistra. Marinacci, di fatto, avrebbe mal gradito l'appello di Costantino Squeo, tessendo invece le lodi della lista "Oppure Voi" di Pier Paolo Gualano, che «bene ha fatto a chiamarsi fuori dai giochi, dopo che aveva portato a compimento la sua proposta».
Marinacci, è ritornato anche sulla sentenza "garage d'oro", che lo vede sospeso dal consiglio provinciale e che, a detta di tutti i suoi avversari, lo vedrà sospeso anche dalla carica di sindaco il giorno dopo le elezioni, con gravi ritardi per la città: «li sfido ad un confronto su un palco - ha dichiarato - con i loro migliori avvocati, per dire basta a questa schifosissima bugia».
Un'ora e mezza di continui riferimenti a fatti e personaggi che rimarcano, sostanzialmente, tutti i comizi fin ora tenuti in piazza, con l'elemento nuovo del titolo (come sempre pittoresco): "La città tradita", in evidente riferimento ad un presunto accordo tra Monte e Squeo, tra «exdemocristiani e comunisti, tra chi voleva la megadiscarica e chi ha detto fino a ieri che era contro». Ne' ha mancato, Marinacci, di inviare 'attestati d'amore' a tutti: alla lista Caccia e Ambiente, che ha sottolineato essere un partito politico, a Pier Paolo Gualano, addirittura a Nazario Vocale «mio vecchio amico quasi settantenne che ora milita nell'Unione di Capitanata» e quindi alle varie categorie sociali della città, alle cooperative, ai dipendenti, persino all'elettorato storico di sinistra, «quelli che con gran sacrificio si alzano la mattina per andare a lavoro ed hanno un gran senso del dovere civico».
«Noi siamo per i ceti deboli - ha quindi dichiarato l'onorevole - quegli altri sono per i ceti forti e per gli inciuci». Insomma, Marinacci sa che il suo risultato arriva al 40% dei votanti e che, per vincere, ha davvero bisogno di tutti, nessuno escluso. Al di là delle voci che vanno e vengono dai palchi, i retroscena sono affidati come al solito alle voci di corridoio, che danno per certo un incontro tra Costantino Ciavarella e Pier Paolo Gualano, che sarebbe stato addirittura propedeutico al suo non expedit.
Le stesse voci, inoltre, riferiscono di un incontro tra Monte e il centrosinistra, dove il primo avrebbe chiesto un ausilio fattivo ed energico, pur soccombendo ai dictat di UDC e affini che non vogliono capire ragione né di apparentamenti né di accordi di sorta. La lista Caccia e Ambiente, infine, corteggiata a più non posso da entrambi i candidati in lizza, sarebbe vicina allo stesso Monte, ma di accordi ufficiali non si ha ancora notizia, mentre a mezzogiorno di oggi è scaduto il termine ufficiale per gli apparentamenti.
Il problema, alla fine, sarà chi avrà più forza di catalizzare consenso politico prima e popolare poi, in una sfida senza precedenti tra la volpe Nino Marinacci e il puledro Vincenzo Monte: il primo leader indiscusso di una coalizione che ha dimostrato fin ora numeri di cui tener conto, il secondo almeno apparentemente troppo soggetto alle partitocrazie, in un testa a testa che, sostanzialmente, rimane solo tra i due candidati sindaco.
Questa sera alle 20, il palco toccherà a Vincenzo Monte. Nell'occasione, si conosceranno le vere intenzioni del neurologo e si avrà certezza o meno che l'esperienza foggiana del 2009 (al ballottaggio si apparentarono tutti contro Santaniello portando Mongelli alla vittoria) abbia influenzato pur minimamente anche il corso delle attuali vicende sannicandresi.
Staff sannicandro.org